di Cyrano
«Ora basta: è giunto il momento di parlare di donne! E di parlarne da uomini! Troppo inchiostro rosa è stato versato perché io non intinga la mia lama in un calamaio turchese! “Sì, vendetta, tremenda vendetta / di quest’anima è solo desio!…” In guardia, messeri». Bella, eh? E pareva vero? Però dovevate immaginarvi come che entrassi da una finestra in penombra nello stanzone.
Sì, perché l’argomento è insieme trascurato e abusato, svalutato e idolatrato, combattuto, temuto e fuggito e, infine, lasciato ai “giornali femminili” del compianto Luigi Tenco. Ho giusto un paio di sassolini da togliermi dalla scarpa, ovvero dallo stivale, e non son certo che convenga farlo prima della tenzone o – certo con maggior lustro per lo spettacolo – nel bel mezzo di essa. Via, ho deciso: procediamo con ordine.
L’argomento principale è il trucco, signore, e questo lo si evince da molte delle pagine che su questo blog hanno visto la luce. Ora, del trucco anche la saggezza popolare suol dire che “c’è ma non si vede”. Il buon vecchio Ovidio insegna, dalla sua cattedra amatoria, che i trucchi – dannazione! – non vanno tenuti in bella vista! «Come sarebbe?! – dirà qualcuna – perché, non si vede quando mi trucco e quando no?» – «Non è questo, madama!» – «Ma scusate, cavaliere – obietterà un’altra con garbo – non vorrete che andiamo in giro trascurate come voialtri!» – «Ma no, si capisce, non sta neppure lì il punto». Ma non desolatevi, mie signore, e consolatevi piuttosto a pensare che anche un grande filosofo di tempi poco lontani non aveva capito granché di questa faccenda, avendo avuto in qualche dove a dire: «Il fatto che la donna sia un animale cosmetico dice la sua inferiorità e subordinazione all’uomo». Okay, avrete capito che si tratta di quello che alcuni giurerebbero aver sorpreso intento a baciare un cavallo, e questo solo fatto senz’altro sembrerebbe inficiarne la credibilità in fatto di estetica.
Ma non divaghiamo: non sono le carte di Friedrich che c’interessano, quanto l’essenza della cosmesi. Sì, perché “animale cosmetico” è una formula ambigua, e rischia di risultare inutilmente peggiorativa, se non stabiliamo il valore dei termini. “Cosmesi” significa, alla lettera, regola, ordinamento, governo e, solo in senso derivato, abbellimento. Ecco, care signore, non voglio neanche precipitarmi all’affrettata conclusione che la vostra natura di “animali cosmetici” vi dannerebbe sostanzialmente al tenere la casa presentabile!
Ma c’è un altro fraintendimento cui andiamo incontro, e questo coglie soprattutto quelle di voi che hanno capito che i trucchi non vanno tenuti esposti (almeno!): truccarsi non serve, e non deve servire, a “far finta che sia vero”. È vero, Costanza, che chi ha inventato il fondotinta merita il Nobel, ma proprio perché il trucco, in fondo, lo conosciamo già tutti, c’è da stupirsi non che ci sia senza vedersi (tutt’altro, alla faccia della sapienza popolare!), ma che pur essendo così sfacciatamente evidente sia pure altrettanto importante!
Così le parti si invertono, e la cosmesi non è più il mezzo per il quale si raggiunge un obiettivo – ovvero rendersi decenti, presentabili, seducenti, irresistibili perfino, a seconda delle situazioni! – bensì il risultato è il mezzo per cui si allude sornionamente al vero invisibile: la cosmesi. Certo, il famigerato “rosso Chanel” può fungere da base per un’appassionante conversazione amicale, ma – no, no! – non può assolutamente essere argomento di discettazione coniugale! Ci vuole pudore, riserbo, segreto, signore mie! Non si parla di make-up con l’amante, tantomeno col marito, che più raffinatamente ancora deve essere educato a un’ermeneutica dell’invisibile. Il profumo della treccia della mia Rossana deve conservare un velo di mistero, anche mentre le mie narici la perlustrano a fondo!
«E perché?», chiede qualcuna di voi? Ma perché il rosso Chanel o l’Eau d’Issey sono solo il dito che indica la luna, e a nessun poeta verrebbe in mente di complimentarsi con voi per la perfezione della mascherina con cui avete ottenuto la vostra manicure francese mentre il vostro indice punta a indicare, nel gioco dei simboli, il tempo che avete dedicato alla cosmesi. Tempo consacrato all’altro nella sua assenza, come la preghiera. Tempo dell’artefatto. Ecco un’altra parola bistrattata, che viene intesa alla stregua del francese “factice”: no, mie care, no! Artefatto è una parola che mi piace scandire lentamente, a labbra distese: “Fatto ad arte”, sì, perché sappiamo che tutto in noi oscilla tra ciò che siamo e ciò che vogliamo.
Il miracolo della cosmesi, mie signore, qualunque cosa sia, non significa che potete “sembrare migliori di come siete”: questo s’intende quando si portano a tosare i barboncini, e magari il filosofo di cui sopra non aveva colto tanta finezza (capita anche a simili geniacci, sì)! Il miracolo della cosmesi sta nel fatto che in essa si manifesta – possibilmente con giusta nonchalance, con civettuola noncuranza! – che sappiamo che l’altro ci prende come siamo, ma che vogliamo fargli sapere che siamo disposti a lasciarci plasmare come vuole (dannazione, ci vorrebbe un medio-passivo! Ma proprio non ne abbiamo in italiano?).
Altro stereotipo mortifero dell’amore, ritornello di ogni crisi: «Se mi ama mi deve accettare così come sono». Sì, è vero, ma non è meno vero il contrario: “farsi belli per qualcuno” (ma quanto parlano ‘st’espressioni?!) significa “fare come se non si fosse abbastanza”, dal momento che si è sicuri di poggiare già solide fondamenta sul cuore dell’altro.
E ora a noi, messeri, “fatevi sotto” (no, piano, piano, scherzavo)! No, quello che volevo dire è che non perché gli “animali cosmetici” sarebbero precipuamente le donne allora noialtri si sarebbe autorizzati a circolare allo stato brado: penso che tutto quanto detto sopra vada declinato secondo le specifiche inclinazioni del genere maschile (che ne so, almeno curare la barba, sciacquarsi le ascelle…) e secondo il genio virile nella coppia – per cui, se anche ci è concesso di evitare il martirio del silk-épil, noialtri si dovrebbe almeno curare di avere delle opinioni un tantino fondate, di essere capaci di proteggere (che è il maschile di “accogliere”), di decidere senza imporre, d’emanare autorevolezza senza autoritarismo… questa è la nostra cosmesi. E disgraziatamente né la Lancôme né la Pupa né altre aziende cosmetiche hanno pensato a noi senza volerci al contempo effeminare, accidenti!
Ricordate cosa facevano le ragazze di provincia, negli anni del “miracolo italiano”, avendo visto al cinematografo le attrici in passerella con le seamed, le calze con la riga (“le calze di seta!”, le chiamavano: “le calze francesi!”)? Beh, non avendo negozi che le vendessero, prima ancora che soldi con cui comprarle, semplicemente si disegnavano una riga sulla parte posteriore della gamba (il difficile era farla dritta: e lì si scoprivano le vere amiche!), di modo che almeno da lontano i ragazzi potessero avere l’illusione della “calza francese”! E che facevano quelli, avvicinatisi e scoperto l’inganno? Se ne andavano disgustati dell’imbroglio? Ma quando mai?! Sorridevano dell’ingenua ingegnosità della trovata, perché avevano capito che l’essenza dell’arte cosmetica è creatività ludica (il resto è vile polvere colorata).
Tempo perso, quello passato a radersi, depilarsi, formarsi e “farsi belli per un altro”? Piuttosto “tempo raccorciato”, direbbe Paolo (cf. 1Cor 7,29ss): tempo che può repentinamente risultare investito o sciupato, nelle stesse attività, a seconda dello spirito con cui esse vengono condotte. Per questo è arte cosmetica truccarsi come se non ci si truccasse e non truccarsi come se ci si truccasse: la prova del nove si ha quando ci rendiamo conto che non sappiamo decidere se troviamo le nostre Rossane più irresistibili “al naturale” o “artefatte”. Ah, signore mie, quando tuffando il naso nelle vostre chiome ci sentiamo respingere: «No, sono sporchi!»… lì mostrate di non aver capito che amiamo voi nel vostro miglior profumo, come se esso fosse essudato dalla vostra pelle, e che amiamo voi nel vostro sudore, come se esso fosse il più caro dei profumi.
Mi piace il trucco eccessivo delle teenagers come si vede in qualche film irlandese. Non concepisco il ricorso alle lampade abbronzanti, semplicemente assurdo. Se una donna è bella senza trucco Dio la benedica. I veggenti dicono che la Madonna è stupenda e senza trucco, ci credo. Un filino di mascara alle mogli fa bene. Il trucco limitato a poche occasioni le rende desiderabili.
Il trucco cari signori, tante volte è un’armatura che si mette per affrontare la vita, per sentirsi più sicure, per nascondersi un po, per sembrare migliori, nascondere difetti.
Lo so, è un sotterfugio, e qualche volta ci si diventa schiavi, dipendenti. Se non si è “a posto” subentra un cattivo umore da record che ti fa diventare ancora peggio. E non va bene.
Equilibrio care signore, ma anche a voi cari signori: va bene che IGIENISMO e PURITANESIMO vanno a braccetto e non sono cattolici, ma non esagerate col NATURALISMO, un poco di sapone e la barba fatta non fanno male a nessuno!
Ottima sintesi, Mrs Tarantino: precisa e succinta! 😀
“Se una donna è bella senza trucco Dio la benedica”
e se non lo è?
Il trucco è un’armatura dice Danicor, e un po’ sono d’accordo. C’è una cosa che forse voi uomini sottovalutate di noi donne. Tante volte ci vediamo brutte, anche quando magari non lo siamo. Nello stesso tempo tante donne non belle sono seducenti, e voi stessi non sapete neppure bene perchè. Molto fa la sicurezza della donna. Una donna che si sente bella spesso risulta bella anche se ha qualche difettuccio. Il trucco aiuta ad acquistare sicurezza. Il filo di mascara, il fondotinta che uniforma l’incarnato, la matita che evidenzia l’occhio distogliendo l’attenzione per esempio dal naso…sono tutti aiutini per sentirsi pronte ad affrontare il mondo.
Io personalmente ho un pessimo rapporto coi cosmetici perchè ho un pessimo rapporto con lo specchio: ma a un certo punto della mia vita abbiamo stretto un’alleanza: un velo di fondotinta, matita e mascara, niente rossetto e smalto rigorosamente naturale sono miei compagni inseparabili nei viaggi di piacere e nelle trasferte di lavoro.
Per una donna è importante sapere di piacere. O almeno sapere di non provocare disgusto. A volte noi sopravvalutiamo la vostra capacità di notare i dettagli (per far notare a mio marito che andavo dal parrucchiere una volta ho deciso di farmi bionda… io sono assolutamente mora. In quell’occasione, unica che io ricordi, se ne è accorto!), a volte voi sottovalutate l’importanza che ha per noi un complimento o almeno uno sguardo di apprezzamento.
Poco cattolico questo gioco delle parti nella seduzione? Un giorno qualcuno mi disse che la seduzione è una delle migliiori armi che ha una donna per fare del bene. O anche per fare del male. Come al solito dipende dall’uso che facciamo dei nostri talenti,
Buona giornata…. devo andare a mettere l’eye liner per fingere di avere uno sguardo sveglio in ufficio 😉
CIao Luigi, da quando sei al mare ci incontriamo poco qua dentro!
Ma il vero argomento del post è precisamente la cattolicità del gioco delle parti nella seduzione, Fefral! 🙂 State calme, signore mie, e togliete pure la cartuccia dalla canna: nessuno intendeva provocare “l’apologia del trucco”, anche perché (tra le righe, e neanche tanto nascosta) l’ho già scritta io! 😉 È vero che spesso noi uomini non siamo all’altezza di tante finezze… altre volte, però, fingiamo deliberatamente di non farci caso (ok, siamo delle carogne 😀 ) un po’ per l’infantile bisogno di “non darvi troppa soddisfazione”, un po’ invece per tutte le ragioni scritte nel post. Ci vuole riserbo, “in questo gioco delle parti nella seduzione”. Gli “aiutini per affrontare il mondo” ci saranno pure, ma non mi sembrano la parte più interessante del “fenomeno cosmetico”.
PS: tra l’altro, mentre da un lato escludo che una donna “brutta” senza trucco possa essere “bella” col trucco (proprio perché la bellezza si richiama a tutte quelle cose che dici tu), dall’altro non vedo come e perché una donna “bella” senza trucco sarebbe esonerata dal curarsi, visto che “farsi belli per un altro” denota tutto quel popò di roba che ho scritto…
@Luigi, hai ragione, ma Maria vive ormai in una dimensione tanto cosmica (perché è tutta impregnata di Colui in cui e per cui tutto sussiste) che nessun trucco ha più senso su di lei – vuoi mettere, essere “vestite di sole”? Non credo che Maria, a Nazaret, non amasse lasciare un buon odore passando e non curasse di evitare il contrario…
ma l’ho capito qual è l’argomento del post!
E’ che per arrivare a quello una donna ha un po’ di passaggi da fare prima. E quello di acquistare sicurezza è il primo. In questo voi uomini avete un ruolo importantissimo.
“lì mostrate di non aver capito che amiamo voi nel vostro miglior profumo, come se esso fosse essudato dalla vostra pelle, e che amiamo voi nel vostro sudore, come se esso fosse il più caro dei profumi. ”
esattamente questo, di farci capire che ci amate esattamente come siamo e proprio per questo non siamo mai abbastanza
Nessuna apologia del trucco per quello che mi riguarda: ci ho messo un bel po’ a rassegnarmi all’idea di farmelo amico 🙂
A prposito di Maria: Un altra cosa che dicono sempre i veggenti è che è vestita bene, che nei giorni di festa spesso indossa abiti più preziosi… Insomma, come una vera Signora si tiene per bene!!!!
Per il resto, una che è nella gloria di Dio non avrà mica il bisogno di certi sotterfugi che abbiamo noi!!!!
io benedico i sotterfugi. Dico brutalmente la verità: nel matrimonio a volte bisogna “darsi un tono”.
E’ vero che mi hai sopsato per le mie qualità interiori, ma quanti difetti (e aunte rughe e capelli bianchi) si sono rivelati subito dopo il “sì”?
Diciamo che qualche piccolo sotterfugio può aiutare a farsi guuardare con occhi compiaciuti anche dai mariti più distratti.
Concordo in toto col commento di Cyrano (8:27). Il “mistero della cosmesi” contiene un implicito rimando tanto alla limpidezza della verità (il “sole cattolico” celebrato da Belloc, all’ombra del quale vi sono sempre amore, risa e buon vino rosso) quanto alla doverosa oscurità del mistero: la “limpida oscurità” del maquillage, direbbe sempre Thibon.
Le nonne e le bambine senza trucco, plesse. Ciao Fefral, qui tutto bene. Dani, mi sono appena sbarbato e profumo di eucalipto.
Dàje Lui’… 😉
Bravo!
Anche oggi sarò poco presente… Sono in macchina per Gressoney!!!
Chi mare, chi montagna!
“non è l’incubo di ogni donna avere un appuntamento importante e non avere il tempo per truccarsi?”
“e allora ecco la grande invenzione di Homer, il fucile truccatore: pronta in un baleno per una serata mondana, cara!!”
wow…hai una capacità seduttiva non indifferente caro Cyrano!
leggere il tuo post mi fa sentire..non so..più femmina..io che non amo particolarmente il trucco e spesso esco di casa,anche per mancanza di tempistica(quando devi vestire tre figli e il quarto pur essendo grandicello non trova mai la calza o la mutanda o non so che..be il tempo per trucco e parrucco si annulla magicamente..e quindi elastico per una bella coda,jeans e maglietta e via…
però quelle rare volte che riesco per qualche strana congiunzione astrale a rendermi acccettabile il marito apprezza:l’altro sabato le due piccine dormivano alle 7 di sera(ecco la strana congiunzione astrale),così ho aperto l’armadio e sfoderato la trusse…arrivata all’Eucarestia(mica per una cena galante) mi dicono:che succede? anniversario?festa di qualche genere? e il marito:”no,finalmente vestita da femmina”…la vanità aumenta un pochetto ,ma in fondo in fondo…è anche bello sentirsi femmine!!!
Cyrano, te devi firma’ quando scrivi er poste sur blogghe. Scusa la pignoleria (che scasabae che sono) 😀
ah, già… non l’ho fatto? Ok, rimedio subito! Scusate… in effetti ho visto che su qualche bacheca mi si prendeva per una donna… Non pretendo tanto, signore mie: solo una penna e un fioretto. Per servirvi!
…comunque, in fondo, avevo detto che è ora di parlare “da uomini”! 😀 (vedo che le emoticons ti piacciono proprio! Bene, ottimo neofita!)
Il tuo stile è inconfondibile, Cyrano… e già miete ammirazione: “hai una capacità seduttiva non indifferente caro Cyrano!” (scrive Paola). Dell’arte dell’emoticon mi sto impadronendo, sono ancora apprendista ma mi piace da matti 🙂 😀 🙂 😀 🙂
Ma il difficile non è “se-durre” – basta avere altrettanta voglia di piacere quanta ne ha lei, e anche noi non scherziamo in questo… – bensì “con-durre”, per cui si ha bisogno di umiltà, serietà, costanza (tanto per cambiare).
Per questo una donna può capire, prima o poi, che «ti perdi dentro a un cinema / a sognare di andar via / con il primo che ti capita / e che ti dice una bugia».
Ah, se don Giovanni si convertisse… potrebbe davvero far felice una donna!
Senza scomodare Maria, Madre Teresa di Calcutta non si è mai truccata, credo, eppure emanava la bellezza del profumo di Cristo in ogni cosa che diceva o faceva.
Il desiderio di apparire “belli”, nelle donne e negli uomini, nasconde l’intima consapevolezza di non esserlo “dentro”, non del tutto almeno, a causa del peccato. È una debolezza perfettamente comprensibile e scusabile, ma, per favore, non facciamone una virtù…
Chiaramente questo non comprende l’essere presentabili, che è un dovere per tutti. Un po’ di profumo o di dopobarba non si nega a nessuno.
Però rossetto, fondotinta e tutte quelle altre cose lì (su cui, da uomo, mantengo una beata ignoranza), per me, sono un “di più”… e sappiamo da dove viene il “di più”.
mario scusami, non sono d’accordo. Siamo fatti di spirito e di corpo. Ed è attraverso il corpo che ci relazioniamo con gli altri. E in particolare nella relazione uomo-donna il corpo è componente essenziale. Ora Dio ci ha affidato il creato tutto, perchè lo rendessimo più bello, cooperando con lui alla creazione mettendoci del nostro. Del creato fanno parte anche i nostri corpi. Rendere un viso più bello per piacere di più al proprio uomo, per rendersi desiderabile, io non lo ritengo solo doveroso (perchè è anche un dovere) ma anche bello. Un bel modo di amare chi ci ama.
Il “miracolo della cosmesi” ovvero il mysterium obscuritatis del make-up… 🙂 Davvero godibilissimo, spiccatissimo sense of humour: uno stile davvero chestertoniano, direi! Bellissima penna, complimenti. Molto suggestivo l’accostamento del tempo dedicato alla cosmesi al «tempo consacrato all’altro nella sua assenza, come la preghiera». A questo proposito mi vengono in mente le parole di un altro gigante come Gustave Thibon sulla religiosità dell’attesa: «tutto ciò che in noi è sorgente di speranza (la giovinezza, l’amore, la poesia, la preghiera…) è impregnato di mistero, ogni bene (a eccezione di un certo moralismo meccanizzato che, al limite, è un male) è anche stupefazione, abbagliamento, liberazione, ogni attesa ha qualcosa di religioso. Il bene dell’uomo è dunque ciò che l’uomo attende e non prevede» (Gustave Thibon, Ritorno al reale. Prime e seconde diagnosi in tema di fisiologia sociale, Effedieffe, Milano 1998, p. 271)
“Ma ancor più piacevole è vedere vecchie già estinte dalla lunga età e così cadaveriche da dar l’impressione di reduci dagli Inferi, ma sempre con la frase sulle labbra: “Oh bella luce!”. E fa ancora la cgnetta o, come usavano dire i Greci, la capra, cerca di attrarre a gran prezzo qualche bel giovane, si impiastriccia in continuazioneil viso con belletti e non si allontana mai dallo specchio, si strappa i folti peli dal basso pube, ostenta le poppe decrepite e schifose, la languente voglia con tremuli guaìti, sbevazza, si mescola alle danze delle giovinette, scrive bigliettini amorosi. Tutti le deridono come folli al massimo grado, quali sono; ma loro si compiacciono e si deliziano intanto quanto mai, si avvolgono tutte nel miele , felici evidentemente, grazie a me”
Erasmo da Rotterdam “Elogio della follia”
Sei un fenomeno! Di tutti i pezzi possibili, questo è tra i più adeguati per la firma di un bastian contrario par tuo! 🙂 Posso replicare la dedica di ieri? Non la posto qui, sennò la pagina si allunga, Alvin superstar…
per me questo è uno dei più bei pezzi di amore e bellezza!
confesso che non ho capito quale sia il cuore del post. penso però che la cosmesi, nel suo significato originario, abbia a che fare con la ricerca dell’armonia (altrimenti non mi spiego la felicità di una casa pulita e il conseguente aspetto da zombie).
ho invece un dubbio sul rosso chanel. il rosso è valentino (se rosa, allora è schiaparelli)!
come dice madame ines de la fressange: senza il fondotinta non siamo niente ::)
No, guarda Azzurra: Costanza mi ha fatto un’intensa catechesi sul Rosso Chanel, che “si stende come nessun altro” (a ‘sto punto spero proprio di non aver preso un granchio, sennò pure la mia mistagoga fa ‘na figura barbina…)! M.me de la Fressange è un’illuminata, e probabilmente lei e io condividiamo “il cuore del post”… Se il proverbio popolare – “il trucco c’è ma non si vede” – non è invalidato dal fatto che il trucco, normalmente, si vede eccome (viene messo per questo, accidenti!), che cos’è che “non si vede”? Forse la cosa più interessante… “il miracolo della cosmesi”.
il cuore del post…. a me pare, ma l’autore intervenga se sbaglio, che possa venire racchiuso in questa frase (dello stesso Cyrano dongiovanni):
“E lì è lo spirito che conta, ma esso non trapela che dai gesti e dai segni.”
Per questo non condivido l’affermazione di Mario che voler apparire belli fuori è segno di una debolezza di chi sa di non esser bello dentro. Il punto è un altro.
La donna è dono di Dio all’uomo. L’uomo è dono di Dio alla donna. Un dono che serve all’altro per conoscere meglio se stesso e riconoscere nell’altro l’immagine di Dio. Dio che ci ha fatti a sua immagine, e quest’immagine si manifesta in tutto il nostro essere, anche quello più fisico, anche nei comportamenti, nelle emozioni, in tutto. Quanto più facciamo per migliorare questo nostro essere, e lo facciamo per compiacere chi amiamo, tanto più diamo gloria a Dio.
Ora qual è il di più che viene dal maligno? Quando utilizziamo i nostri talenti non per compiacere chi amiamo, non per renderlo felice, ma in qualche modo per conquistarlo, farlo nostro, possederlo.
Per questo lo stesso rossetto può essere strumento di bene e di male.
Ed è bene (come si può negarlo?) ogni gesto fatto per rendere felice chi amiamo.
Ora se dopo due ore dal parrucchiere e altrettante dall’estetista torniamo a casa e nostro marito non ci degna di uno sguardo perché è ancora con la testa all’ultimo casino di lavoro, e noi per questo cadiamo in profonda depressione, forse effettivamente quello sforzo che abbiamo fatto non era tanto per amor suo ma per nostro bisogno di sentirci guardate. E su questo ci può anche stare la critica di Mario. Ma se, forti della nostra bellezza interiore, ci accompagniamo a lui sciatte, con la tinta stinta e un cm di ricrescita di capelli bianchi, le unghie nere per aver pulito i carciofi senza l’accorgimento di mettere le mani nel limone, possiamo dire che stiamo facendo di tutto per amare?
E poi certo, ci saranno anche momenti in cui non ci sarà il tempo per farsi la tinta o curarsi le unghie e lui ci amerà lo stesso, anzi ci amerà proprio per quello, proprio così, con unghie e capelli rovinati e le tette mosce dopo un anno di allattamento al seno e le occhiaie per l’ennesima nottata in bianco, e le rughe che cominciano a segnare il viso. E ci amerà così e ci vedrà bellissime per come siamo, perché quei segni sul nostro corpo, quelle rughe, quelle tette mosce, quei capelli bianchi, quelle occhiaie, sono segni di una vita vissuta per amore.
E quella frase con cui Cyrano ha chiuso il suo post “lì mostrate di non aver capito che amiamo voi nel vostro miglior profumo, come se esso fosse essudato dalla vostra pelle, e che amiamo voi nel vostro sudore, come se esso fosse il più caro dei profumi” rimette ordine a tutto.
Le rughe! Che m’hai ricordato, Fefral! 🙂 Io me le comincio a custodire gelosamente, memore dell’immortale Anna Magnani, la quale redarguì il truccatore che glie le cancellava: «Non ci provare! Ci ho messo una vita per farmele!». Ammira le belle rughe della tua bella, carezzale, e dille commosso: «Guarda da quanto tempo stiamo insieme…» (scusate, mi sono calato nella mia parte).
il commento di fefral è direi centratissimo
Non so se sia lui o un’ altra foto appiccicata, non si può mai sapere sulla rete, e anche fuori, ma se è lui, Andreas HOFER, nella foto sul treno, aggiungerei un altro capitoletto alla fiera delle vanità, “uomini in posa” in questo caso, tipo quadro ritratto del ‘500 “uomo in posa con libro”, ma il discorso sarebbe lungo…ora sto andando ad muragliones, e cioè al Passo del Muraglione, dove c’è delle pietre particolari…A più tardi, fatemi sapere.
cyrano non hai preso un granchio, tu e costanza parlate del colore dello smalto per le unghie, io dell’ur-rosso valentino, sempre rossi sono.
sei proprio sicuro che il trucco venga sempre messo per essere visto? ::)
No, effettivamente. Se lo fossi avrei demolito la ragione fondamentale del suo chiamarsi “trucco” (che pure c’è). Però la cosa meravigliosa è che le rivelazioni celano manifestando e manifestano celando. La più alta accezione della cosmetica è analoga a questo ambito. E lì è lo spirito che conta, ma esso non trapela che dai gesti e dai segni.
Lichtung, aletheia
In effetti, caro Alvise, del celebre Sandwirt reco solo il nome, anzi il nickname. In effetti la “location” parrebbe quella di un treno ma in realtà, per quel che può valere, il titolo più consono al capitoletto sarebbe “uomini in camper”… 😉 Peraltro il libro immortalato è in tema col commento, essendone Chesterton l’autore (“La Chiesa viva”, se non ricordo male).
Cyrano, parla come mangi, il tuo stile più che ironico e simpatico mi sembra arrogante e fintamente colto con citazioni a caso quasi peggio che i postmoderni.
Non capisco inoltre perchè tutti (me compresa) stiamo perdendo tempo a parlare di questo tema assolutamente fine a se stesso. Parli del nulla con mille parole inutili.
Costanza è tutta un’altra cosa…
Hai perfettamente ragione Mimi. Sottoscrivo e non perdo altro tempo su questo post.
a parte il fatto che uno è libero di scrivere come gli pare (e anche di non scrivere), non potevi scegliere un tema meno adatto per il tuo commento! se nomina sunt consequentia rerum, cyrano non potrebbe scrivere in altro modo ::)
Anch’io sottoscrivo, Mimì, come Rodolfo e con lui: Costanza è tutta un’altra cosa. 🙂
Detto questo, proprio a lei va imputata la colpa di non aver scelto persone che ne ricalcassero stile e temi a mo’ di carta carbone. Resta chiaramente apertissima la possibilità che la mia penna risulti “arrogante e fintamente colta”, ma vi prego almeno di perdonare le sue intenzioni: non voleva apparire né l’una né l’altra cosa. Consoliamoci tutti: domani* è un altro giorno, e ci sarà un’altra penna… 😉
*: anzi no, domani no perché è sabato, ma insomma… dal primo giorno utile avrete ben altre penne per ben altri voli! 🙂
Il make-up! croce e delizia di ogni donna! secondo me la regola della giusta misura è sempre la migliore. A me piace tantissimo entrare in profumeria e vedere le ultime novità in fatto di cosmesi, dall’ultima crema Sisley o Rubinstein, alla nuova palette di Dior; non rinuncerei mai e poi mai all’ombretto nero e allo smalto rosso (non si sbaglia mai con quello, anche se le ultime tendenze verde-pavone non sono niente male…). Ma il massimo delle mie aspirazioni è trovare la profumeria accanto alla libreria, credo che passerei una buona mezza giornata a fare la spola tra un negozio e l’altro. La mia amica estetista pare che abbia trovato lavoro part-time in un centro Douglas e credo che la cosa potrebbe incidere molto negativamente sulle mie finanze…
A parte gli scherzi, mi è piaciuto molto il post di oggi e mi è piaciuto altrettanto il brano che Alvise ha ripreso da Erasmo, secondo me sono un po’ complementari tra loro. Diciamo la verità: è sottilissima la linea che divide il giusto e doveroso curarsi nell’aspetto e il ridicolo-posticcio della tardona che vuole sembrare più giovane e appetibile. (Non parlo del tenerissimo atteggiamento delle pre-adolescenti che giocano a fare le grandi col trucco della zia, perchè noi femmine ci siamo passate tutte e ci viene da ridere riguardando le vecchie foto….)
Quando mio marito più o meno scherzando mi dice “non sei più quella di una volta” io corro in bagno a guardarmi allo specchio e penso “mi devo rifare la tinta? oppure devo perdere un altro paio di chili?, che diavolo vuol dire non sei più quella di una volta????” poi torno in cucina e mi trovo magari a non aver voglia di mettere in tavola qualcosa che non sia solo commestibile, ma magari anche appetitoso. Ecco, lì mi sono accorta cosa voleva dire lui. Io so bene che a mio marito piace una bella tavola, ordinata, col cestino del pane nel mezzo, possibilmente un primo seguito da un secondo con insalata. Forse a voi sembrerà una cosa stupida, ma credo che la bellezza stia anche nell’armonia di un tavolo apparecchiato, specie se la cosa fa felice lui, se la famiglia è riunita. Quando perdiamo di vista il senso delle cose, l’ordine, l’armonia, ci siamo dimenticati chi ci sta vicino. Non è questione di sembrare la famiglia del mulino bianco, è questione che l’amore si rispecchia anche nel Bello. Fiumi di parole si sono versati, tonnellate di inchiostro consumate nei testi di critica d’arte, da Vasari a Panofsky a Zeri per capire il Bello. L’arte universale non è altro che ricerca del bello e del vero, ed anche la riga disegnata sul polpaccio è arte! quindi ben venga il maquillage che ci eleva un tantino più su e ci rende più presentabili all’appuntamento con l’Amore.
Caro Cyrano,
deve essere per forza vero che l’amore è cieco, altrimenti dovrei convincermi del fatto che mio marito ha il gusto dell’orrido. 🙂
Lui afferma di trovarmi bellissima appena sveglia, quando ancora sono struccata (e pure spettinata!!). Le poche volte in cui, per mancanza assoluta di tempo, mi sono presentata in ufficio senza trucco, la domanda mi frequente che mi viene rivolta è “Mariel, ma oggi stai male?”. Evidentemente le occhiaie profonde fino a metà guance ed i piccoli brufoletti rossi devono far pensare a chissà quale malattia……!!!
E’ per questo che ho deciso di tenere in ufficio la trousse dell’emergenza, composta da fondotinta e mascara. Lo stretto necessario per sembrare non dico bella, ma quantomeno sana.
Tornando a mio marito… anche se so’ di potermi far vedere da lui struccata e al naturale, io preferisco continuare a farmi bella per lui. Quando usciamo insieme, anche fosse solo per fare una passeggiata al centro, io mi voglio truccare (con un trucco elegante e leggero si intende…niente matita scura attorno le labbra o effetti cerone)! Voglio essere bella per lui!! E poi non avrei nenche troppe scuse per non farlo…il tempo c’è…visto che purtroppo ancora non sono arrivati i pargoletti!
Mi risuona nelle orecchie il monito di un sacerdote che – durante le sue catechesi alle coppie – affermava che l’uomo ha sviluppato moltissimo il senso della vista, per questo era importante che le mogli ci tenessero a non diventare delle befane e prendersi cura di se stesse. Chiaramente ribadiva all’uomo di essere sempre pulito e profumato!!!! Insomma, sulla cura personale, come su tante altre cose, nel matrimonio non bisogna abbassare mai la guardia. La trascuratezza è sempre in agguato…
Ad ogni modo sapere di piacere a mio marito esattamente come sono, senza trucco e senza trucchi (mi riferisco ai trucchetti che consigliano i giornali da donna… tipo “fallo ingelosire se vuoi riaccendere il vostro rapporto”), mi rende estremamente felice. Forse è proprio questo che mi spinge ad evitare la trascuratezza, sapere che mi faccio bella per amore e non per essere un oggetto di piacere!!
Per quanto riguarda lo smalto rosso vorrei dire che secondo me una donna normale (cioè che a casa deve lavare i piatti) non se lo puo’ proprio permettere… a meno di non doverlo stendere tutti i santi giorni per evitare di girare con le mani orribilmente deturpate dallo smalto sbeccato!!! Meglio uno smalto di colore chiaro, in modo da non dover pensare alla manicure per almeno 4-5 giorni!
Cara Mariel, che bello il tuo racconto! Tuo marito è senz’altro un buongustaio, proprio perché sa darti, amandoti come sei, le ragioni perché tu ti faccia bella “nel superfluo necessario”! La trousse d’emergenza è uno strumento da trincea, come ricordavi: lì cambiamo genere, e degli “espedienti difensivi” già parlavano giustamente Daniela e Fefral. Infine, devo proprio dire che hai colto un altro argomento ricorrente del nostro blog: lo smalto sbeccato! 😀
forse ho capito di quale sacerdote si tratti. 🙂
Mariel se posso darti un consiglio sullo smalto colore…
1 usa sempre una base
2 stendilo la sera quando vai a letto (più lo fai asciugare senza usare le mani più tiene)
3 con l’unghia corta si stende meglio e dura di più
4 quando fai i lavori domestici usa più che puoi i guanti
Anche io Ho sempre preferito Lo smalto naturale ma, avendo le pellicine orribilmente rosicchiate (alla faccia del rispetto del corpo tempio dello spirito santo ecc ecc..:-() Ho scoperto che con uno smalto colorato hanno un aspetto più curato.
Sulla marca io uso kiko (ma con una buona base protettiva): costa poco e dura fino a 5 gg
Altrettanto spesso però uso il naturale, che a mio marito piace di più
Dove sono quelli che dicevano che i punti d’incontro non sono pure punti di confronto?! Venghino! Venghino e vedino! 😀
Cara Elena, grazie dei consigli! anche mia madre usa il trucchetto di mettere lo smalto prima di dormire…ma mio marito non ne sopporta proprio l’odore (la puzza dice lui…:-)) !
Caro Scriteriato, il mio matrimonio beneficia delle perle di saggezza di due sacerdoti, Don Fabio R. di Roma e Padre Giovanni M. di Assisi. Pensavi ad uno di loro due?
Cyrano
17 giugno 2011 a 10:59 #
No, guarda Azzurra: Costanza mi ha fatto un’intensa catechesi sul Rosso Chanel, che “si stende come nessun altro”
Maquillage Chanel! Se ne deduce che la dott.ssa Miriano sia anche très, très chic.
Oh Cyrano ma che rughe vuoi conservare gelosamente tu che non arrivi a 30 anni?
Diciamo che mi ci atteggio: come a dodici anni potevo dichiarare in ogni conversazione il numero di peli di cui la mia lanugine facciale constava (può darsi che la si sottovalutasse, sai), oggi mi guardo compiaciuto le prime zampette di gallina (ok, di passerotto per il momento) accanto agli occhi. «Il tempo passa per tutti, lo sai / nessuno indietro lo riporterà / neppure noi…»: a questo punto, tanto vale goderselo (nel suo passare e nel suo essere passato), no?
Ma quelle non sono rughe, sono segni d’espressione 😉
Andiamoci piano col minimizzarle! Sono rughette! E mi c’è voluto più di un quarto di secolo per ottenerle! Cavoli! [niente, vorrei fare la faccina esplosiva, ma qua non è Skype…]
[un pensiero alla signora Tarantino…]
Eh lascia stare. Già da qualche tempo la mia estetista ha smesso di chiamare segni d’espressione i miei segni d’espressione (rughe io? Neanche una 🙂 )
ANDREAS HOFER: dài, non lo fare troppo il ganzo, s’è capito che sei un bell’omo sotto pseudonimo,
non c’è mica nulla di male a essere un bell’omo, anzi, chiedi a DANIELA a FEFRAL, VELENIA, SORELLASTRA, GIULIANA, AZZURRA, ISABELLA, CORIE, MARION, MIRIAM, A TUTTUTTETUTTE,
chiedi a LUIGI che è anche lui un BELLISSIMO OMO, come io ne ho la documentazione segreta, e allora perché fare tutte queste manfrine, esci dal camper, vieni allo scoperto, per la gioia di tutti….
certo che non c’è nulla di male ad essere un bell’omo… anche l’occhio vuole la sua parte 🙂
se è un tipo alla Russel Crowe è molto ben accetto (leggi idoneo, Alvì!)
Ahaha, dopo una presentazione del genere temo che un’uscita scriteriata dal camper possa deludere le attese! Comunque, a scanso di equivoci, premetto che homo tirolensis sum, sed non vendolaensis! 😀
“…chi vedendo una zucca la crede una donna , eccolo definito demente, poiché è un caso raro;
se però uno condivide sua moglie con molti altri e giura e spergiura che è meglio di Penelope, sommamente beandosi di quel felice errore, nessuno lo chiama demente, perché si vede che è un incidente diffuso tra i mariti.”
Erasmo etc.
no certo, lo chiamano cornuto!
Post davvero intrigante…e mi viene in mente un’ulteriore chiave di lettura: c’è una parte “cosmetica “della donna che risiede nella sua mente e nelle sue dinamiche comportamentali,un’arte raffinata che andrebbe riscoperta, coltivata, curata, affinata. Non sto parlando ovviamante di capacità dissimulatorie, di falsità, calcolo, raggiro che della medaglia di cui parlo sono magari il risvolto oscuro o la perversione estrema, che poi come qualcuno ha già detto non esiste trucco, per quanto ben fatto, capace di stravolgere o trasformare la verità ( e la bellezza) “essenziale” delle cose o delle persone. Parlo ad esempio del sapere quando parlare, del capire il come, della sapienza di aspettare, di andare oltre il proprio istinto, la propria rabbia a volte anche oltre le proprie legittime ragioni …l’abilità di difendere osservare affondare quando il momento è giusto, la sensibilità di comprenderlo il momento o crearlo. credo insomma che nella danza raffinata e complessa di un rapporto di coppia che funzioni sia stato dato in dono alla donna la capacità di condurre, che la chiave per l’armonia sia stata affidata principalmente alle sue mani ed al suo cuore, alla sua capacità di tessere e ricamare la vita secondo un disegno più alto e fuori da se, e questo lo dice bene anche Costanza nel suo libro.In fondo è di sottomissione che sto parlando, ma di una sottomissione meditata, scelta, costruita, plasmata su di se e sull’altro come un velo prezioso e sottilissimo, come di trucco, come di pudica veste, steso a proteggere il proprio amore dai segni del tempo e dalla ruvidezza del mondo.
niente da fare per il tasto “mi piace”?
già… niente da fare? Admin… ti sei informato?! 😀
Grazie del pensiero Cyrano!
Ti hanno chiamato D. Giovanni, ma credo che il tuo nick sia più che appropriato: anche tu seduci con le parole!
@Alvi, pensa che io ho sempre scelto i ragazzi sensibili e che mi facessero ridere a quelli palestrati o bellocci, sarò matta?
NO, non sei (del tutto) sincera.
alvì tutto dipende da quello che ci si deve fare con l’omo in questione
@Alvise, far ridere una donna è il primo passo per conquistarla. Il secondo è non farla ridere troppo.
@Daniela, vedi che torti mi vengono fatti? Quanto dedica un don Giovanni qualunque (ma anche quello di Mozart) alle parole? 😉 Pare la famosa disputa tra Portos e Aramis, che danno consigli a D’Artagnan: «Puoi anche parlare un po’, prima: le chiedi il suo nome, le dici il tuo, fai un paio di complimenti… però dammi retta, D’Artagnan: qualunque parola è tempo sprecato quando arrivi al dunque!» – «Solo le parole sbagliate sono tempo sprecato. Le parole giuste possono lasciare un’impronta più duratura di mille baci di Portos…».
Fatto sta che Aramis aveva ragione (secondo il mio modesto parere, che peraltro condivido).
Bel Post, per me l’argomento non è per niente banale, personalmente ritengo che tutto ciò che è ricerca della bellezza è un rimando a quella Bellezza più grande, si “sono solo il dito che indica la luna” ma perchè quel “dito” possa attrarre l’attenzione dello sguardo è preferibile che sia curato e con “smalto rosso Chanel”.
Messa “al maschile”: mi è venuto in mente che, chiacchierando, osservavo se fossi ricco mi piacerebbe comprare una Porche spider (il 911 cabrio degli anni 80 con i fari tondi cromati “penso che apporterebbe un beneficio enorme alla mia soddisfazione” al pari della borsa di Dior) ma mai il Cayenne perchè la differenza tra le due è che la prima è bella la seconda è nonsense (senza giudicare chi ce l’ha ma o compri una Porche o compri un SUV).
Rimango sempre affascinato dalla bellezza di mia moglie dalle 7 alle 24 ma sarei falso se non ammettessi che quando è “vestita da femmina” (come dice paola ;-)) non è meglio (peraltro riconosco che difficilmente mia moglie esce sottotono).
Sulle “rughe” richiamate da Fefral 😀 riporto una citazione (non è di Giussani puoi leggerla senza spiegazioni ;-)) che ho trovato assolutamente per caso cercando un’immagine adatta dell’autrice
Quando diventerai anziana, scoprirai di avere due mani,
una per aiutare te stessa,
la seconda per aiutare gli altri.
La bellezza di una donna aumenta con il passare degli anni.
La bellezza di una donna non risiede nell’estetica,
ma la vera bellezza in una donna è riflessa nella propria anima.
E’ la preoccupazione di donare con amore, la passione che essa mostra.
di Audrey Hepburn (a mio parere la donna più bella del mondo)
http://www.youtube.com/watch?v=5p78PFW2aNg
PS: mia moglie per farmi accorgere che è stata dalla parrucchiera, si fa “tirare” i capelli che normalmente ha mossi (peraltro con un risultato a me molto gradito)
decisamente più leggibile di Giussani 😉
Viva Audrey, la più bella (dopo Rossana, si capisce). 😉
sai perchè è bellissima la Hepburn? perchè è elegante (dal latino eligere)
Visto che il post con l’articolo di Smargiasso ha riscosso il placet di parecchi mirianidi, ne posto la seconda parte.
Monsignor Pablo Colino dirige il Coro della Filarmonica Romana
intervista a Pablo Colino, a cura di Orazio La Rocca
in “la Repubblica” del 16 giugno 2011
«Drammatica, disperata, insignificante». Non usa mezzi termini il maestro don Pablo Colino, nel
descrivere lo stato di salute della musica eseguita oggi nelle chiese. Anche se poi tiene a precisare
che «c’è ancora la possibilità di capovolgere questa pericolosa tendenza al ribasso, potenziando lo
studio della musica sacra e dei canti liturgici, a partire dal gregoriano». Monsignor Colino è
universalmente noto come musicista e direttore d’orchestra. Dopo anni di servizio in Vaticano, ora
dirige il Coro della Filarmonica Romana. Un’autorità, dunque, in materia di musica religiosa, da
anni impegnato a «ripulirla» dalle scorie che, a suo parere, l’hanno compromessa. «È papa
Benedetto XVI il primo a chiedercelo e a credere in questo impegno», dice. «Tante volte il
pontefice mi ha incoraggiato ad andare avanti, perché la musica sacra è un patrimonio universale,
radicato nella più genuina tradizione liturgica».
Maestro Colino, perché la musica sacra e liturgica è in crisi?
«Tutto è precipitato dopo il Concilio Vaticano II, con quella superficiale ondata di pseudorinnovamento che ha fatto tanti danni in quasi tutte le nostre chiese. Basta assistere a una qualsiasi
celebrazione liturgica, per sentire orride schitarrate, pianole assordanti e cori superficiali. Il tutto
diretto da maestri poco preparati. Anche se non mancano incoraggianti eccezioni che, se coltivate,
potrebbero far ben sperare per il futuro».
Potrebbe fare qualche esempio?
«Recentemente, a Terni si è svolto un interessante convegno sulla musica sacra, e, per l’occasione, si
sono esibite molte corali giovanili e tanti gruppi di artisti specializzati in musiche liturgiche. È stato
bello e interessante sentirli. E anche incoraggiante».
Ma c’è una «ricetta» per rilanciare la musica sacra?
«Occorre tornare allo studio serio, rigoroso e appassionato nelle scholae cantorum, nei conservatori
e, magari, nelle scuole. La musica sacra è patrimonio universale, una forma d’arte tra le più alte e
immortali. E l’Italia ne è piena, avendo dato i natali ai più grandi autori di musiche liturgiche».
E quali dovrebbero essere i programmi in queste scuole?
«È di fondamentale importanza tornare a diffondere la conoscenza diretta del gregoriano e,
parallelamente, affinare la preparazione di musicisti, direttori d’orchestra e di corali. Non si va da
nessuna parte senza rigore didattico e senza la conoscenza del gregoriano, la madre della musica
sacra, ma oserei dire di tutta la musica, anche di quella contemporanea».
secondo me quest’argomento della musica sacra meriterebbe una pagina a sè. Io per esempio detesto le schitarrate-tamburellate in chiesa e invece mi piacciono le corali polifoniche, il gregoriano e i canti essenziali, senza troppi fronzoli neo-melodici-melodrammatici (del tipo “e ti rialzerà, ti solleverà, su ali d’aquila…” che ho sentito ad un funerale!). Però sono anche d’accordo con Luigi sul fatto che la musica attira in chiesa soprattutto i bambini. Il tutto sta nel fare le cose con amore per la bellezza (!) e i canti vanno diretti ed eseguiti con perizia, non improvvisati e stonati….insomma il discorso ripeto, merita un posto a sè!
come ho già detto nell’altro post, apprezzo la bellezza della musica sacra tradizionale perché l’ho cantata per anni. Ma amo molto anche “Su ali d’aquila” (e i vari Symbolum… ecc ecc). Ma non capisco il riferimento al concilio che comunque mi pare abbia eletto il gregoriano a musica ufficiale della chiesa.
Credo che ci possano essere funzioni di grande solennità e rigore con musiche moderne (come è stato per esempio il funerale di chiara lubich). Sempre meglio del gregoriano cantato con accompagnamento organistico…
Mi domando:come in tutti gli accoppiameti è la femmina a decidere quando è pronta e si concede così avviene anche nel congiungimento tra umani. Ma vi siete mai chiesti voi se la femmina e l’uomo nel momento dell’amplesso siano mossi dalla spinta specifica dell’uno verso l’altro e non invece daall’impulso bestiale materiale indifferenziato (mettiamo pure dato all’uomo da Dio). Allora, se stessero così le cose,
non sarebbe sempre un adulterio in potenza, non accoppiandosi i coniugi l’un l’altro per scelta, ma accidentalmente, in quanto, in realtà mossi solo da un desiderio assoluto, o magari, anche, fantasticamente ispirato a altri corpi, che poi si consuma, talvolta, nel talamo coniugale (e col coniuge)?
E quindi…
Bravo Alvise! Ecco perché la castità (che non coincide sempre, comunque e per tutti con l’astinenza) è una virtù cui tutti i cristiani sono tenuti: perché l’eros sia nutrito dell’attesa, del rispetto, della gratuità e veda allora anche legittimato e sublimato il momento impulsivo, accolto in un evento così umanizzato da non poter mai più risultare meramente bestiale.
Dateci il tasto mi piace!!!!!!
CYRANO: non dunque la fotosintesi automatica universale, ma in attessa quatti quatti, e aspettare il momento magico….Ma è proprio così?
succede, tra gli uomini, che ciò che viene atteso ardentemente accada insieme come dono e come conquista. E ci si può provare. In questo senso, la fede è sperimentabile. Ma poi che vuoi che ti racconti in merito, un imberbe fringuello paroliere qual sono io? Hai qui stuoli di gente sposata, e da anni, che più e meglio può dirti se “è proprio così”.
FEFRAL: tutto dipende da che ci si deve fare con l’uomo in questione, dici…
E cosa altro uno ci dovrebbe fare con un uomo (salvo casi eccezionali, che uno può avere incontrato)) pensaci bene,se non solo annoiarsi a sentirlo parlare e a parlargli? Tanto varrebbe stare a casa col marito, i figlioli, eccetra…
Perché annoiarsi?
(a parte casi rari) non è sempre così, nulla di più noioso delle parole degli omini,
(io compreso, si capisce, tra i peggio) e nonostante questo icché si fa? Si seguita a parlare, a ciarlare, a discettare, a strombettare, a riducchiare, a spunzecchiare, a criticare,
non se ne pole fare a meno, si seguita, si seguita, cheiiddio ci levasse almeno la parola,
per sempre!!!!!!
Beh non è così noiosa la chiacchiera di un uomo…certo dipende dalla chiacchiera. Poi se chiacchiera davanti a una birra in una bella serata d’estate e si lasciano andare i pensieri senza per forza imbrigliargli per qualche fine calcolato, e magari si sta pure un po’ zitti in compagnia senza per forza dir qualcosa… ma no alvì non è per niente noioso parlare con un uomo.
Alberto: che bello che ti accorgi di quando tua moglie è stata dal parrucchiere! mio marito mi dice “stai bene” poi aggiunge “quanto hai speso?”…. :-))
SEI TROPPO GANZA!!!!
Vabbhè ma non accorgersi che si è stirata i capelli sarebbe come non notarlo su tua sorella (o quasi ;-)).
Sull’aspetto economico invece l’ho sempre pensata come mio padre: “chi più spende meno spende”: ovviamente con le dovute cautele ed opportunità del “buon padre di famiglia” (concetto giuridico ormai tristemente abbandonato) che Costanza ha spiegato benissimo nel libro.
E’ vero Alberto, per me l’espressione “diligenza del buon padre di famiglia” è mirabile, indica un pilastro di civiltà
CYRANO: “imberbe fringuello” mi sembra una definizione bellissima (e calzante)!!!
La grande famiglia dei FRINGILLIDI (noi uomini tutti)!!!
DANICOR: leggevo ora il tuo commento do ieri…
Siamo noi (mi permetto di parlare per tutti) a sentirci mancanti della musica e della cultura brasiliana che conosciamo, almeno io, così troppo poco!!!!
Oh, sì! Vero! E poi sono classici quei testi che parlano ai cuori degli uomini di ogni tempo e di ogni latitudine! Imbottisci pure questo blog di portoghese! 🙂
Sono appena stata dal parrucchiere, mio marito stranamente è a casa prima di me….se ne accorgerà?
FEFRAL: ricordati sempre che te sei FEFRAL. parrucchiere non parrucchiere, e che te fa a te il parrucchiere che già la natura non ti abbia fatto coi sui doni
munifici, nun c’è differenza fra prima e dopo parrucchiere, lo voi cap’, te lo voi mette
dentro a la capoccia!!!!!!
Basta, ora ho chhiacchierato tutto il giorno, chiedo venia messeri e donne di AAcapulco, lascio spazio,( finarmente!!! direbbe Alessandro)
giusto per dirvi che se ne è accorto… chiudo anche io per ora…
però lascio qua questa
Ma no, Alvi’, è un piacere leggerti!
“FEFRAL: ricordati sempre che te sei FEFRAL. parrucchiere non parrucchiere, e che te fa a te il parrucchiere che già la natura non ti abbia fatto coi sui doni
munifici, nun c’è differenza fra prima e dopo parrucchiere, lo voi cap’, te lo voi mette
dentro a la capoccia!!!!!!”
è vero, vale per tutte le donne, queste meraviglie colme di doni divini, con o senza la messa in piega (che però ci vuole). Donne, divenite ciò che siete, cioè fatevi belle che lo siete di già!
e questa l’ha scritta Ruggeri! mai nessuno (o almeno pochi)come quest’uomo è riuscito a cogliere bene le donne in una semplice canzone…
Alberto: eh beh sì se mia sorella si stira i capelli 1.dà molto da fare alla parrucchiera 2.è impossibile non accorgersene sia per il risultato sia per la fatica della parrucchiera che si ripercuote sul portafoglio (vero Lory?!)
FEFRAL: quella canzone sei tu!!!!
<>
Il fatto è che io SO di essere migliore di come sono. So che Dio ha fatto un capolavoro, con me come con tutti (anche se io sono sempre un capolavoro potenziale, s’intende), e che vuole brillare in me. Vuole esplodere in me.
E se il trucco serve a mostrare la bellezza di Dio, ben venga. Perché Dio è bellezza. Non quella delle riviste patinate e dei modelli irraggiungibili, ma quella dell’armonia.
Penso che anche il trucco possa servire a questo: a mostrare l’armonia di Dio. Ci sono donne a cui non occorre perché sono così fortemente “iconiche” dell’amore di Dio che ogni centimetro della loro pelle emana luce e bellezza. Sono sante, per questo sono belle. Ma non ne conosco una che non abbia avuto cura del proprio corpo come del Tempio che è.
Ci sono templi che sono splendidi nella loro spoglia essenzialità, e templi che sono splendidi per la ricchezza degli ornamenti. Tutti però parlano dell’amore e della bellezza di Dio perché chi li ha costruiti ha inteso indicare l’amore e la bellezza di Dio al mondo.
il trucco è la stessa cosa. E’, come tutto il nostro corpo, iconico della bellezza di Dio. Non è per noi, è per gli altri. E per Dio. Questo a mio modo di vedere.
PS: Mio marito odia baciarmi quando ho il rossetto, non si accorge se sono andata dal parrucchiere (e vi assicuro che, andandoci io ogni due mesi, è praticamente impossibile non accorgersi) non manifesta alcun desiderio o fantasia su come vorrebbe vedermi agghindata.
scusate vedo che non si legge la trascrizione che ho copiaincollato dal post:
Il miracolo della cosmesi, mie signore, qualunque cosa sia, non significa che potete “sembrare migliori di come siete”
ELENA: cosìì sono fatti i mariti, non si accorgono più nemmeno della “grazia di Dio”
che ci hanno a portata di mano!!!! (mmmmmmh, il rossetto!!!!)
@alvise: ma così ho l’enorme, impagabile vantaggio di non essere ossessionata dal corpo, ma di poter puntare (con tutte le ricadute del caso, purtroppo) ad essere secondo la Volontà di Dio 😉
Ma noi potrai trovarci SEMPRE qui!!!
Ho provato a commentare tuttoi l giorno ma qui doe sono la rete lascia un po’ a desiderare, volevo dire che il post di Cyrano l’ho trovato commovente, che non capisco quelli che aggrediscono e offendono, (non sarebbe per loro più facile cambiare pagina?) e po non gli va bene niente, manco lo stile, e se è come quello di Costanza non va bene, e se è diverso non va bene lo stesso, ma che pizza!
Invece quanti commenti a tono e anche pieni di spunti ha suscitato questo post, mi e proprio piaciuto, anche se non sono riuscita a commentare mai…
buonanotte a tutti,
nel corso della giornata avrei anche voluto dire qualcosa di più, ma ora è tardi…
Ciao genoveffa, buonanotte anche a te
Ciao Jenny, grazie a te. Ora mi commuovi tu! 🙂
In fondo non è una cosa così profonda… magari non è scema, ma non è veramente Chesterton (come qualcuno ha iperbolicamente insinuato). Buonanotte, e un bacio al piccolo dal blog.
anche a me è piaciuto. Fintamente frivolo, in realtà contiene tante perle… (così con la metafora restiamo in tema)
FEFRAAAAAAAL!!!!!!!
eccomi!
Ti comincio ad avvisare che da domani a martedì sera saró qua solo di passaggio…non preoccuparti se no risponderó subito eh? Ti penso lo stesso 🙂
FEFRAL: ….Sarà difficile affrontare
Quelle giornate amare…..
http://www.youtube.com/watch?v=CcqCae7PP2Q
alvì, questa è per domani ok?
Alvi’, questa è per oggi, che ne dici?
Ma bello anche aspettare!!!
http://www.youtube.com/watch?v=kmSIHoe8pCc
questa invece è per lunedì, ok?
Alvì che c’è???? Sto qua, che hai? Stai male???
no, è solo uno scassabae….
QUANDO NON CI SEI!!!!!
Alvi’ ma lo sai che “tanto mi potrai trovare qui…”
Sì, FEFRAL, lo so!!!!
Alvi’, so che ogni tanto ti distrai, leggi con attenzione quello che ha scritto fefral alle 10.31 e non ti scorare:
“Ti comincio ad avvisare che da domani a martedì sera saró qua solo di passaggio…non preoccuparti se no risponderó subito eh? Ti penso lo stesso :-)”
so che non t’interessa, ma anch’io ti penso Alvi’, m’ispiri tanti bei pensierini… 🙂
Buona notte a tutti e struccatevi prima di andare a dormire (naturalmente tutti tranne Alvise!)
Ahem… 😉
Forse non sarà Chesterton, ma sono più che certo che GKC avrebbe approvato con un sorriso compiaciuto e ironico. .. 😉
Gli spregiatori di questi articolo si dedichino ad altre letture, please: Saramago, Faletti e Baricco vi attendono a braccia aperte.
tasto mi piace!!!!! 😉
Saramago… Argh!
Uno dei tanti Lysenko della letteratura osannati dai compagni…
beh, dai, però i gialli di Faletti non sono poi così brutti… almeno il primo lo possiamo salvare? (non sono capolavori letterari ma tengono la suspence!)
FEFRAL: …chissà se ti arriva il mio pensieroooo!!!!
ALESSANDRO: sei un amico!!!
Giuliana: E sia! Salviamo (momentaneamente) Faletti dal macero. Ma su Saramago e Baricco non transigo! 😀
E Saviano?
Saviano? Ad metalla!
http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/cronaca/2010/06/29/news/mafia-e-mele-in-trentino-saviano-si-rimangia-le-accuse-fatte-al-festival-2127479
Temevo avresti scritto “ad bestias” 🙂
come sai se hai seguito il blog fin dall’inizio anch’io non stravedo (eufemismo) per Mr. Vieni via con me…
Guarda, oggi sono così di buon umore che mi accontenterei anche di una semplice damnatio memoriae… 😉 Non seguo da molto il blog, ma sono assai lieto d’aver trovato in te un’affinità di giudizio sul “venerato maestro” dei “professionisti dell’antimafia”…
“venerato maestro” è un’espressione familiare…per caso leggi Blondet?
Ormai lo leggo assai di rado. Pensavo in realtà alle tre famose tappe della carriera di uno scrittore italiano elencate da Arbasino e rilanciate in tempi più recenti dal defunto Edmondo Berselli. Ma ricordo che anche Blondet se ne è servito in più di un articolo.