Omnia munda mundis

di Costanza Miriano

L’estate è decisamente cominciata, e io sono di umore solare: il ritmo al lavoro è un po’ rallentato; si prospettano diversi pasti esclusivamente a base di Caffè Zero; mia sorella si sposa e io posso, ehm volevo dire devo comprarmi un vestito; si avvicina il momento in cui potrò riabbracciare le amiche del mare, la Claudia in prima fila; è finita la tortura quotidiana della correzione dei compiti; infine, il mio lavoro di tassista per gli impegni pomeridiani dei figli prevede tre lunghi mesi di ferie. Sono persino sopravvissuta alla prova bikini: insomma, sono ancora viva, e almeno nessuno ha avuto conati di vomito al mio passaggio (la situazione è migliorata da quando, ancora due anni dopo l’ultima gravidanza, quel caro ragazzo di mio figlio mi ha detto “coraggio, mamma, fra poco la parte sopra – il seno, n.d.r. – sporgerà un po’ più della pancia”. Coraggio, ha detto).

Ma la notizia che mi rende felice è un’altra. Non è neanche nuovissima. Ha duemila anni, ma l’altro giorno mi ha colpita come una boccata d’aria nuova.

Mio figlio mi stava raccontando del suo viaggio, soli maschi, a Istanbul, dove la presenza palpabile e concreta della fede nel quotidiano dei musulmani lo ha colpito. “Mamma, mi sembra che loro abbiano più fede di noi”. Il richiamo del muezzin alla preghiera e le abluzioni da fare prima di entrare in moschea – solo per citare i due segni più evidenti – gli sono sembrati un monito severo a noi che ci dichiariamo in maggioranza cattolici, ma poi “lo siamo davvero, noi italiani?”.

Una vorrebbe rispondere che ha da preparare la cena, ma poi deve servire in tavola qualche portata decente, per giustificarsi di avere eluso vigliaccamente una questione di importanza centrale.

Allora bisogna mettersi, con calma e delicatezza, a dire che forse sì, in qualche modo può esserci qualcosa di vero in quello che dice (gli occhi dei ragazzi sono implacabili), e poi subito dopo ricordare che noi dovremmo provare, con impegno e umiltà, a essere il sale del mondo, e che il sale deve essere solo un pizzico, sennò il cibo non è buono.

Poi bisogna cercare pazientemente le parole per dire che l’uomo, dopo Cristo, non è più per la legge, ma la legge è per l’uomo. Perché incarnandosi e morendo per noi Gesù Cristo lo ha redento tutto il mondo, tutto intero. Si è preso i peccati e ci ha resi liberi. Noi non dobbiamo fare le abluzioni per essere puri, dobbiamo “solo” consegnarci al nostro pastore. Non è poco consegnarsi, anzi è più difficile che purificarsi con dei riti, ma non è la purezza della condotta che dobbiamo perseguire. E’ la decisione di fare spazio a Dio.

Noi sappiamo che il male c’è, è potente e agisce, dentro e fuori di noi, e che non siamo noi a sconfiggerlo facendo i bravi, diventando perfetti con i nostri sforzi (tanto non ci riusciamo). Non è quello il segreto.

Il segreto è fare spazio a Dio, lasciare che sia Lui ad agire.

Le leggi servono perché c’è il peccato originale, perché c’è il male che agisce in noi, ma quando è la grazia che lavora, la legge non serve più. Quando tu capisci dove è la vera bellezza, la insegui, perché ti conquista. Non la insegui perché devi, ma perché la vuoi con tutte le forze. Capisci che quello è il meglio per te, non sei come il fratello più grande che rosica – come si dice a Roma – perché il piccolo credendo di andare a spassarsela è finito a litigarsi il cibo coi maiali. Sei il figlio più piccolo che torna a casa e dice “ma guarda che cretino sono stato!” Non ti sembra più di rinunciare a niente, perché non devi rinunciare a niente, se non a quello che non fa davvero il tuo bene. Il mondo è redento tutto (omnia munda mundis, che – mi dispiace comunicarlo al mio compagno di liceo – non è “tutto il mondo è paese”).

Ecco, nel giorno del Corpus Domini mi è venuto più facile spiegare queste cose ai miei giovani teologi. Anche se ce n’è una che ancora non è convinta: nella chiesa l’altro giorno c’era la finestra chiusa, e non si spiega proprio da dove è passata la colomba dello Spirito Santo per trasformare il pane. Io però devo preparare la cena, e glielo dico un’altra volta.

70 pensieri su “Omnia munda mundis

  1. Maria

    Alcune volte il tuo blog, cara Costanza, diventa per me una lezione di catechesi. Catechesi di cui ho un gran bisogno. Non per convincermi a credere, no. Ho la grande benedizione di venire da una famiglia che mi ha dato la possibilità di conoscere Cristo, e mi ha insegnato anche ad accoglierlo. E nessun difetto o errore che i miei genitori (essendo umani) hanno fatto potrà mai cancellare il fatto che mi hanno aiutato a diventare cristiana. Ma spiegazioni semplici ma profonde come quella che tua hai dato a tuo figlio servono. Ti fanno capire meglio cose che forse sai ma forse poi nemmeno così bene, ti aiutano a rafforzare una fede, una fede che devo difendere OGNI GIORNO con le unghie e con i denti contro ciechi e superbi coetanei e non che mettono in discussione il papa, la chiesa, e perfino Dio. Ma Dio è così buono che li lascia parlare, per ora almeno.
    So che bisogna amare chi la persa diversamente da te in ogni modo, accettarlo, sopprimere l’odio e l’antipatia, ma io ho questo umano difetto di non nutrire una grande simpatia per i musulmani. Per varie ragioni. Anni fa, quando lessi alcuni libri riguardanti l’Islam e le donne, mi chiedevo sempre come potesse esistere una religione senza l’amore. E una religione che permette ad una padre, anzi che obbliga una padre, ad uccidere picchiare ripudiare rinchiudere in una stanza buia la figlia (sì, la figlia) per motivi sciocchi e non è una religione senza amore. Viene da una Dio senza amore. E quando lessi quei libri, apprezzai ancor di più e la feci ancor più mia quella preghiera che fa “Ti adoro mio Dio, ti amo con tutto il cuore, ti ringrazio di avermi creata (dice una figlia al Padre) e FATTA CRISTIANA, …”
    Ci siamo incontrate una volta solo Costanza, ma non saprei nemmeno descriverti in che modo e soprattutto quanto tu mi abbia arricchita. E siamo solo all’inizio del percorso!!
    Grazie tante!
    Un abbraccio

  2. Miriam

    Le tue parole hanno acceso in me tante luci Costanza, e mi hanno aiutata a ravvivare quel fuoco che ci brucia dentro con quell'”olio” che ogni giorno dobbiamo rinnovare per custodire intatta la nostra lampada…
    Io ho un problema con quell'”omnia munda mundis” e significa che c’è molto da mondare dentro di me. Per esempio qualche problemino con i musulmani ce l’ho anch’io. Certo che in un incontro personale certi spigoli vengono eliminati; ma quando penso che davvero ci stanno invadendo e imponendo (in realtà di stiamo lasciando imporre) le loro leggi a casa nostra… Una mia amica è prostrata (è un eufemismo) perchè suo figlio ha sposato in questi giorni una musulmana. Il problema non è tanto questo, quanto il fatto che è stato costretto ad abiurare, altrimenti non potevano fare il matrimonio in moschea oltre a quello civile, che per la sua gente non sarebbe stato sufficiente a considerarla sposata e il coniuge è costretto alla conversione: per loro non esistono “matrimoni misti”.
    Nel ringraziare te e il Signore per quello che anche oggi ci hai donato, mi permetto di dirti cosa mi è venuto in mente per rispondere a tua figlia, sulla Colomba dello Spirito e la finestra chiusa. Pensavo che quando il Sacerdote formula la Consacrazione, ripete “in persona Christi” le parole del Signore. E dunque, poiché Lui è il Verbo pronunciato eternamente dal Padre “per mezzo del quale tutte le cose sono state fatte” la Sua Parola rende immediatamente reale ciò che significa: è anche il Fatto, come dice l’ebraico Dabar.
    Non è magia: è “Mistero della fede”…
    Un abbraccio e buona estate a tutti.

  3. Miriam

    … nel parlare di ‘abiura’ poco fa, non possiamo certo escludere la responsabilità del ragazzo. Ma alla sua fede vacillante certamente si è aggiunta la costrizione DOVUTA. Del resto non è la legge che salva, come giustamente ci ricordavi, Costanza. E tuttavia uno Stato che faccia delle leggi che salvaguardano se non altro la “reciprocità” e non consenta loro di costituire uno stato nello Stato, come oggi avviene, forse limiterebbe il danno.

  4. Il miracolo eucarístico! Quanto è bello e quanto colpisce i bambini, e non solo!
    Ha ragione Miriam sul quanto ci stiamo lasciando imporre la cultura dai Musulmani!
    La diffidenza è parte di questo rapporto, purtroppo. Ma se uno guarda le persone e non le categorie le cose possono essere diverse. In ufficio c’è un imbianchino egiziano che è stato aiutato dal mio capo, che l’ha regolarizzato e che offre uno spazio li da noi quando serve ( ha un suo computer, un collega ha insegnato a utilizzarlo, fa facchinaggio e lavoretti vari quando non ha i suoi). Lui ha una bruttissima visione di noi occidentali, di come abbiamo estromesso Dio dalla vita. Ma è perfettamente conscio chela maggior parte delle persone che incontra in Italia “non sono cristiani signora Daniela, sono come tanti i miei compaesani che abitano qui, si dicono musulmani e bevono vino e mangiano il salame”.
    Lui è qui da anni, è venuto qui perché i suoi due figli maschi ( ne ha 5 nel totale) sono malati di distrfia muscolare e lui spera di poterli curare. Per anni ha fatto il clandestino e spesso nei cantieri non li pagavano dicendo “vai pure alla polizia a denunciarmi”. Ovviamente non lo poteva fare. Tanti se ne aproffittano dei più deboli, questa è la realtà del nostro mondo scristianizzato.
    Una volta, in quaresima io avevo dato un passaggio a Nasser, questo è il suo nome, a fare la spesa. Era venerdì e lui insisteva che io prendesse un aperitivo, io dico di no, lui insiste, dico che non potevo mangiare. Lui fa ” ma lei non deve fare la dieta!”. Io spiego che non era dieta, era digiuno, spiego cos’è la quaresima (lui è in Italia da più di 10 anni, non si era mai accorto!!!). La cosa finisce li. Passata Pasqua mi arriva in ufficio con una colomba e mi dice “adesso può mangiare sorella!”.
    Ieri l’ho sgridato di brutto al telefono per questioni di lavoro ( lui sta imbiancando la casa dei miei poco tolleranti suoceri) ed io ho sfociato il meglio del mio lato peggiore. Tante volte purtropo mi tocca, il cantiere è un ambientino tremendo, dove una deve fare la uoma per forza di cosa… Ma ieri mi sono davvero dispiaciuta, lui mi ha detto: lei per me è una sorella, tanti mi trattano male, ma se lo fa lei mi dispiace. Sembrava piangesse. Io mi sono sentita un verme…

  5. alvise

    Tutto è puro per chi è puro, come il raggio di sole che entrando nella latrina non si sporca!!!
    Quanto alle abluzioni: rito universalmente diffuso da sempre e in tutte le culture.
    Anche noi abbiamo il battesimo, l’acqua santa all’entrata delle chiese, il sacerdote si lava le mani durante la messa, si spruzza l’acqua santa per benedire persone e cose, anche i morti,

  6. fefral

    il fratello grande che rosica… a me fa tenerezza. Povero fratello, che ha passato tutta la vita ad obbedire e non capisce, proprio non capisce, perchè il padre faccia tanta festa per quel disgraziato del minore che ha sperperato tutto.
    Ma lo sguardo buono del padre è rivolto anche a lui quando esce fuori e lo prega di rientrare. Il padre buono che va incontro al figlio dissoluto e che va anche incontro al figlio gretto e invidioso. Con quale amore avrà guardato quel figlio intrappolato dalle regole e incapace di amare?

    1. Alessandro

      fefral, non sei politicamente corretta, devi essere vegetariana se vuoi stare al passo coi tempi 🙂

  7. alvise

    Un’ (altra)cosa da dire: ha ragione LUIGI ,Laura Gotti Tedeschi (no che sia importante) non ci ha cacato nemmeno di striscio, solo se ci ha potuto brontolare, eventualmente…

  8. anna

    Grande Costanza!!! Hai mai pensato di fare altro nella vita??? Sei perfetta e forse “sprecata” per i 5 elementi della tua famiglia e noi facenti parte di questa belllissima comunità. Devi darti di più, c’è bisogno di persone come te che dicano come veramente si vive la fede. Siamo stanchi di sentire teorie, parole e vedere cattivi esempi. Di catechesi pratiche come le tue non ce n’è mai abbastanza. E poi…l’avessi scritto prima questo libro!!! Tanti errori si sarebbero evitati anche in famiglia.
    Io, tra l’altro, ho un figlio grande cresciuto in parrocchia e ora non ne vuol sapere di fede (mi hanno detto che è una fase della vita). Vabbè, guardiamo avanti e speriamo di recuperare il recuperabile 🙂
    Un augurio di buona giornata a tutti voi

  9. Alberto Conti

    “Quando tu capisci dove è la vera bellezza, la insegui, perché ti conquista. Non la insegui perché devi, ma perché la vuoi con tutte le forze.”
    Penso che in queste 2 righe sia concentrato l’Avvenimento Crisitiano.
    Si parlava dell’Islam come fede senza Amore, e sono d’accordissimo ma è vero anche che un Dio delle regole è molto più comodo perchè non c’entra con la tua vita (o meglio con il tuo IO) basta seguire le regole e ti sei comprato la salvezza, un Dio che è Amore implica tutto il tuo essere dalla ragione al cuore.
    L’Islam ci “invade” ma, come si diceva ieri, niente dipende dalle circostanze senza la nostra connivenza, stiamo abbandonando la tradizione cristiana (che è poi la tradizione italiana) e senza tradizione (storia) non esiste più un popolo: probabilmente nel Medioevo (o forse anche solo 50 anni fa) la “percezione” della religione cristiana in Italia era molto più evidente che non ad Istanbul oggigiorno (adesso noi preferiamo denunciare le campane per disturbo della quiete pubblica).
    Ho conosciuto musulmani inorriditi dal fatto che si discuta sulla rimozione dei crocefissi o dell’opportunità dell’ora di religione, perchè per loro la tradizione è tutto in quanto vuol dire sapere da dove si viene, è un punto di partenza (o meglio “il punto di partenza” come diceva don Giussani).

  10. Alvi! Il cuore di Dani è duro come una roccia, ci provo di brutto ad essere migliore, ma i miei limiti sono notevoli! Se non ci fosse Quel Pane nella mia vita io sarei infrequentabile: orgoglio, vanità e ira albergano nel cuore di Dani. Ma quando questo cuore riesce a farsi da parte e si fa assorbire dal Cuore di Cristo nell’eucarestia, allora è capace di grandi cose, perché si apre all’infinito.
    Credo che ci siano non credenti bravissimi nel dono ( come il mio capo), perché più bravi di me, per loro natura più aderenti alla verità delle cose che Dio ci ha iscritto nel cuore. Io, per come sono fatta male, so di non potercela fare senza i sacramenti. vizi e virtù ci vengono dati come bagaglio, a tutti in proporzioni diverse. Vanno coltivati. Uno può sprecare un patrimonio, ma si può anche costruire un impero partendo da poco.

  11. Giovanni

    Carissima Costanza,
    ho appena trovato il tuo Blog e ho letto (per adesso) solo questo post:
    è bellissimo quello che scrivi!, mi sento di dirti:
    sei una luce potente che illumina i cuori e le menti degli stanchi naviganti del web…
    …ti abbraccio forte! Continua così!!

  12. Carissimi
    non c’entra nulla con l’argomento, volevo solo salutarvi perchè domani parto per le vacanze. Non avrò grandi collegamenti internet per cui, a parte qualche mail, non credo potrò leggervi. Torno il 14
    Baci, abbracci e buon proseguimento 🙂

    PS I piccioni sono ormai prossimi al volo autonomo

  13. alvise

    Costanza: te dici: “Il segreto è fare spazio a Dio, lasciare che sia Lui ad agire.”
    Ma qual’è il modo per lasciargli lo spazio, nella pratica?
    E poi tante volte non hai detto che lui agisce sempre e comunque?

    1. Luigi

      Ciao Alvise sono Costanzo. Lasciare spazio, lasciare che sia lui ad agire. Effettivamente è una domanda interessante.
      Lo Spirito Santo agisce in noi grazie alla nostra preghiera e ci permette di illuminarci in modo che la scelta che faremo sia conforme alla volontà di Dio. Questa ovviamente è la mia spiegazione. Un altro segno efficace della grazia è l’Eucarestia e anche questo sacramento ci aiuta credo allo stesso modo.

    2. Lo spazio che “si fa a Dio” è lo spazio in cui lo si aspetta o, con bel latinismo, lo si attende. Protendersi a Dio nel pensiero costante e “nostalgico” di lui cura insieme il fratello minore e quello maggiore che sono entrambi in noi. Quanto poi al “sempre e comunque”, sì: la fede c’insegna che il “regno” viene, che noi lo vogliamo o no; nella speranza, però, ardente d’amore, ci è data l’occasione di desiderarlo, e di vederne già fin d’ora i bagliori.
      Com’è oggi la campagna? 🙂 Ah, sto meditando una bella gita fuori porta…

    3. Miriam

      Secondo me fare spazio a Dio è senz’altro attesa, ascolto, attenzione amorosa. Ma credo che il modo sicuro per fargli spazio sia essere davvero aperti ad accoglierlo e, per questo, la prima cosa è affidarci e, nella concretezza, agire (o non agire a seconda dei casi) piegando la nostra volontà a quella che alla luce della fede e del discernimento scopriamo essere la sua.
      Il dramma è quando scambiamo la sua volontà per il nostro velleitarismo.

  14. Velenia

    L’Islam è una religione,cioè un tentativo dell’uomo di avvicinarsi a Dio,il Cristianesimo invece,come ci ha ricordato tante volte questo Papa,non è una religione ma un Avvenimento,cioè Dio che si comunica all’ uomo.La differenza è tutta qui.
    Anni fa ,incuriosita proprio da questo particolare tentativo, decisi di fare la tesi di specializzazione sullo status giuridico delle donne nel diritto islamico.Scopriì varie cose interessanti:prima dell’ Islam,per i beduini del deserto le donne non erano nulla,l’infanticidio delle bambine,come avviene ancora oggi in culture come quella cinese e indiana,non era punito.la donna non aveva diritti ereditari,e non poteva essere testimone in un processo.Nell’ Islam ha cominciato ad avere dei diritti,ma nell’ Islam non esiste l’ uguaglianza,nè tra uomini e donna ma neanche tra mussulmano e non mussulmano.Cristo ha fatto di più,e vi faccio subito un esempio ,per chiarire,prima di Maometto il ripudio era assolutamente senza regole,Maometto lo regolò,sancendo che alla donna dovesse essere corrisposta,al momentodel matrimonio una somma di denaro,il mohar,che serve a garantirla in caso di ripudio,fu stabilitoche un marito non potesse ripudiare più di tre volte la propria moglie.Ma Gesù ha fatto di più,ha abolito il ripudio,ha dichiarato il matrimonio indissolubile,lo ha reso sacramento,per le altre culture è un contratto,tanto che i discepoli trovavano che non era più conveniente sposarsi.Tempo fa,qualcuno nel blog,ha paragonato la sottomissione di cui parla San Paolo con la sottomissione del diritto islamico,,non ha senso è come paragonare un pesce con una pianta,hanno ben poco in comune.Per questo cara Costanza dovresti scrivere al più presto”sposati e sii crocefisso”!

  15. Raffa

    Cara Costanza, sono una figlia spirituale di P.Emidio, ho frequentato il SOG dal 1993 al 1999, anno in cui mi sono sposata. Ho tre figlie qui, e tre sono in cielo, l’ultimo perso al quinto mese di gravidanza nel settembre scorso, senza un motivo preciso accertato a livello medico…so soltanto che a inizi settembre era lì che scalciava pieno di vita e il 25 ho scoperto che si era fermato, non lo sentivo più.
    E’ stato un anno molto duro, a livello personale, coniugale e lavorativo, in febbraio ero veramente alla frutta…mio marito mi ha portato a casa il tuo libro, su consiglio di una signora…appena ho letto il titolo ho avuto una bruttissima reazione, ero in un momento decisamente no…mi sono detta che non lo avrei mai letto.Poi ha vinto la curiosità e mi sono divertita un mondo nel leggerlo e nel ritrovarmi in tante situazioni che descrivi. Mi sentivo “a casa” e non sapevo dire perchè. Alla fine, nei ringraziamenti, ho visto che citavi Emidio e mi sono detta: “Ecco perchè l’atmosfera, le tematiche, lo sfondo non mi erano estranei!!!”. Ringrazio Dio, Emidio, te… perchè nei momenti particolari della mia vita mi avete aiutato a non ripiegarmi su me stessa, ad avere la forza di guardare avanti e, soprattutto, a ricominciare a camminare. Ra
    P.S. Il tuo umorismo rende le tue riflessioni ancor più incisive…complimenti anche per “Il vangelo secondo Veronesi”…è un pezzo memorabile!

  16. alvise

    Siccome , ve l’ho gia raccontato, sono stato rinchiuso nel collegio deo Padri che non mi voglio nemmeno più ricordare che Padri erano che Iddio possa vere pietà di loro tenera creatura com’ero ho provato anch’io lo stao di beatitudine che uno ha la sensazione di provare dopo la confessione per esempio o la comunione ma poi ho capito o credo di aver capito che erano stati di suggestione che provava un fanciullo disperato come ero io che cercavo conforto anche da queste pratiche che dopo poco non hanno più funzionato.Credo sia vero quello che uno prova nella preghiera e quant’altro, ma secondo me non si tratta della presenza di Dio ma della nostra mente (e che altro sennò?) che si autoinfervora da se stessa e questa autoinfervorazione o autocommozione tutta interna al nostro pensiero questo sì è misterioso come da un cervello possano scaturire questi stati d’animo estatici come l’amore che uno non mangia nè dorme più che si sente fuori del mondo.Quello che non ho mai sperimentato è la strada giusta per mezzo della preghiera. Voi sì?

    1. Alberto Conti

      Alvise ma di fronte ad un bel muro a secco non ti chiedi chi può averlo fatto? e di fronte a quelle pietre di cui ci parlavi tempo addietro (“una bellezza”) o di fronte alle stupende colline che hai la grazzia di contemplare solo aprendo le finestre la domanda non rimane la stessa?

      “Quando tu capisci dove è la vera bellezza, la insegui, perché ti conquista. Non la insegui perché devi, ma perché la vuoi con tutte le forze.” La preghiera non è altro che domanda di Bellezza.

    2. Luigi

      La mia fede si traduce in una consapevolezza della presenza di Dio e in una sperimentazione del suo Amore. La Fede se è vera ti da più certezza dell’esistenza di Dio che non di un albero che hai di fronte.

    3. fefral

      Alvi’, una mia amica che non crede mi chiedeva tempo fa come facevo io a non essere sicura che la mia preghiera non fosse in realtà un monologo. Non lo so. Non so spiegartelo. Ma per me è chiara la differenza. Anche io provo gli stati di suggestione e autoinfervorazione di cui parli ogni tanto. E molto spesso invece di pregare mi metto là a parlare da sola. Ma c’è una differenza tra le due cose e me ne accorgo subito. C’è una pace che è solo nella preghiera che riesco a trovare. E quando invece questa pace non arriva mi rendo conto che sto parlando da sola. E’ una pace che tante volte non toglie il dolore, o le preoccupazioni, che molto spesso non dà neppure risposte. Ma è come quando poggi la testa sulla spalla di un amico e magari non si parla neppure. Ma lui è là e tu lo sai. E puoi riposare. Ecco cos’è quando ricevo l’eucarestia e riesco a rendermi conto di Chi sto ricevendo.
      Non è sempre così, ma basta averlo provato una volta per capire che non è suggestione. Sei sicuro che non ti sia mai successo? Prova ad andare indietro nella memoria…

    4. Se mi spieghi pure la pirocardia e come chi ne è preda resti in vita… 🙂 in fondo di cuori e di fuoco sei un esperto, no?
      Quanto allo sperimentare è vero: «expertus potest credere…». Spero e prego che ti capiti. A fra poco.

  17. alvise

    CYRANO: attento a non incappare in qualche agguato dei domenicani, o agostiniani, anche peggio!!! (ma ci sono ancora giansenisti?)

    1. Con gli agostiniani vado molto più d’accordo che coi domenicani, credimi! Come dicevo ad Andreas ieri, mi pare, Agostino fu il mio primo amore, più di dieci anni fa… i suoi amici sono i miei amici e i suoi nemici sono i miei nemici! 😉 I giansenisti ci sono sempre, ci sono: quella è tra le eresie più insidiose (e più affascinanti) del mare magnum catholicum, ma è forse vero che la nostra epoca non le offre un gran terreno…

  18. alvise

    VELENIA: “L’Islam è una religione,cioè un tentativo dell’uomo di avvicinarsi a Dio,il Cristianesimo invece,come ci ha ricordato tante volte questo Papa,non è una religione ma un Avvenimento,cioè Dio che si comunica all’ uomo.La differenza è tutta qui.”
    Prova a chiedere a loro cosa ne pensano!!!

    1. Alberto Conti

      Cristo è l’unico che ha detto di se “io sono Dio” (Maometto e gli altri no), per cui: o Cristo era un pazzo (ma 2000 anni di storia sembrerebbero dimostrare il contrario) o quest’affermazione va presa sul serio.

  19. oboe

    “Le leggi servono perché c’è il peccato originale, perché c’è il male che agisce in noi, ma quando è la grazia che lavora, la legge non serve più. Quando tu capisci dove è la vera bellezza, la insegui, perché ti conquista. Non la insegui perché devi, ma perché la vuoi con tutte le forze. Capisci che quello è il meglio per te,”
    E’ proprio così che accade. E’ proprio così’ che si passa dalla legge alla grazia. E’ quando hai quella che all’inizio può essere anche solo l’intuizione di Dio e ti dici: Cavolo!!! Bella ‘sta roba…è questo che voglio nella mia vita, è questo che sto cercando! Trovare il gusto di Dio,. il sapore di Dio. Fare spazio a Dio è restare in quell’intuizione, ascoltarla, coltivarla. Il resto lo fa Lui 🙂

  20. giuliana z.

    Fare spazio a Dio nella nostra vita è la cosa più difficile da fare, molto più complicato e scomodo che fare abluzioni. In casa mia, poi, se non approfitti la mattina per darti una sistemata che ti renda presentabile in pubblico, è praticamente impossibile anche solo farti una doccia rapida. Quando ho i figli a casa devo stare attenta che non mi si arrampichino come scimmie sui mobili della cucina cercando merendine di qualunque specie. Dirò la verità, a volte agogno le abluzioni come acqua nel deserto, vorrei chiudermi nel bagno e immergermi nel sapone. Però ho notato che le cose più terribili avvengono proprio quando varco la porta della toilette: uno spigolo sulla fronte, un piede messo male, una caduta dalle scale…. non c’è verso, quando vorresti anche solo fare pipì, ecco che uno dei due “mammaaaaaaa! mi ha fatto male! bbbieniiii!” e così addio bagno. Immaginate quindi come può essere faticoso far posto a Lui….
    Stamattina, però l’ho dedicata a me stessa. Le vacanze dei pargoli incombono e io dovevo assolutamente privilegiare Maria e lasciare un po’ a casa Marta. Ho incontrato un’amica speciale e abbiamo chiacchierato finchè s’è potuto. Altro che abluzioni! ovviamente ci siamo scambiate opinioni politicamente scorrettissime sull’andazzo delle cose mondane, sulle riviste femminili, sui luoghi comuni da sfatare.
    Ora sono di nuovo a casa e Marta eccola di nuovo all’opera che cerca di debellare le formiche in salotto….
    Nel caso specifico dell’Islam, invece, non so che dire, non mi corrisponde minimamente, e non mi interessa neppure. Sarò chiusa mentalmente, ma non mi attira alcun approfondimento sulla sua dottrina e se devo dirla tutta mi basta il fatto che Dante abbia messo Maometto tra i seminatori di discordie. Mi interessa invece il fatto che loro sono più attaccati di noi alla tradizione e che se noi non ci riappropriamo della nostra identità cristiana saremo inevitabilmente fagocitati dal relativismo imperante, da cui già così è difficile difendersi.
    L’uomo non è più per la legge, ma la legge per l’uomo, questa è la grande novità, da 2000 anni lo è ogni singolo giorno. Lo è per la nostra vita, la mia e la tua. Invece noi siamo come il giovane ricco, che rispetta le leggi, ma quando si tratta di coinvolgersi con Cristo gira i tacchi e torna a servire le leggi, a non farsi domande, a non lasciarsi prendere dal fascino. Ma come fa? come fa a non cedere alla bellezza? la vede, è lì a portata di mano e non la prende. Per me questo è un atteggiamento castrante. Obbedire alle leggi senza un motivo di fascino è una castrazione. E poi le leggi le sa fare pure l’uomo, così bravo a predicare la morale. Ma senza quel fascino che si protende verso il nostro io, cos’è la legge se non qualcosa di parziale? io voglio tutto, il fascino, la bellezza, e poi anche la legge, che mi indichi la strada per amare ancora di più quella bellezza.

    1. Alberto Conti

      io una religione che mi vieta di mangiare salame e bere vino non la prendo neanche in considerazione 😉

    2. giuliana z.

      io non sono molto “ecumenica”… e come diceva la mia amica Annalisa, prima o poi ‘sti musulmani ci taglieranno la gola a tutti! e magari poi si mangiano anche il salame….

    3. fefral

      la legge è comoda. Il giovane ricco si è sentito dire di lasciare tutto. Lasciare tutto… chi di noi è davvero disposto a farlo?

  21. alvise

    Alberto, Luigi, oboe: allora sarei io pazzo (o cocciuto o superbioso) se non credo?
    Quanto a Maometto e Gesù, che pensate ne pensino i maomettani?
    Ma voi dite, ma Gesù è storico e il Dio di maometto non è storico.
    Ma loro che pensate che rispondano?
    Ma loro, si sa, direste voi, essendo maomettani…

    1. Alvise caro,
      Io’ho chiesto al suddetto musulmano, anzi, è stato lui a cominciare l’argomento teologico in uno dei passaggi in macchina che offrì. Lui cercava di convincermi che in fondo eravamo entrambi credenti in Dio, che poi non era così diversa la cosa e che Gesù era un profeta potentissimo ma in fondo Maometto è venuto dopo, quindi quello che dice completa il resto. Io ho detto che lui si dimenticava un piccolo dettaglio: che Gesù, definito da lui il più grande profeta si diceva Dio in terra, che è stato ammazzato per dire questo e quindi o Gesù era un pazzo o era Dio, se era un pazzo, meglio buttare tutto quello che diceva, se era Dio nessun altro uomo per grande che sia può pensare di aggiungere nulla a quello che Dio ha detto. Possiamo interpretare, possiamo spiegare, ma non cambiare.
      Lui era allibito, come può un uomo essere Dio! Dio, così grande, così irraggiungibile!
      Io disse: secondo te Dio è onnipotente? Lui dose si, allora chiesi: perché poni limiti alla sua potenza?

    2. Alberto Conti

      No, ti dico solo segui la bellezza e non censurare la domanda di ulteriore bellezza che il tuo Cuore esige (il “più in la” di Montale) poi ti auguro che la Grazia (che ci vuole insieme alla propria libertà) ti possa incontrare sulla strada di questa ricerca.

      Che Gesù sia un personaggio storico è inconfutabile come lo è Maometto (tanto che i musulmani lo ritengono un profeta anche se non credono alla sua resurrezione perchè, correggetemi se dico una sciocchezza, sostengono che non sia stato crocefisso lui ma un altro al suo posto).
      La differenza sta nel fatto che Gesù ha detto “io sono DIo”, Maometto ha detto: “un angelo mi ha riferito queste parole”: secondo me la differenza non è da poco perchè nel secondo caso c’è un’interpretazione di un uomo dell’eventuale messaggio divino.

  22. giuliana z.

    scusate un’attimo la parentesi ma è da stamattina che continuo a pensare all’intervento di Anna alle ore 11,13
    “Hai mai pensato di fare altro nella vita??? Sei perfetta e forse “sprecata” per i 5 elementi della tua famiglia e noi facenti parte di questa belllissima comunità. Devi darti di più, c’è bisogno di persone come te che dicano come veramente si vive la fede”

    secondo me Costanza si dà fin troppo a noi di questa comunità e non è “sprecata” affatto per la sua famiglia, ma un vero dono lei stessa a loro e loro a lei! secondo te noi al modo che ci stiamo a fare? i discorsi? qui ci stiamo per rimboccarci le maniche e fare quel che dobbiamo fare, è uno sporco mestiere quello del quotidiano, ma ci tocca e in ogni gesto rendiamo gloria a Dio, anche nel passare il mocio vileda a terra!

  23. oboe

    Alvise@: su Maometto non so proprio cosa dirti. Sono totalmente impreparata.
    Riflettevo invece, anche io, sul fratello che rosica. In effetti nella parabola del Figliol prodigo, l’irrisolto è il fratello maggiore. Il Padre, così come è andato incontro al fratello maggiore, va incontro al fratello minore per fargli capire che ha un’idea totalmente sbagliata del peccato e secondo me è qui il centro della logica del racconto.
    “Facciamo festa perchè questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato” Ci dice esattamente che cosa è il peccato. Che cosa è il peccato? Una cosa divertente che non si può fare? Un qualcosa che uno è costretto da Dio a non praticare? Una parte bella della vita che però ci neghiamo perchè siamo stati presi dal sacro fuoco dell’etica?
    No, il peccato è perdersi, è trovarsi in una situazione di mancanza. E’ la festa la guarigione del peccatore, è entrare nella festa, è capire il di più che Dio ha da dare.
    L’uomo che si ritiene giusto (il fratello maggiore) dentro questa festa non riesce ad entrare, perchè basta a se stesso, perchè non crede alla generosità del Padre. Ha nel cuore un aspetto acido, un uomo allo yogurt. E invece vivere obbedendo a Dio è una festa, stare con Dio non è essere costretti proprio a niente, ma prendersi il meglio della vita.

  24. alvise

    Ecco, ci stavo pensando da un po’ di tempo…
    Qualcuno aveva interpretato “carpe diem” come un invito a spassarsela
    come facevano qugli antichi pagani senza Dio.
    Ma non è proprio così.
    Ho trovato la traduzione dei versi di Orazio, che poi riflettono un po’ l’essenza del
    pensiero classico antico.
    Non domandarti – non è giusto saperlo – a me, a te

    2. quale sorte abbian dato gli dèi, e non chiederlo agli astri,

    3. o Leuconoe; al meglio sopporta quel che sarà:

    4. se molti inverni Giove ancor ti conceda

    5. o ultimo questo che contro gli scogli fiacca le onde

    6. del mare Tirreno. Sii saggia, mesci il vino

    7. – breve è la vita – rinuncia a speranze lontane. Parliamo

    8. e fugge il tempo geloso: carpe diem, non pensare a domani.

  25. Alessandro

    su cristiani “altre religioni” e Islam mi sembra opportuno riportare quello che afferma il Vaticano II (Nostra Aetate):

    “La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini.

    Tuttavia essa annuncia, ed è tenuta ad annunciare, il Cristo che è « via, verità e vita » (Gv 14,6), in cui gli uomini devono trovare la pienezza della vita religiosa e in cui Dio ha riconciliato con se stesso tutte le cose.

    Essa perciò esorta i suoi figli affinché, con prudenza e carità, per mezzo del dialogo e della collaborazione con i seguaci delle altre religioni, sempre rendendo testimonianza alla fede e alla vita cristiana, riconoscano, conservino e facciano progredire i valori spirituali, morali e socio-culturali che si trovano in essi.

    La religione musulmana

    3. La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno.

    Se, nel corso dei secoli, non pochi dissensi e inimicizie sono sorte tra cristiani e musulmani, il sacro Concilio esorta tutti a dimenticare il passato e a esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonché a difendere e promuovere insieme per tutti gli uomini la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà”

  26. Alessandro

    Ancora io.
    Tema: l’Europa si islamizzerà? Due svolgimenti diversi (anche se non incompatibili, soprattutto nell’invito ai cristiani a riscoprire la loro fede). Il primo del card. Giacomo Biffi, il secondo di Vittorio Messori.

    1
    Sull’immigrazione. Intervento dell’arcivescovo di Bologna [Biffi] al Seminario della Fondazione Migrantes, 30 settembre 2000

    “In un’intervista di una decina d’anni fa, mi è stato chiesto con molto candore e con invidiabile ottimismo: “Ritiene anche Lei che l’Europa o sarà cristiana o non sarà?”. Mi pare che la mia risposta di allora possa ben servire alla conclusione del mio intervento di oggi.

    Io penso – dicevo – che l’Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana. Ciò che mi pare senza avvenire è la “cultura del niente”, della libertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquista intellettuale, che sembra essere l’atteggiamento largamente dominante nei popoli europei, più o meno tutti ricchi di mezzi e poveri di verità. Questa “cultura del niente” (sorretta dall’edonismo e dalla insaziabilità libertaria) non sarà in grado di reggere all’assalto ideologico dell’Islam, che non mancherà: solo la riscoperta dell’avvenimento cristiano come unica salvezza per l’uomo – e quindi solo una decisa risurrezione dell’antica anima dell’Europa – potrà offrire un esito diverso a questo inevitabile confronto.

    Purtroppo né i “laici” né i “cattolici” pare si siano finora resi conto del dramma che si sta profilando. I “laici”, osteggiando in tutti i modi la Chiesa, non si accorgono di combattere l’ispiratrice più forte e la difesa più valida della civiltà occidentale e dei suoi valori di razionalità e di libertà: potrebbero accorgersene troppo tardi. I “cattolici”, lasciando sbiadire in se stessi la consapevolezza della verità posseduta e sostituendo all’ansia apostolica il puro e semplice dialogo a ogni costo, inconsciamente preparano (umanamente parlando) la propria estinzione.La speranza è che la gravità della situazione possa a un certo momento portare a un efficace risveglio sia della ragione sia dell’antica fede”.

    2
    Vittorio Messori
    http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-a-tavola-con-vittorio-messori-2205.htm

    “Una notizia che ti abbia colpito in modo particolare in questi giorni?

    Beh, il fatto che in Olanda (come sempre capofila del politicamente corretto) stia per essere approvata una legge che impedisce la macellazione secondo il rituale islamico. Questo, come sai, vuole che gli animali siano dissanguati prima di essere mangiati e, dunque, bisogna che la morte delle bestie sia lenta. Dai cadaveri il sangue non sgorga. Il rituale non riguarda solo bovini ed ovini ma anche i bipedi, a cominciare dalle galline .
    Dopo anni di polemiche, gli animalisti stanno per avere partita vinta, denunciando questo rituale come una sofferenza intollerabile per gli animali. Guarda che le conseguenze di questa legge (che pare sarà certamente approvata) non saranno per niente secondarie. L’Olanda possedeva colonie nei Paesi islamici del Sud Est asiatico, dunque la comunità musulmana è assai numerosa e sempre crescente. Che succederà quando per centinaia di migliaia di muslìm olandesi non sarà possibile mangiare carne se non “sacrilega“ perché irrispettosa della Tradizione coranica? Si creerano macelli clandestini per gli islamici osservanti ? Mmmh, mi sembra improbabile, l’Olanda è piccola e bene organizzata, la polizia vigila e non è che la macellazione sia cosa da poco, da fare di nascosto in garage… Te li vedi i vicini di casa che non si accorgono di nulla e che non telefonano in commissariato ? Si riforniranno con aerei-frigo che giungeranno ad Amsterdam da Paesi musulmani ? Costoso e anche impraticabile, per vari motivi che qui non sto a enumerare . Tra l’altro, la legge olandese potrebbe imporre il divieto di importare carni con il metodo giudicato inutilmente crudele. Ne abbiamo già parlato: questa è la conferma di quanto si osservava.
    E che, cioè, alla fine la coabitazione con l’Occidente porterà l’islam ad abbandonare le sue pratiche religiose. Ma, per il suo ritualismo, ciò significa anche l’abbandono della fede”

    1. giuliana z.

      per me ha ragione Messori sul fatto che la morte del ritualismo porterà all’abbandono dell’islam, ma spero che contemporaneamente ci sia in Europa un risveglio dell’antica fede. ( magari i cattolici rimarranno in tre e la universale religione umanistica-ecologista avrà irretito il mondo e reso sudditi dell’Anticristo tutti gli uomini….. ma questi sono pensieri miei e farfugliamenti deliranti, lasciamo perdere….)

    2. Alessandro

      “la universale religione umanistica-ecologista avrà irretito il mondo e reso sudditi dell’Anticristo tutti gli uomini….. ma questi sono pensieri miei e farfugliamenti deliranti”…
      Giuliana, non sono lontano dal farli anch’io, questi “farfugliamenti deliranti”, mi sembra che in Occidente questa nuova specie di religione universale stia progredendo…

  27. alvise

    Non c’è nulla da fare…
    Se tutti si pensasse alla stessa maniera (buona) il mondo sarebbe meglio?
    Se tutti pensassero che le cose dovessero andare in un certo modo (meglio)
    allora anderebbero in questo modo meglio che sarebbe la dimostrazione che queste cose erano che si dovesse tutti pensare che erano meglio per tutti come dimostrato dai fatti (futuri)…
    In attesa si cerca di fare ognuno quello che uno pole il Papap fa il Papa io fo i muri Costanza la catechesi Cyrano tira di spada Alberto lingegnere (cattolico) Luigi (lasciamo perdere!) Fefral (lasciamo perdere!) Alessandro( storia e filosofia)oboe (l’oboe) dani(il tormento e l’exstasis) Giuliana la mamma d’assalto Velenia (incoccia il pesce come nessun altro lo sa incocciare)

    1. Alessandro

      Te l’ha già scritto ieri, fefral
      “E’ UN ELEGANTISSIMO(DI SUO) ASTUCCIO DI MAROCCHINO ROSSO PIENO DI GEMMME MAI VISTE DA NESSUNO(SPERO)”

  28. Cara Raffa, grazie a te della tua testimonianza. Come hai potuto vedere io non ho fatto che tradurre in un linguaggio “corrente” i tesori che ci mette a disposizione la Chiesa, attraverso padre Emidio e altri santi (la comunione dei santi esiste, eccome!). Tu a tua volta lo avrai fatto senza neanche essrtene accorta, per i tuoi figli, tutti, quelli in cielo e quelle sulla terra, e per tutti quelli che incontri. Coraggio, dobbiamo tutti insieme passare il testimone, e proprio nel momento della croce, standoci con mansuetudine, possiamo fare di più! Un abbraccio, sorella di Sog!

  29. Roberto

    Anche se di sicuro il problema enorme è che ai popoli d’Europa è stato insegnato così bene a diffidare dalle proprie radici da aver deciso di “implodere” (e per una volta non mi trovo d’accordo con la padrona di casa che ci dice che il sale dev’essere poco, no-no, più ce n’è meglio è), va pur detto che l’Islam è una religione teocratica e che il sogno di poter vivere in una società multiculturale in cui la sua presenza sia massiccia è… un sogno che facilmente può diventare un gran brutto sogno.
    Mi trovo in disaccordo con l’analisi ottimista di Messori, che non tiene conto della possibilità che viene lasciata ai musulmani dal Corano stesso a “dissimulare”. Quoto questo stralcio da qui:

    http://www.alleanzacattolica.org/temi/islam/cantonig_islam_cap_4.htm#4

    accanto al divieto di apostasia, cioè di conversione dall’islam, è prevista la possibilità di rinnegare esteriormente la fede: infatti, se — come recita il versetto 106 della sura XVI, «An-Nahal» (Le Api), del Corano —, «quanto a chi rinnega Allah dopo aver creduto […] e a chi si lascia entrare in petto la miscredenza; su di loro è la collera di Allah e avranno un castigo terribile», a questo terribile castigo — ultraterreno e terreno — si sottrae chi — come si legge sempre nello stesso luogo — apostati solo formalmente: «[…] eccetto colui che ne sia costretto, mantenendo serenamente la fede in cuore». E — così suona il commento — «la portata generale del versetto si traduce in un’autorizzazione alla “tukya” (la dissimulazione) data dalla legge islamica quando palesare la fede potrebbe essere gravemente lesivo della vita, dell’incolumità personale o della libertà» (60).

    A sua volta, questa dissimulazione si affianca alla possibilità, in caso di necessità, di stringere amicizia con infedeli, di fare intese con loro — «I fedeli non si alleino con i miscredenti, preferendoli ai fedeli. Chi fa ciò contraddice la religione di Allah, a meno che temiate qualche male da parte loro» (Corano, sura III, «Âl-‘Imrân» [La famiglia di Imran], 28) — come pure di consumare alimenti proibiti: «Oggi vi sono permesse le cose buone e vi è lecito anche il cibo di coloro ai quali è stata data la Scrittura, e il vostro cibo è lecito a loro» (Corano, sura V, «Al-Mâ’ida» [La Tavola Imbandita], 5); e ancora: «Perché non mangiate quello su cui è stato pronunciato il Nome di Allah, quand’Egli vi ha spiegato quello che vi era vietato, a parte i casi di forza maggiore?» (Corano, sura VI, «Al-An‘âm» [Il Bestiame], 119), sulla cui base — spiega il commento — «[…] la stragrande maggioranza degli “ulama” (i dottori della legge islamica) hanno enunciato un principio giuridico che dice: “ad dharurat tubihu’ l mahdhurat” (il bisogno rende lecito quello che è illecito)» (61).

    Tutte queste ipotesi meritano di essere tenute presenti, soprattutto in relazione a giudizi relativi almeno a processi di secolarizzazione diagnosticati — e diagnosticabili — con troppa facilità sulla base di comportamenti — sia in Occidente che in terre d’Islam —, dei quali forse meriterebbe si esaminasse la natura con maggiore attenzione.

  30. Francesca Miriano

    Premetto che la penso come il Dio di Altan (quello col triangolo in testa e la barba).che si domanda chi glielo abbia fatto fare di inventare le religioni.Il post mi ha fatto venire voglia di leggere qualche sura del Corano. Velenia sicuramente ne sa molto di più , ma ho trovato:’Fa parte dei Suoi segni l’aver creato per voi delle spose, affinchè riposiate presso di loro, e ha stabilito tra voi amore e tenerezza.’ Non mi pare peggio del famosissimo passo della lettera di S. Paolo da cui il titolo del Libro. Come sempre è questione di interpretazione ( si chama esegesi?): ha fatto comodo e fa comodo tenere le donna un gradino sotto ( a volte più di un gradino). Se poi parliamo di divieti è meglio lasciar perdere perchè quelli avranno il salame, altri la mucca, altri che ti devi vestire in un certo modo , o che ti devi accoppiare secondo certi principi. Siccome , non avendo la

    credenza, io penso che sia vietato vietare ( come dicevano gli zii sessantottini) a patto di non pestare i calli a qualcuno, cosa c’è di meglio che tenere strettamente separati lo Stato e le credenze?Cos’ì tutti possono praticare serenamente le loro religioni e quelli a cui non importa molto avranno il loro bello stato laico con diritti e doveri ecc. ecc.Mi rendo conto che sono una persona semplice ma me ne sono fatta una ragione. Come dovremo farci una ragione del fatto che i musulmani,venendo da regioni povere, si riproducono di più e cercano anche loro il benessere per cui sono tanti e saranno sempre di più. E’ conveniente per tutti imparare a tollerarci perchè la storia non la possiamo fermare. Spiegacelo tu Alvisino che sei omo di curtura!

  31. anna

    @ Giuliana Z
    Ma dai?!!!!! Era in senso ironico il mio x Costanza “…hai pensato di fare altro???”
    Era questo il senso: Sali in cattedra Costanza!…Metti una telecamera (visti i tempi) nella tua vita, tu che insegni più di chiunque altro con le catechesi e con la pratica stessa, la tua vita stessa.
    Certe volte mi pare di non riuscire a spiegarmi…sarà che passo anch’io il mocio ;-(
    @ Fefral
    Io da oggi sarei disposta a lasciare tutto, come disse Gesù 🙂

  32. Luigi

    Alvise tu sudi con i tuoi muri a secco ma anche qui a giocare a ping pong dieci contro uno te la cavi benissimo. Se non fosse per te il blog sarebbe unidirezionale. Francesca si limita a sentenziare la sua posizione ma non si mette in discussione, forse nemmeno tu lo fai. Ti sottovaluti, ti disprezzi ma in realtà continui a crogiolarti sulla tua fragilità umana. In effetti non è una posizione scomoda quella che ti sei ritagliato. Tendi anche tu a relativizzare le cose. La tua prima analisi sembra essere: sì ma in fondo? Ok ma quando ti alzi? Vabbeh ma se le cose non vanno così?

  33. Francesca Miriano

    Luigi io sono tutto tranne che una che può sentenziare. A suo tempo ho cercato e ho trovato risposte che hanno soddisfatto la mia domanda. Mi metto in discussione tutti i giorni più volte al giorno ma sulla credenza ho già dato e non è più un problema , comunque non è per me fonte di sofferenza. Le mie pere vertono su problematiche molto terrene e se ci sarà modo e il clima sarà disteso e tollerante se ne può parlare.
    Qui ci sono 40° e mi bolle il cervello!!

    1. nonpuoiessereserio

      E allora Franesca bazzichi da queste parti solo perché hai qualche amico/a e magari capita di poter parlare di altro? E come se io andassi a una riunione di un condominio di cui non faccio parte solo perché ho un paio di amici che non riesco a trovare altrove?

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  35. Von Kardinal

    Leggendo il post se la domanda sulla maggiore purezza degli islamici mi fosse stata fatta non avrei saputo rispondere con la chiarezza e la “razionalità” con cui hai risposto e chissà quanti altri… Il vero problema è che la maggioranza dei cattolici non sanno difendere la religione cattolica e la Chiesa perchè non la sentono come la propria ricchezza e la propria madre altrimenti si farebbero in quattro. Anzi è più trendy e progressista denigrarla. Continua così cara Costanza! Ma il secondo libro che argomento avrà?

  36. stefano bataloni

    Non ho letto tutti i commenti a questo post e non so se qualcuno mi abbia preceduto ma vorrei aggiungere questo.
    Sarebbe bello che di tanto in tanto riflessioni come quelle di Costanza arrivassero pure dall’ambone durante un’omelia. Talvolta invece si assiste a discorsi campati in aria e senza senso, sopratutto quando si parla di religione islamica.

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