Le mani vuote

di Jane

Se il mio amato Alberoni, massimo esperto dei processi sentimentali umani, leggesse quello che segue, probabilmente da domani inizierebbe a scrivere e a tenere convegni sul processo che porta dalla speranza alla disperazione, con una mia gigantografia alle spalle e i servizi segreti sulle mie tracce. Ma si sa, quando si parla d’amore, è difficile farlo senza metterci un po’ di se stessi. Io però, quando Alberoni scrive o parla, pendo dalle sue labbra, giuro, cercando di assorbire il più possibile il suo sapere sull’argomento, e cercando di apportare ulteriori chiarimenti nella mia testolina sulla macchinosissima e complicata e irrisolvibile questione eterna su che cosa l’amore sia. Poi però, se non capisco quello che vuole dire, che colpa ne ho?

Infatti, purtroppo, non ho ancora risolto pressoché nulla, a parte rilevare il numero di volte che mi innamoro prendendo la metropolitana, ma queste non sono cose serie (anche se però l’altro giorno in metro un ragazzo molto affascinante si è aggrappato proprio alla mia stessa sbarra, insomma con tutte le sbarre che c’erano proprio la mia, e poi è sceso alla mia fermata, qualcosa vorrà dire!). Ma al di là degli innamoramenti fulminei e della grande verità rilevata dalla mia prediletta Jane Austen (L’immaginazione di una donna è molto veloce; salta dall’ammirazione all’amore e dall’amore al matrimonio in un momento), non smetterò di ricercare l’amore e il suo significato.

Il filosofo Lessing affermava la superiorità della ricerca sul possesso della verità. Questo concetto è chiaramente applicabile a molti altri ambiti, non solo a quello dell’amore, infatti la ricerca della verità e l’impossibilità nel possederla, credo rappresentino un po’ la condizione dell’uomo sulla terra. Poi a questa “verità”, ovviamente, ciascuno appiccica quello che vuole, a seconda di quello in cui crede. Ma non divaghiamo e torniamo alla questione.

Oggi, dopo una chiacchierata stuzzicante e profonda con un’amica, sono arrivata ad una riflessione, semplice e chiara, riscontrabile da un confronto di esperienze e riflessioni più che da uno studio sociologico e antropologico dei processi emozionali umani (non me ne voglia Alberoni, giuro che leggo sempre il suo fondo del lunedì sul Corsera!).

Innamorarsi è qualcosa che non dipende dalla volontà, capita e basta. E’ come sbattere contro qualcosa che non avevi visto e non avevi cercato, ma che ti trovi davanti all’improvviso, ti sconvolge, ti affascina, ti cattura e ti porta a volerlo e a sognarlo di notte (non sto parlando di quando faccio shopping in periodo di saldi, anche se il processo è pressappoco lo stesso).

L’amore invece è una decisione, una scelta, un impegno. E’ decidere di voler bene a quella persona sempre, al di là di tutto quello che può cambiare, dei difetti che possono emergere, delle abitudini che possono essere discordanti. L’amore è disinteressato alle cose materiali, si nutre di quello che l’altra persona è, non di ciò che ha o di ciò che ti dà (però non che proprio dispiaccia di avere qualcosa che brilla nella zona prensile situata alla fine del braccio).

Sento troppo spesso parlare dell’amore come di qualcosa di evanescente, qualcosa che appare e scompare, qualcosa che inizia e finisce, come se non dipendesse da noi ma ci fosse una sostanza gassosa nell’aria, fatta di cuoricini, passione, novità e qualche diamante, che ogni tanto si insinua nelle persone e poi se ne esce. Ma non può essere così. Se l’amore è un impegno, una scelta, bisogna farla con responsabilità, e costruirci sopra la capanna dei propri sogni. Credo che due persone che si amano non hanno bisogno di nient’altro, perché l’amore è la base e la motivazione di ogni progetto di vita. Nella scena finale del film Piccole donne del 1994, Jo March insegue il suo amato Professor Friedrich Bhaer il quale, incerto di non poter essere amato da lei a causa della sua povertà, le mostra le mani vuote. Lei, appoggiando le proprie mani in quelle di lui gli dice “Ora non lo sono più”. Sì, dunque, credo nel “due cuori e una capanna”. Però almeno che la capanna abbia una cabina armadio abbastanza grande per i miei saldi di fine stagione, e che sia abbastanza isolata e nascosta, così da avere un po’ di tregua prima che la Digos incaricata da Alberoni mi trovi.

150 pensieri su “Le mani vuote

  1. Luigi

    So poco parlare dell’amore, sfugge alle regole, mi viene in mente il classico San Paolo. L’amore è un insieme di cose che moltiplica le nostre risorse.
    L’amore più grande è dare la vita per qualcuno, sicuramente. Dare la vita anche nelle piccole cose, nel quotidiano. L’amore forse è anche sbagliare ma ripartire con umiltà. Nel caso della scelta del partner non ne ho la minima idea. Io mi ero innamorato di altre che non mi hanno corrisposto. Non ho insistito, l’amore è anche non insistere, tirarsi indietro e rispettare. L’amore è accettare le nostre miserie, i nostri difetti. L’amore è dire la verità e magari a non dirla se non serve a nulla o se fa solo male. Laura, per noi cristiani, l’amore è anche affidare a Dio la nostra vita e quindi anche chiedere a Lui di farci scegliere il partner giusto come è capitato a me. Io non ho alcun merito nell’aver scelto mia moglie, ero innamorato di un’altra e lei era solo una pedina per arrivare all’altra. Poi tutto è stato ribaltato per il mio bene, ne sono sicuro.

    1. sorellastragenoveffa

      Caro Luigi, soprattutto nelle piccole cose, nel quotidiano.
      A mio marito è particolarmente cara questa frase del Giovane Holden: “Ciò che distingue l’uomo immaturo è che vuole morire nobilmente per una causa, mentre ciò che distingue l’uomo maturo è che vuole umilmente vivere per essa”, le tue bellissime parole me l’hanno fatta venire in mente.
      Grazie, e buona giornata.

    2. Luigi, “per noi cristiani” l’amore non è affidare a nessuno il farci scegliere qualcuno! Le scelte sono sempre soggetive, personali e responsabili. Dov’è sennò la tua libertà? Anche se sei cristiano continui ad averlo un cervello per pensare e usarlo è un tuo dovere, altrimenti cadi nel fideismo, attenzione!

  2. Ciao Laura e Buongiorno a tutti!
    Anche io amo Alberoni : quando lavoro sull’affettività nelle scuole superiori e medie utilizzo un suo libro, IL MISTERO DELL’INNAMORAMENTO.
    Un altro strumento utile per chi ha a che fare coi ragazzi è :LA TANA DEL CONIGLIO, ed. Franco Angeli.
    Qui si trova la definizione di Innamoramento mutuata dalla lingua inglese :TO FALL IN LOVE, cadere in amore, per spiegare che l’innamoramento, distinto dall’amore, è imprevedibile e improvviso.
    Quando invece lavoro coi ragazzini delle elementari, mi chiedono sempre cos’è l’amore. Finora, in tante scuole e tanti giri, non abbiamo ancora trovato una definizione fissa (personalmente non dò mai concetti caduti dall’alto, a meno che non siano informazioni scientifiche, ma lavoro insieme ai bambini a trovare definizioni possibili); l’idea più chiara fino ad adesso è quella della PASSIONE : quando qualcuno o qualcosa ti piace tanto.
    🙂
    L’amore non è evanescente, tutto il contrario : io sono molto bowlbiana in questo, l’amore è ATTACCAMENTO, è muoversi e spostarsi con qualcuno sempre in mente e sempre nel cuore. E poi tornarci sempre. Non finisce l’amore, lascia sempre qualcosa, certe volte questo qualcosa è poco, o un pesante niente; qualche volta si esaurisce ma sempre lascia il segno.

    Uno dei segni dell’amore con mio marito è sto fijio che oggi ha il decisivo esame col Conservatorio : ancora 10 minuti fa era qui al mio posto immerso fra fogli, spartiti, tesine; si è pure inceppata la stampante. Esattamente come lui : nemmeno 16 anni e non è pronto, come è normale che sia, scegliere se andare avanti su una strada così impegnativa, capire se ha un vero potenziale e un’adeguata preparazione, almeno per il momento. Io credo che l’esame andrà bene : è come il suo essere passa attraverso queste cose che mi impensierisce perchè non chiaro.
    Comunque : mi raccomando le preghierine!!! Mi piace l’idea che lui sia con Filippo e con me (anche se l’influenza sta passando, ora ce l’ha il sottomesso) nei vostri pensieri oratori.
    Costy ??????
    Anche tu : una bella Ave Maria pisolante per Valerio ,il fratello della tua figlioccia!

  3. Luigi

    Grazie Genny, le mie sono parole ma sicuramente quella che le mette meglio in pratica sei tu. Io sono pigro in tante cose, amo pigramente. Dio ha una pazienza infinita con me per fortuna, credo che se potesse darmi un calcio in culo fisicamente lo farebbe subito.

    1. sorellastragenoveffa

      Luigi, non é vero, sono di una pochezza e di una meschinità rare, le difficoltà mi inaridiscono invece che farmi fiorire… trovo che sia vero che é più difficile amare come lui ci ha amato nelle difficoltà quotidiane piuttosto che nel gesto eroico estremo. Se Dio ancora non ti ha dato quel calcio è perchè per ora è troppo impegnato a prendere a calci me!

  4. Velenia

    Quando ero una studentessa e vivevo con altre 9 pulzelle in un appartamento universitario,discutevamo spesso di cosa fosse l’amore,il nostro leit motiv era .-Chissà se lo amo?-.Così trascorrevamo spesso nottate,tra una camomilla e una sigaretta,raccontando i nostri innamoramenti.
    Una sera,io raccontai alle ragazze la storia d’amore del miei padrini di battesimo.Erano gli anni del dopoguerra e lui,appena laureato,lavorava negli Uffici Comunali del mio paesello,anche lei lavorava lì,in un altro ufficio,la vide salire le scale,bruna bellezza mediterranea,e ,come si usava,si andò a informare su chi fosse,e “a chi appartenesse”,la persona a cui chiese informazioni era la mia prozia che gli rispose:- E’ poverissima ed onestissima,non c’ è da scherzare!- lui rispose -Io non voglio scherzare,la voglio sposare-Raccontai alle mie amiche che quel matrimonio durava da 50 anni e ne erano nati 4 figli e 10 nipoti(la vera ricchezza,diceva lui che,nel frattempo ,ricco c’era diventato veramente),ricordo che sospirammo e una di noi disse-Vedi allora bastava uno sguardo per decidere della vita, oggi dopo anni di strare insieme ancora non riusciamo a decidere.!Come siamo diventati così?

    1. “Vedi allora bastava uno sguardo per decidere della vita, oggi dopo anni di strare insieme ancora non riusciamo a decidere.!Come siamo diventati così?”

      Meraviglioso!!! Il cuore della questione, oggi si va avanti per inerzia…

    2. Luigi

      Ci hanno insinuato un sacco di alternative, di varianti, una volta qua se magnea poenta a colazion, a mezodì e a cena.
      Ora abbiamo troppi menù alternativi.

  5. Niente da dire…molto bello e vero il post di Laura e soprattutto bellissima la citazione del giovane Holden di Genoveffa ( già rubata e messa su FB ) che per una serie di motivi si adatta perfettamente al mio maritino e a quelli di alcune mie amiche!

  6. Luigi

    Domanda off-topic (per il mio Consiglio Pastorale)
    Avete esperienza o conoscete l’esistenza di forum-blog a livello parrocchiale?
    Nel caso, ritenete che possano contribuire in qualche modo a creare comunità?
    Potete rispondermi qui: Luigi.Tabarini@alice.it

  7. fefral

    Brava Laura. Bello leggere dell’amore vero raccontato da una ragazza giovane come te, che se ne parliamo noi vecchie bacucche sembra quasi che sia rassegnazione quella di scegliere di non dar retta ai mal di pancia e ai voli dell’immaginazione quando ci si innamora del collega in ufficio o del figo in metropolitana con cui per caso ci si scambia uno sguardo quando si scende alla stessa fermata, e invece si torna a casa dall’uomo con cui ci si è impegnati a vivere insieme finchè morte non ci separi, e condividere le piccole cose di tutti i giorni, le piccole sconfitte e vittorie della vita coniugale, sapendo che il tesoro è là, nel coricarsi insieme a fine giornata magari senza avere la forza di scambiarsi una parola, ma con la certezza che domani si ricomincia insieme a camminare, e col desiderio di crescere e invecchiare insieme.

  8. Personalmente trovo che Alberoni sia talmente antipatico e banale, che non sono riuscita mai a leggere più di tre righe di quello che scriveva … capisco che sia un mio limite, me ne sono già fatta una ragione. Fore più antipatico di lui c’é solo Morselli.

    Concordo con Paola sull’attaccamento. Molto complicato invece dire perché l’amore finisce: certo gli amori adolecsenziali e immaturi finiscono quando finisce la passione, magari la complicità… ma un amore maturo può finire anche per forti delusioni, per la difficoltà di rimanere accanto a qualcuno del quale non si ha più stima, non si ha fiducia.
    Sono sempre molto guardinga dal giudicare la fine degli Amori altrui, perchè quello che succede dietro una porta chiusa non è possibile saperlo.

    Lancio un tema per il prossimo post: la ricerca della verità e l’impossibilità nel possederla,

  9. alvise

    COSTANZA:….abbi pazienza!!!!! Anche, per rispetto di chi soffre! Non gli puoi proporre questo!
    La Novena a “Maria che scioglie i nodi”, conosciuta anche come la Novena che distrugge il diavolo, è una Preghiera molto potente e molto ascoltata dalla Madonna per i casi che sono bloccati e umanamente irrisolvibili… Il diavolo ha il terrore di questa …

    1. sorellastragenoveffa

      Alvise, inizia subito la novena a Maria che scioglie i nodi, io sto già al quarto giorno, il tempo stringe!!!

  10. Alberto Conti

    “Per pensare alla tua vita, per amare il tuo destino, per amare la tua felicità, per amare la tua contentezza, per amare l’eternità della tua vita, per trattarti così, debbo sacrificare qualche cosa; che cosa devo sacrificare? Devo sacrificare la reazione immediata, di piacere o di dispiacere, di simpatia o di antipatia; devo sacrificare l’impressione immediata.” (Si può vivere così? – Capitolo: La Verginità – Don Giussani)

    Ha ragione Velenia, ci siamo complicati la vita, illudendoci che l’amore dipenda da noi, confondendolo con “la reazione immediata”

  11. paola

    Se questo non è amore…leggete per favore..Testimonianza di una famiglia in missione in Camerun: Dio Provvede

    Mi chiamo Maria, ho 15 anni, vengo da Mérida e sono la seconda di quattro sorelle e un fratello, e di tre che sono in cielo. La mia famiglia appartiene al Cammino Neocatecumenale.
    I miei genitori hanno sentito una chiamata e, in occasione dell’incontro delle famiglie a Valencia, ci siamo alzati per offrirci come famiglia in missione. Onestamente, non mi ricordo quasi nulla perché era di notte e soprattutto perché avevo 10 anni e non capivo niente. Dopo un tempo di attesa, i miei genitori andarono ad una convivenza in Italia, durante la quale ci diedero la destinazione. Mia madre disse a Dio che voleva andare in qualsiasi posto, meno che l’Africa … ovunque ma non in Africa, dovunque ma l’Africa no … E dove ci toccò andare? In Africa. A Douala, una città del Camerun.
    Quando me lo dissero, il mio primo pensiero fu che non sarebbe stata una cattiva idea, ma quando iniziarono a darmi i dettagli di quello che significava partire, iniziai a pensare: “Dove sono i miei amici, la mia famiglia, i miei compagni di squadra, tutto quello che ho, i miei studi? “Io non volevo andare. Il tempo di partire giunse e io non avevo ancora un’idea chiara, ma dovetti obbedire ai miei genitori e così partimmo.
    Quando siamo atterrati, la prima cosa che abbiamo notato tutti era il caldo insopportabile e l’umidità appiccicosa (99% di umidità). La comunità dei miei genitori ci aspettava con alcuni seminaristi ed il sacerdote della nostra parrocchia. Ci portarono alla casa parrocchiale, dove abbiamo vissuto per 5 mesi. Mi ricordo che nel tragitto, quando ero in macchina, non credevo che tutto ciò fosse la realtà: tanta povertà, tanta sporcizia, tanti odori, tanto calore, tanta acqua sporca, tante zanzare … A casa non avevamo praticamente nulla. E con noi non avevamo nulla, niente auto, niente scuola, non sapevamo la lingua (francese) e a tutto,a tutto, Dio stava provvedendo.
    La nostra missione, qui, è semplicemente di stare, di vivere come una famiglia cristiana, perché qui la famiglia è completamente distrutta. Il padre di famiglia, il capo, è come se non fosse sposato, non sta con le mogli o le figlie, né conosce i figli, la madre tiene i figli però raramente sta in casa: un figlio è con una zia, un altro con la nonna, un altro con il fratello maggiore, ecc. Non si vedono mai né un padre né una madre tenere i propri bambini o dargli un bacio o una carezza. Noi siamo qui perché vedano cosa sia una famiglia: con un padre, una madre, con i figli che devono educare con amore e non con violenza (come fanno qui). Una volta , mentre celebravamo la Messa, mia sorella Lucia, la più giovane, venne a baciare mio padre, il bacio di pace, e la gente rimase a bocca aperta. Addirittura, una sorella di comunità venne a casa per dirci che era rimasta colpita dal fatto che mio padre avesse permesso a mia sorella di fare una cosa così. Il fatto di prenderla in braccio e baciarla, era qualcosa del tutto nuovo per lei. Ci ha raccontato che suo padre non le diede mai un bacio in tutta la sua vita. Questa donna era incinta e disse ai miei genitori che avrebbe fatto lo stesso con sua figlia, che non l’avrebbe mai baciata e né amata, ma avrebbe fatto come i suoi genitori fecero con lei.
    Nella nostra parrocchia ci sono 11 comunità del Cammino Neocatecumenale. I miei genitori sono nella prima, mio fratello nell’ottava e io nell’undicesima, che è nata quest’anno, 5 mesi fa. Ci sono 40 fratelli. Le celebrazioni, in particolare l’Eucaristia, sono feste. Ci sono diverse sale nella nostra parrocchia. Alcune comunità, 4 o 5, celebrano nella chiesa e il resto si dividono in sale o cappelle. Quando si canta un canto,si suona il flauto! Cantano ad alta voce e con gioia, molti piangono, si mettono in piedi, ballano, si divertono (ma al momento delle letture, dando un’occhiata si vede che molti dormono). Ci sono persone che si vedono in chiesa giorno e notte, non scherzo. E ‘comprensibile, perché la Chiesa è un ambiente pulito, senza zanzare, senza caldo … proprio l’opposto delle loro case.
    Andiamo a scuola dalle 7 e un quarto di mattina fino alle 4 del pomeriggio. Io e mio fratello siamo gli unici bianchi del nostro istituto (circa 3000 studenti). Nelle classi, ci sono una media di 70 a 80 studenti nei banchi di legno. Gli insegnanti colpiscono gli alunni con verghe e cinture come animali, e si deve andare a scuola anche il sabato e la domenica per fare gli esami, il caldo è insopportabile ed in condizioni molto precarie. Inoltre la scuola non può portare gli studenti per le strade a causa del crimine che esiste qui in Camerun, non posso andare da nessuna parte senza i miei genitori non avendo una vita normale come qualsiasi altra ragazza della mia età, essere lontano dalla famiglia, dagli amici, dalle abitudini, e da tutti i lussi che avevo, come per esempio il poter aprire il rubinetto dell’acqua, senza timore che non si possa avere acqua, come accade a noi tutti i giorni (perché a volte passano settimane e settimane senza acqua; le mie tre sorelle minori si sono infettate con scabbia, perché laviamo tutto con l’acqua del pozzo che è sporca). Naturalmente, questo non è niente rispetto a quello che queste povere persone devono sopportare ogni giorno. Io almeno ho un tetto per coprirmi quando piove e ho cibo ogni giorno.
    Nonostante tutto questo, sono felice di essere qui, perché se non fossi venuta, non so cosa ne sarebbe stato di me. Avrei scelto il mondo e in due giorni mi sarei persa. Stando qui, Dio mi ha dato molte cose e mi ha fatto capire e vedere le cose che la maggior parte dei giovani non hanno mai la possibilità di vedere e capire.
    Essere in missione mi ha aiutato molto, perché prima di andare in missione io vivevo la mia vita per conto mio, mio fratello per conto suo, i miei genitori e le mie sorelle per conto loro. Odiavo la mia famiglia. Io non capivo perché dovevamo essere tanti fratelli (e ora sembrano pochi), perché dovevamo andare in eucarestia la notte del Sabato, mentre i miei amici uscivano e si divertivano, perché dovevamo recitare le Lodi, andare in convivenza e tante altre cose che non avevano senso per me. La missione ci ha unito e mi ha aiutato a capire che pregare le lodi, andare a messa, le convivenze, ecc. sono grazie che Dio ti regala. Avere più di uno o due fratelli è il dono più grande che una persona possa avere ed una grande grazia di Dio.
    Stando qui, ho visto Dio e ho visto che esiste un Dio, che, mi dona tutto quello che voglio (e questa non è un discorso da vecchi, come pensavo), che mi protegge, che si preoccupa per me e si offre (e tanto! Abbiamo vissuto 3 anni di ciò che Dio ci ha donato). Ringrazio Dio ogni giorno per quello che sta facendo nella mia vita e per tutto ciò che ha fatto.
    Dio ci aiuta molto. Nel marzo di quest’anno, i miei genitori sono dovuti andare in Spagna per fare un passaggio con la comunità, ma non avevamo soldi; i miei genitori parlarono con i catechisti e loro gli dissero che i miei genitori potevano partire e che noi figli saremmo dovuti rimanere qui, nella casa parrocchiale o al seminario. In realtà, non saremmo stati felici, ma lo avremmo accettato. Alla fine i miei genitori decisero che saremmo partiti o tutti o nessuno. Dio provvide e potemmo partire in sette. Cinque giorni prima di tornare a Douala, mia sorella Deborah, la 4°, cominciò a star male di stomaco, dopo il compleanno di mia madre, per questo si pensava che fosse una colica o un’indigestione. Il giorno dopo la portarono in ospedale e aveva l’appendicite. Subì così un intervento chirurgico. Recuperò perfettamente e in tre giorni camminava più dritta che mai. Dio ascolta le nostre preghiere. Se i miei genitori ci avessero lasciato qui, non so se mia sorella sarebbe viva in questo momento, perché non ci sono tanti servizi sanitari, come in Spagna. Se non hai soldi, vieni lasciato morire. Questo è stato un segno perché ci possiamo rendere conto che Dio è con noi.
    Vedo che Dio ci protegge. Il primo anno, mia sorella Lucia, la più giovane, non aveva quasi difese immunitarie e il dottore disse che avrebbe corso un rischio andando in missione. Tuttavia, siamo partiti e da quando è qui le sue difese sono raddoppiate. Due settimane fa, si è ammalata di malaria (malattia trasmessa da una zanzara.) E’ una malattia grave, dal momento che, in 8 mesi, questa è stata la terza ricaduta, è molto pericoloso. Il medico ci disse che mia sorella Lucia non avrebbe più potuto vivere in paesi dove è presente la malaria, perché ogni volta che la si contrae il rischio diventa sempre maggiore e più grave. Uno dei motivi per cui dobbiamo partire il più velocemente possibile,è questo: se si ammala non può assumere più farmaci, perché ha il fegato molto infiammato a causa di tutti i medicinali che le hanno dato questa volta.
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    Così, quest’anno sarà l’ultimo. Anche a causa degli studi e di come è duro vivere qui. E, francamente, mi sento egoista per questa cosa, perché queste persone hanno bisogno di molto aiuto e perché abbiamo preso e ricevuto un sacco di amore. Ma noi non diciamo no a Dio, o alla sua volontà, o alla missione, infatti, se ci mandano in qualche altra parte dove possiamo studiare e avere una vita più o meno normale noi accetteremo.
    La maggior parte della gente pensa che siamo pazzi (comprensibile), ma penso che tutto questo non è una cosa nostra, che parte da noi, ma è di Dio. Lui ti da il cento per uno sempre, sempre.

    Fonte: http://www.camineo.info/news/153/ARTICLE/15469/2011-06-03.html

  12. alvise

    LAURA GOTTI TEDESCHI: Sì capisce benissimo, Laura, che la tua è una garbata presa per il culo del
    Grande Sociologo Psicologo eccetra…Forse, la vostra, di chi condice il blog, è tutta una garbata “mistificazione” per vedere noi, poveri disgraziati, cosa ci si avrà da dire, da quaqquaqquaaare,
    su Alberoni, Coroncine, Novene…?

    1. paulbratter

      Alvise hai ragione, ho riletto il post e questa ragazza è veramente garbatissima e molto sottile.

  13. Rodolfo

    Molto carino questo post. E`divertente alla lettura e stimolante nei contenuti. Tuttavia quanto scritto sopra non mi convince completamente. Mi spiego.
    Non sono d’accordo che in amore non conta quello che dai. Credo al contrario che in amore conti molto l’impegno dell’uno per l’altro, un impegno pure tangibile e sempre costante. E’ bello e giusto dimostrare alla propria amata il proprio commitment con atti concreti, con continue attenzioni (anche materiali, che male c’é?) e con un entusiasmo continuo in tutto ciò che si fa. L’uomo che ama é l’uomo che vuole sorprendere sempre, é l’uomo che ama dare, dare continuamente. E dare é ricevere per lui. Un sorriso di lei in risposta ad una sorpresa é stimolo per lui per sorprendere ancora e di più.
    Amare é dare e ricevere per me. Sfatiamo il mito dei due cuori e una capanna: questa immagine fa passare l’amore come qualcosa di piatto, sempre uguale a se stesso. L’amore invece é un caos meraviglioso, é tutto un movimento, un flusso. L’amore di oggi non é l’amore di ieri e neppure quello di domani. Questo perche oggi ho ricevuto e dato qualcosa di nuovo, quindi l’amore che vivo si é arricchito. Un rapporto affettivo autentico é una continua spinta in avanti. e si manifesta in un continuo e meraviglio scambio di piccole e grandi attenzioni.

    1. Caro Rodolfo,
      sono d’accordo con quello che dici. Infatti, ho sottilmente incoraggiato la manifestazione d’amore anche attraverso il dono di qualcosa di concreto…siamo esseri umani, e i doni fanno mooolto piacere se chi te li dona lo fa per amore (ma anche senza amore lo accettiamo lo stesso!!).
      Volevo solo dire che c’è un “dare” più grande, che comunque non annulla nè rimpiazza quello materiale: è il dare noi stessi. Credo che sia il dono più grande e che non abbia bisogno d’altro. Il resto è un meraviglioso (e importantissimo) contorno.

  14. alvise

    SCUSATE: non so perché ho usato questa brutta orrenda stupida parola “mistificazione”.
    Forse era più corretto dire: “messa in scena”.

  15. Buone novelle! Sono nati i piccioncini!!!!
    No, non gli innamorati della Laura, ma i piccoli della picciona ospite sul mio balcone : sono nati tutti e due..l’ho capito subito perchè la picciona non se ne voleva volare per farmi guardare! Uno è più panciuto e palpitante, l’altro è un po’ più smilzo…speriamo sia vivo!!!
    Genni hai da darmi ragguagli?
    Pensare che continua a piovere…che mamma eh?

    1. Federica

      Paola anche io ho la nursery sul balcone. Due piccioni, uno che è rimasto un paio d’ore con mezzo uovo sulla testa, come calimero. Vedi un po’ se tocca tene’ pure il pensiero per i piccioni… e il balcone è un disastro. La prima volta che la picciona ha fatto le uova sono uscita per pulire, lei si è spaventata e non le ha covate più. Quindi ora è tutto suo. Spero solo che imparino a volare presto, altrimenti i vicini chiameranno i NAS.

    2. Non molla mica!! Sta lì che li scalda e non mi fa guardare!!!!
      Li ho battezzatti : canto e solfeggio, in onore del mio piccioncino e dei suoi esami…secondo la loro nascita è un buon segno
      😉

    3. Federica

      a me ha fatto tanta tenerezza qualche giorno fa: volevo sbirciare anche io, lei si è spaventata. Si è spostata un pochino, una zampetta dentro e una fuori dal nido. Mi ha fissata, poi ha fissato i pulcini, poi me, poi il nido. . .
      Poi si è fatta due conti e si è rimessa comoda.
      Avrà pensato:”Tanto capisce, è femmina pure lei…”

  16. Maria

    Cara Laura, io prendo come segno divino questo tuo post. Stavo facendo proprio le stesse riflessioni ieri sera, in bagno, mentre mi struccavo. Innamorarsi capita e basta, ma si decide di amare. L’amore è qualcosa che va nutrito OGNI GIORNO, a prescindere. E’ un impegno, non un’emozione che finché c’è siamo tutti contenti se va via pazienza, avanti il prossimo. E’ un impegno che si prende, insieme.
    Mi chiedo però una cosa, a me e a chiunque vorrà rispondere: si può amare una persona, dell’amore di cui tu parli nel blog, senza aver sentito prima tante farfalle nello stomaco? E se si ha una persona che ti ama a prescindere, disposta anche a perdonarti e riaccoglierti, e che si ama ma senza farfalle nello stomaco, si può costruire questa capanna insieme? O molto più semplicemente, puoi imparare ad amare una persona non partendo dalle farfalle nello stomaco, ma dal fatto che quella persona ama te e te e basta, tanto da voler iniziare una vita insieme?

    1. Ciao piccola bella (sicuramente) dolcissima Maria: fattelo dire da una persona più grande di te.
      LE FARFALLE NELLO STOMACO SONO ASSOLUTAMENTE OBBLIGATORIE!!!
      E ti dirò di più : certe volte tornano!!!!
      C’è da dire che io le farfalle le sento anche per i piccioncini che ho appena visto, ma ti assicuro che la cosa più bella dell’amore è riinnamorarsi alla prima occasione.
      Infatti il primo a cui ho detto della nascita è stato mio marito!!…anzi, lui era occupato…e allora l’ho scritto a voi del blog!
      🙂

    2. Alberto Conti

      è un po’ difficile rispondere a questa domanda: Paola è donna e, probabilmente a ragion veduta, non può prescindere dalle farfalle allo stomaco, io più razionalmente, o meglio ragionevolmente, ti diro “ascolta il tuo Cuore” (il Cuore biblico non quello della Tamaro, che poi non avendo letto il libro non so cosa intenda lei per cuore).

      La questione è cosa (o chi) Tu desideri veramente per la tua vita, non esiste altra strada: solo tu puoi darti questa risposta. Posso solo aggiungere che chiunque sia “il chi” o il “cosa” sceglierai potrà essere solo un segno di Colui che può soddisfare appieno il tuo desiderio.

      Si può imparare ad amare una persona? Molti nostri nonni (quando “i matrimoni li combinavano i preti”) potrebbero dirti di si, io non so risponderti perchè sono ancora innamorato di mia moglie dopo quasi 12 anni di matrimonio, ma sicuramente l’Amore non dipende da noi; comunque vale la citazione di Giussani che ho riportato sopra: per amare (fidanzato, marito, amici, figli) occorre sacrificare la reazione istintiva, occorre un distacco perchè l’amore è il contrario del possesso.

      Per sdrammatizzare un po’ e per solidarietà maschile aggiungo: non negargli una possibilità, non escludere a priori (senza illudere), le farfalle possono arrivare anche dopo.

    3. Luigi

      Maria, io le farfalle nello stomaco le ho avute per altre donne però amo mia moglie e con lei solo è vero amore. Le farfalle nello stomaco per me sono un presagio malefico (in senso non letterale)

    4. Federica

      questa domanda me la sono fatta anche io. Ti premetto che ho occhio e croce la tua età e non sono sposata.
      Non lo se se è possibile “imparare ad amare una persona non partendo dalle farfalle nello stomaco, ma dal fatto che quella persona ama te e te e basta “. Al momento l’unica cosa che cerco in maniera quasi feroce è una persona che desideri condividere con me un percorso di vita basato su Cristo. Le farfalle nello stomaco le ho avute svariate volte, ma inspiegabilmente (!) duravano quanto la nutella nello scaffale (poco davvero). E dire che lui continuava ad amarmi…
      Ma forse semplicemente non era l’amore che sognavo io, non vedevo dietro quelle farfalle la possibilità di una vita come quella che desidero. Sorprendentemente per me Cristo è diventato un punto di partenza imprescindibile.Ecco.Credo che se Lui c’è si può amare davvero, anche quando gli anni passano, la cellulite avanza e la panza pure. Perchè nei suoi occhi scorgerai sempre Colui che solo è in grado di saziare il nostro desiderio di amore.

  17. Luigi

    Laura Gotti Tedeschi scrive:
    “Luigi, “per noi cristiani” l’amore non è affidare a nessuno il farci scegliere qualcuno! Le scelte sono sempre soggetive, personali e responsabili. Dov’è sennò la tua libertà? Anche se sei cristiano continui ad averlo un cervello per pensare e usarlo è un tuo dovere, altrimenti cadi nel fideismo, attenzione!”

    No Laura, ribadisco quello che ho detto anche se forse mi sono spiegato male, leggi bene quello che ho scritto. Io affido a Dio la mia vita e quindi anche le mie scelte. Ma le scelte le faccio io, certo. Anche perché raramente o mai capita che Dio ti parli direttamente come a Samuele. Nel Padre Nostro si dice: “Sia fatta la tua volontà”. Non è fideismo, attenzione.

  18. Macchè…maria, non dare retta agli omaccioni qui : le farfalle, se il cuore è aperto, da entrambi le parti, arrivano subito!
    Vi lascio : vado alla mia equipe in consultorio settimanale ma ho dietro la borsa di danza del figlio, il suo pranzo (non può mangiare ora per l’esame di canto) e quantaltro…mi ha promesso che, se ha bisogno di una picciona, tuberà col cell e accorrrerò anzi volerò da lui,in sostegno da fifa pre esame! 😉

    Mi raccomando alle 14.45 intensificate le preghiere
    🙂

  19. fefral

    le farfalle nello stomaco…. se ci sono bene, se non ci sono meglio 🙂
    Io penso che dipenda molto dall’emotività di ognuno, non credo che c’entri l’essere maschio o femmina (anche se forse noi donne siamo più propense alle farfalle). Amare un uomo (o una donna) non c’entra nulla con quella sensazione di euforia, di confusione, di perdita di senso della realtà che tutti o quasi proviamo quando ci innamoriamo di qualcuno. Quella roba là può essere l’inizio di una bella storia d’amore, o può essere l’inizio di niente, o addirittura può rovinare una storia d’amore già solida perchè sopraggiunge un innamoramento inaspettato verso un’altra persona quando già si ama qualcun altro. E’ qualcosa che capita, che non dipende dalla nostra volontà, sarebbe quantomeno imprudente impegnarsi per tutta la vita in un progetto con un’altra persona basandosi sulle farfalle.
    Seguire il cuore, come dice alberto è sicuramente la strada giusta. Ma cosa significa seguire il cuore?

    1. “Qualcosa che capita”. Vero. E che passa. 🙂 Tutto passa. Il resto, quello che non passa, è per definizione (e per ipotesi) l’amore.

    2. Alberto Conti

      “Tutte le esperienze della mia umanità e della mia personalità passano al vaglio di una «esperienza originale», primordiale, che costituisce il volto nel mio raffronto con tutto. Ciò che ogni uomo ha il diritto e il dovere di imparare è la possibilità e l’abitudine a paragonare ogni proposta con questa sua «esperienza elementare».
      In che cosa consiste questa esperienza originale, elementare? Si tratta di un complesso di esigenze e di evidenze con cui l’uomo è proiettato dentro il confronto con tutto ciò che esiste. La natura lancia l’uomo nell’universale paragone con se stesso, con gli altri, con le cose, dotandolo – come strumento di tale universale confronto – di un complesso di evidenze ed esigenze originali, talmente originali che tutto ciò che l’uomo dice o fa da esse dipende.
      A esse potrebbero essere dati molti nomi; esse possono essere riassunte con diverse espressioni (come: esigenza di felicità, esigenza di verità, esigenza di giustizia, ecc…). Sono comunque come una scintilla che mette in azione il motore umano; prima di esse non si dà alcun movimento, alcuna umana dinamica. Qualunque affermazione della persona, dalla più banale e quotidiana alla più ponderata e carica di conseguenze, può avvenire solo in base a questo nucleo di evidenze ed esigenze originali.

      (…)

      Identifico in questo cuore ciò che ho chiamato esperienza elementare: qualcosa cioè che tende a indicare compiutamente l’impeto originale con cui l’essere umano si protende sulla realtà, cercando di immedesimarsi con essa, attraverso la realizzazione di un progetto, che alla realtà stessa detti l’immagine ideale che lo stimola dal di dentro.”
      (Il Senso Religioso – Don Luigi Giussani)

      E’ un po’ lungo e ciononostante forse non abbastanza esaustivo (comunque la sola seconda parte è un sunto abbastanza completo), del resto il Gius c’ha scritto qualche libro

    3. sorellastragenoveffa

      Luigi, oggi sei davvero il mio mito, anche io penso che le farfalle si curino col riopan gel!!!
      Non ho capito la cosa del blog parrocchiale, che i tendi? Puoi spiegare meglio?
      Fefral grande, se non ci sono le farfalle meglio… però a me mio marito, dopo 15 anni insieme (solo 9 di matrimonio) mi fa ancor venire i brividi sulle braccia, conta come farfalle?

    4. fefral

      sto leggendo un libro che mi ha consigliato un amico, e che apparentemente non c’entra con quello di cui stiamo parlando ma che mi sta dando un sacco di spunti sul senso dell’amore tra uomo e donna e sull’amicizia. Si chiama “Come Gesù,” autore mauro leonardi. Dico che sembra non c’entri nulla perchè nasce come testo che prova a spiegare il senso di una vocazione al celibato e infatti ho iniziato a leggerlo per curiosità personale per via di vecchie storie che non sto qua a raccontarvi nel blog. Ma ci sono pagine davvero interessanti, e un testo di Giovanni Paolo II sul dono di sè che conclude il libro davvero molto bello. Ora non ho con me il libro (e poi non mi piace fare citazioni…preferisco leggere ed elaborare le cose che ho letto per poi provare a raccontarle), ma c’è un capitolo in cui proprio fa una bella distinzione tra innamoramento e amore. Magari più tardi se ho tempo vi riporto qualche cosa.

    5. fefral

      alberto… lo leggerò dopo: non so perchè giussani io non riesco a capirlo. Eppure quando qualcuno mi racconta il suo pensiero poi alla fine mi ci ritrovo. Però non riesco a proprio a leggerlo

    6. Alberto Conti

      Ci provo in maniera MOLTO sintetica e sicuramente creando più confusione (per questo io preferisco le citazioni), comunque il concetto è che la Bibbia fa coincidere il Cuore con l’umano cioè con le domande ultime dell’uomo (cioè i desideri reali quali esigenza di felicità, esigenza di verità, esigenza di giustizia), essere veramente onesti con questi desideri conduce alla Verità che, ridotta all’osso, altri non è che Colui che può soddisfarli.

      PS: anch’io, quando c’avevo le farfalle e “quella là” ne approfittava per rifilarmi libri del Gius da leggere inveche che filarmi, facevo fatica, come prosa non è oggettivamente scorrevole: il segreto/problema sta nel non poter perdere neanche una parola del concetto.

    7. fefral

      @alberto: mi sembri molto più chiaro tu di giussani ;-), lascia perdere le citazioni ed esprimiti a parole tue.
      Ma davvero tu c’avevi le farfalle e lei ti rifilava libri religiosi? E te la sei sposata?

  20. “L’amore? Sopravvalutato. Biochimicamente non è diverso da una grande scorpacciata di cioccolato”
    Parola del Diavolo
    Film: L’avvocato del diavolo

    1. fefral

      ecco…. come il diavolo subdolamente mente, chiamando amore le farfalle nello stomaco 🙂
      Bel film!

    2. Antonio

      Lungi da me dare ragione al diavolo, ma non mi pare così errata la sua considerazione. Fatto salvo l’appunto sulla presunta sopravvalutazione dell’amore – che, in chiave moderna, mi trova in ogni caso d’accordo… l’Amore e l’amore sono due cose distinte e separate – il resto mi pare ampiamente condivisibile.

      Che dice ‘sto diavolo? Che a livello biochimico le sensazioni suscitate da un’infatuazione o da una scopata tout court generano un impatto simile a quello che il corpo avverte allorquando si abbuffa di cioccolata. Lo chiedo senza sarcasmo: cosa c’è di errato?

      Al solito, non sono aggiornato sulle ultime tendenze in fatto di biochimica, ma mi pare dimostrato l’impatto della cioccolata sul nostro corpo. Così come lo è quello di una “sana” scopata. Alcuni, addirittura, hanno costruito vere e proprie “terapie” a base di sesso o a base di cioccolata. Non è iscritto nel patrimonio genetico dell’opinione comune quella di consigliare (per esempio) una rigenerante sveltina a chi soffre di eccessivi sbalzi di umore?

      Nè, in fondo, queste teorie negherebbero nulla di ciò in cui un cattolico sostiene. Anzi, avallerebbero le sue posizioni, semmai. Dimostra che le nostre azioni, anche quelle più insospettabili, incidono sul nostro benessere/malessere. Certa scienza, refrattaria al concetto di anima, colloca tutto nella mente. Determinate azioni, quindi, incidono sullo stato mentale, alterandolo, il che a sua volta si ripercuote sul corpo. Piazzate il concetto di ‘anima’ al posto di quello di ‘mente’; dopodiché vi accorgerete che tutto torna.

      Perciò sì, qui il diavolo non ha tutti i torti. In realtà le sue menzogne sono spesso “mezze verità”, che giocano con la semantica al fine di confondere le idee. Ma poiché la Verità è una, venendo meno anche un microscopico aspetto, crolla tutto, peggio che in un mosaico.

      Pensate ad un altra frase di quello straordinario monologo di Al Pacino. Il diavolo dichiara apertamente la sua influenza sullo svolgimento del ventesimo secolo: “chi, in tutta onestà, potrebbe negare che questo sia stato il mio secolo?!”. Bene, ma anche in questo caso rimescola le carte, solo per confondere le idee a proprio vantaggio. La domanda non è se “il ventesimo secolo sia stato suo” o meno, bensì, dovrebbe essere: e gli altri secoli prima del ventesimo, di chi sono stati? E perché?

      Ma se Kevin (Keanu Reeves) gliel’avesse chiesto, il diavolo avrebbe dovuto ripiegare su un’altra strategia. Almeno, così mi pare.

  21. fefral

    @sorellastra: beh…. dopo 9 anni di matrimonio penso che le farfalle sarebbero belle che morte :-), credo si tratti di qualcosa di più

  22. Luigi

    @Genny
    Azz.i brividi sulle braccia, ma chi hai sposato? Iceman?
    Perl l’altra cosa ho bisogno di sapere se i forum o i blog a livello parrocchiale funzionano come collante per la comunità, se possono essere di stimolo alla partecipazione alla messa ed alle varie attività. Dani ni ha già dato un suggerimento.

  23. Maria

    Paola, grazie mille per il tuo incoraggiamento!!! Le farfalle nello stomaco sono belle, e frizzanti. ma ora devo capire se possono avere un seguito, e un seguito maturo. E come dice Federica, voglio capire se questa persona è disposta a vivere con me un percorso di amore in Dio. E a 23\24 anni, trovarti una come me che ti fa richieste del genere può spaventare. E lo capisco. per prendere una decisione tale bisogna essere coraggiosi, pronti a scegliere una cosa e una cosa sola. bisogna essere pronti a rinuciare ad una parte di se stessi per far spazio all’altra persona. Se da una parte c’è un mio coetaneo ancora così giovane, acerbo, innamorato di se stesso (nonché causa delle mie farfalle), c’è dall’altra una persona con pochi anni più di me, che mi ama e disposto ad avere una vita insieme, ad amare insieme, che io so di poter amare, in modo maturo ed adulto, non seguendo sensazioni del momento, ma rispettando un impegno reciproco….heeeeeeeeeeeeelp!!!
    Federica, tu che sembri avere il mio stesso bisogno di un amore in Cristo, nonché bisogno di qualcosa che va aoltre, ma non necessariamente prescinde, le farfalle nello stomaco, cosa mi consigli di fare?
    E forse come dice ALberto, le farfalle si possono far venire, insieme… boh!

    1. fefral

      lascia che le farfalle passino…non aver fretta di decidere, tanto poi passano :-). E intanto cerca di conoscere te stessa e gli altri due. E lasciati conoscere per come sei, compresa la tua amicizia con Gesù. Non imporla, ma non permettere a nessuno di togliertela. Se quello delle farfalle non è disposto a seguirti in quest’amicizia con gesù o perlomeno a lasciarti libera di viverla, sarà lui a lasciar perdere e a te non dispiacerà. Basta che tu non lasci perdere Gesù

    2. Federica

      Eh, a saperlo!
      Guarda al momento, per esperienza, posso solo dirti che se non si guarda nella stessa direzione prima o poi si inciampa. Per costruire qualcosa serve un basamento solido. Se non c’è alla prima scossetta viene giù tutto.
      E se poi le farfalle sono tanto insistenti, sopiscile con un piatto di tortellini Rana… alla pubblicità, dopo che li mangiano, ridono sempre. Magari sono terapeutici.
      O gli spinaci non sono spinaci… 🙂

    3. Alberto Conti

      Guardare nella stessa direzione (Cristo) aiuta molto, non so se è necessario (a me è andata così e ne sono contento) se guardo a mia sorella devo dire che avere un marito che non crede rende le cose un po’ più complesse ma non impossibili.
      Per l’età ti posso dire che io mi sono fidanzato, di fatto, a 22 anni (di fatto nel senso che non c’era niente che “brillava nella zona prensile situata alla fine del braccio” per banalissime ragioni economiche) e mi sono sposato a 26 (studiando entrambi, prima non era proprio fattibile) e forse evavamo più incoscienti che maturi.

  24. Rodolfo

    Mi considerete acido insensibile e troppo terreno ma credo che molti tra voi che commentano il post di cui sopra parlando di amore scomodano troppo spesso e volentieri il buon Dio. E si pongono troppo ed intricati interrogativi.

    L’amore, quello autentico, é anzitutto semplice. Per capirlo non v’é bisogno di alzare gli occhi al cielo né di consultare il proprio confessore, né tanto meno il proprio stomaco invano dalle farfalle (come le chiamate voi).

    Sono, in linea generale, i rapporti umani ad essere complessi. Ma basta un pò di curiosità verso il diverso (siamo tutti diversi poi), un pò di pazienza ed infine un pò di sano e costante impegno. Bigogna pure mettersi in discussione. Credere che la nostra strada sia tracciata e che il partner eventuale debba accompagnarci su questa oppure non se ne fa niente, é ottusità.

    E’ bene interrogarsi sul tema come fà LGT,ma con criterio. bisogna poi agire fare esperienza, tanta esperienza senza troppo curarsi delle mille campane che pretendondono di dirci ciò che é giusto e cosa no nella sfera sentimentale.

  25. fefral

    boh, mi è sparito il commento…dicevo
    @alberto: sei più chiaro tu di giussani, lascia perdere le citazioni ed esprimiti a parole tue 😉
    Ma davvero tu c’avevi le farfalle e lei ti rifilava da leggere libri religiosi? E l’hai sposata?

    1. Alberto Conti

      Bhe direi che le mie, trattandosi di ORSO, più che farfalle erano riconducibile a qualcosa che ha a che fare con il “tiro dei buoi” (e non riferibile in questo contesto) 😉 ; lei sostiene che c’aveva le farfalle ma che si faceva un po’ desiderare.
      Per i libri religiosi ha l’attenuante che io ero già un integralista cattolico e quindi il suo era solo un tentativo di ciellinizzazione (peraltro riuscito)

  26. Ragazze belle,
    Io ho già raccontato qui la mia vita nelle puntate precedenti.
    Vi dico solo che dopo un periodo di diversi tentativi dove ero io a guardare il mio ombelico, con ragazzi pronti a sposarmi, ma che io lasciavo penare…
    Dopo farfalle per quelli sbagliati…
    Dopo una ricerca di centro…
    Sono capitata nel bel mezzo di una processione di Santo Antonio da Padova, in Portogallo, 13 giugno 1996, ho detto, un poco scherzando, un poco sfidando, un poco supplicando veramente all’esasperazione della ricerca del senza: “se mi trovi un marito cattolico io torno alla chiesa”
    A maggio 1997 vengo in Italia tutto pagato, non avevo programmato…
    A Linate, quello che divenne mio marito nel 2001, mi vede all’aeroporto, lui con le farfalle… mi pedina per 15gg.
    Io ci sto un poco per gioco, lui appena uscito dagli esercizi spirituali di Santo Ignazio di Loyola, fulminato, rosario con gli amici in università tutti i giorni (io pensavano che erano fuori, ma divertenti), subito discorsi sul matrimonio (io: aiuto!)..
    Il 13 giugno 1997, lui a sorpresa mi porta a Venezia… il giorno dopo tornavo in Brasile.
    Di ritorno a Milano mi porta a Padova… processione di Santo Antonio, mi ricordo la sfida.

    Da quel giorno tante cose sono cambiate. Ho dovuto prendere tante decisioni importanti, compresa quella difficilissima di lasciare il mio paese, la mia famiglia. Tra scegliere tra ciò che ero e ciò che volevo essere, tra ciò che gli altri speravano da me e ciò che io volevo per me.
    Le farfalle possono dare la spinta (e credo che sia meglio partire da queste), ma bisogna capire se darle ascolto o no con la testa. Possono arrivare prima ad uno, ma poi, se le cose devono andare avanti, arriveranno anche all’altro.
    Non “va dove ti porta il cuore”, ma “porta il cuore dove vuoi tu”.
    Le farfalle arrivano più di una volta nella vita, a volte per la persona sbagliata. Si sa già che vai come un treno contro un muro.
    E vanno anche via. Ma credo che, nel momento di crisi matrimoniale, si possa andare avanti con la volontà, ma tenendo ben presenti le sensazioni che avevi quando c’erano le farfalle. Come in una tempesta, sembra che il sole non ci sia più, ma in realtà basta far passare le nuvole.

    http://danicor.wordpress.com/2011/06/06/borboletas/

    1. Luigi

      @Danicor
      Meno male che non sono l’unico. Sono d’accordissimo con te.
      La mia lei non credeva, anzi quasi osteggiava la Chiesa e aveva rifiutato l’insegnamento della religione a scuola. Per me al contrario Dio è sempre stato tutto per la mia vita. Per quello ho chiesto e ottenuto la luce.
      Io le volevo bene (non erano farfalle) però non capivo cosa dovevo fare. Come potevo progettare la mia vita con una cui non interessava neppure sposarsi, mettere su famiglia, ecc.? Io non mi confidavo con nessuno, genitori, amici o padri spirituali. Erano cazzi miei. Dovevo venirne fuori da solo. Una notte ho fatto prso la macchina, musica a manetta, piangevo di rabbia.
      Poi mi sono fermato e ho pregato, meglio dire supplicato Dio di aiutarmi. E il resto l’ho già raccontato un’altra volta e mi rompe ripetermi.

  27. Federica

    @danicor
    Ecco perchè parlo della necessità di guardare nella stessa direzione. Come le braccia: ognuna magari fa una cosa diversa ma sono attaccate allo stesso corpo e se c’è un problema e c’è bisogno di lavorare insieme sta’ sicura che lo fanno.
    Se entrambi guardano a Cristo le difficoltà si potranno superare, altrimenti mi sa che diventa davvero dura (non impossibile ma dura!).
    Sbaglio? In fondo gli sposati siete voi… diteci un po’…

    1. fefral

      io penso che in linea teorica sia possibile far funzionare un matrimonio anche se uno crede e l’altro no. Ma non ne ho esperienza. Io e mio marito siamo entrambi credenti, anche se abbiamo modi di vivere la nostra fede molto diversi. Nessuno dei due appartiene a gruppi, movimenti ecc, non siamo particolarmente legati alla vita parrocchiale ma viviamo uniti alla chiesa, frequentiamo i sacramenti, lui è molto più razionale io molto più di pancia. Non ci siamo scelti perchè entrambi cattolici, ma ci siamo trovati uniti nella scelta di educare i figli nella fede. Il nostro rapporto è iniziato con le farfalle, ma non ci siamo sposati per le farfalle. Quello che scrive danicor “Le farfalle possono dare la spinta (e credo che sia meglio partire da queste), ma bisogna capire se darle ascolto o no con la testa” è importante. Anche perchè possono arrivarne ancora di farfalle per altre persone anche quando si è ben determinati e felici della scelta fatta. E allora poi che fai? Passi la vita a inseguire farfalle?

    1. Luigi

      Boh Federica, forse un mese fa circa. Comunque pochi giorni dopo ho fatto un sogno in cui c’ero io che stavo distribuendo del pane e vicino a me c’era lei che mi guardava e poi ha iniziato ad aiutarmi.

    2. admin

      @Federica
      il resto è tra i commenti del post del 24 marzo LE REGOLE DELLA SEDUZIONE.
      (Orwell mi fa un baffo!!)

  28. Rodolfo

    Luigi con i suoi racconti fa piuttosto paura…

    Si parla nel post sopra di scelte personali e responsabili (e di impegno) e lui parla di sogni (che la sua testa produce) dove trova risposte in materia di vita affettiva.

    Ripeto: fa paura… tra un po raccontera che in un altro sogno si é trovato a distribuire pesci pure…

    1. Alberto Conti

      il sogno e un segno che nella Bibbia è abbastanza tenuto in considerazione.

      Nulla avviene per caso.

    2. Alberto Conti

      Personalmente ho incontranto mia moglie quando mi ero finalmente convinto a non cercare “disperatamente” una morosa e ho detto al Signore “fai Te” (tanto come minimo avevo davanti 4/5 anni di università prima di decidere cosa fare da grande) e, come al solito il Signore ha fatto bene ogni cosa.

    3. Rodolfo

      Due frasi hai scritto. La prima con validità relativa (dici: abbastanza…), la seconda invece é assoluta (nulla avviene per caso). Quindi non ho capito cosa vuoi dire.

      Tutti i sogni sono messaggi criptati mandati dall’alto? Please… se credi questo genere di cose devi essere in una stanza bianca con la camicia di forza…

      C’é una vita dopo la morte, ne sono convinto, e sarà meravigliosa e magari avemo occasione di ritrovarci insieme a parlare solo di soprannaturale. Ma per il momento siamo stiamo con i peidi per terra. non interpretiamo tutto o troppo come una manifestazione del divino. non ho parlato del caso io. ma tra il caso e Dio c’é la pura, meravigliosa tangibile biologicamente chimicamente verificabile natura umana che spiega non tutto ma molto di quanto proviamo.

      Quindi per favore. non prendiamoci in giro. perche altrimenti passiamo per cattolici fuori dal mondo e quindi poco credibili.

    4. Alberto Conti

      l’ “abbastanza” era ironico (non rinnegherai Maria, Vai in Egitto, i Magi che tornano da un’altra strada, …); non dico che i sogni siano messaggi dall’alto nè che la decisione non deve che essere ragionevole ma che la ragione deve tenere conto di tutti i fattori: segni compresi (sogno dei pani, processione di S. Antonio, ragazza che conosci quando non la cercavi, farfalle, …).

      Ribadisco “Nulla avviene per caso” e sono anche d’accordo con la padrona di casa quando dice, che poi è alla fin fine stessa cosa, “Senza di Lui non possiamo nulla”.

      PS: per piacere non darmi del sognatore perchè sono un “geometro” che ha “comprato” una laurea in ingegneria per cui sono di quanto più lontano dalla metafisica

    5. Rodolfo

      La teoria delle farfalle non ha niente a che vedere con la dottrina cattolica.

      Molti sogni sono esperienze notturne di desideri o pause che son endogeni, cioé generati da noi stessi. Le chiamate Divine che citi (grazie per il ripasso di catechismo) sono altra cosa. Non facciamo confusione.

  29. alvise

    Bianche, verdi, rosse , gialle
    Mamma mia quante farfalle…
    Poi mi sono ricordata
    Che ero già bell’e sposata!!!

  30. alvise

    FED: ma allora, se mi sento le farfalle meglio fosee scacciarle e spettare che..
    FEF: non ho detti scacciarle, ho detto
    Mar: no te hai detto non lasciarsi trasportare da farfalle o insetti consimili e cercare di cercare di vedre dentro sè fuori di sè nella persona o nelle pesrone che eventualemnte..
    FEF: io, in effetti certo ho detto meglio darebbe non lasciandosi ammaliare dai colori ipnotizzanti di questi insettoni apparentemente leggiadri ma alla fine che potrebbero rivelarsi come affatto positivi per uan scelta matura alla quale alla fine uno tende e quindi..
    FEd: e allora, allora praticamente che dovrebbe uno fare per potersi orizzontare da una parte tra questi insettoni a colori dall’altra una rotta che bene o male
    uno vorrebbe seguire una vita diciamo più giusta matura e in definitiva più appagante…
    Costy: io consiglio la mattina la coroncina poi due volte a settimana la novena, sì lo so la novena è una

    volta a settimana normale ma in questo caso specifico…
    FEFRAL: SI; anche io sono d’accordo, va bene
    Maria: Sì d’accordo anch’io, da subiro
    federica: benissimo, ora!!!

    federica: sì voglio provare anch’io da subito

    volta asettimana

    volta a settiamana normale ma nel caso dei farfalloni consiglierei un aterapia un po’ più forte..
    FEF: d’accordo
    Maria: parole sante
    Federica: bene farò così

  31. Alessandro

    Farfalle, pupe e farfalloni

    Prima dello sfarfallamento la farfalla si chiama pupa. La farfalla completamente sviluppata ha un tipo di vita totalmente differente da quello della pupa: la farfalla passa il tempo a succhiare il nettare dei fiori e ad accoppiarsi. I nemici della farfalla sono i farfalloni (“non più andrai, farfallone amoroso, notte e giorno d’intorno girando, delle belle farfalle turbando il riposo”) e altri uccelli. Alcune farfalle hanno sviluppato delle “false teste”: le loro estremità posteriori ricordano per forma e colore una testa inducendo in inganno i predatori che dirigendosi sul lato opposto al vero capo permettono alla farfalla di fuggire. Altre farfalle si difendono grazie alla rassomiglianza con insetti meno appetibili e più pericolosi come le vespe, le streghe, le arpie, le cozze.

    1. Rodolfo

      Ora che hai postato un commento inutile e fuori e tema ti senti meglio.

      E poi il copia&incolla non ti fa onore. Un po di farina del proprio sacco, please.

    2. Alessandro

      esatto, alvise, i cirnechi dell’Etna.

      Rodolfo, fatti una camomilla e sogni d’oro

    3. Rodolfo

      Grazie Alessandro, sei carino a preoccuparti del mio sonno. Pero la giornata é ancora lunga. Tu per esempio hai ancora qualche ora per approndire l’argomento farfalle (!!) a te tanto caro.
      Enjoy 😉

  32. Ammazza che carini…mi sono girata un attimo e tutti a sparare sulle farfalle, porette!
    Io le farfalle ce l’ho solo per mio marito e per le cose che mi inteneriscono, altro che riopan gel, prentidelo tu Luigi e in supposte! 🙂
    La picciona non molla e non ci fa vedere i piccolini 🙁
    Grazie grazie grazie per l’interessamento all’esame di mio figlio : per me che ero fuori e l’ho sentito cantare è andato bene; lui invece è uscito con la stessa espressione di un cinghiale.
    Boh vedremo i voti…adesso cena veloce e poi saggio di danza sempre suo!

    Me sa che la diciamo io e Alvi una preghiera per voi 😉

    MARIA : non dare retta!!

    1. Alberto Conti

      Grande Figliolo!
      (non era da cinghiale, era da orso, del resto è maschio)

    2. Maria

      Grazie Paola!!!
      Magari le farfalle possono anche essere addomesticate, guidate, e farle maturare…giusto??

      In bocca al lupo per tuo figlio!! FAcci sapere come va il saggio 🙂

    3. fefral

      mhhh addomesticare le farfalle? Non so, io preferisco lasciarle là, ignorarle piuttosto se non sono quelle giuste, godermele se vanno nella stessa direzione che ho scelto io. Stanno là, a volte ci sono a volte no, non prendere decisioni in base alle farfalle se no continuerai a inseguire farfalle per tutta la vita….

    4. paulbratter

      In genere la vita da farfalla è abbastanza breve, varia da qualche giorno a settimana o due e, solo in alcuni casi, raggiunge il mese di vita.

  33. alvise

    FEDERICA:Volevo solo cercare di insufflare po’ di SPENSIERATEZZA nel cuore, non solo di due giovani come te e MARIA che vi state affacciando, per così dire, alla vita, ma anche di noi tutti, non solo perché non siamo vecchi nemmeno noi, credo,
    ma perché, anche essendo credenti, o non, la vita va presa in maniera più, non voglio dire, leggera, ma meno seriosa, più anche sconsiderata, quando occorra, che entrerà tutto a fare parte dell’insieme delle esperienze e aiuterà poi a distinguere, come dite voi, il grano dal loglio, dalla zizzania, o dagli zuzzerelloni, come me. Pane e zizzania, insomma!!! Ad libitum (adelante,ma con giudizio!)…

    1. fefral

      sono d’accordo 🙂
      però prima di prendere un impegno definitivo magari farsi due domandine sulle farfalle può ritornare utile.
      Comunque il tuo post (ops…. commento) mi ha fatto fare una gran bella risata e ne avevo proprio bisogno

    2. Federica

      @Alvise
      La levità (non leggerezza, come dice un amico!) a volte me la perdo per strada… Sarà lo stress da tesi?
      Comunque m’hai fatto sganascia’ dalle risate… Certi ZUZZURELLONI sono davvero forti! 😀

  34. fefral

    ” non interpretiamo tutto o troppo come una manifestazione del divino. non ho parlato del caso io. ma tra il caso e Dio c’é la pura, meravigliosa tangibile biologicamente chimicamente verificabile natura umana che spiega non tutto ma molto di quanto proviamo”
    @Rodolfo, ma la natura umana non è già di suo manifestazione del divino? Non siamo noi stessi immagine di Dio, tutti con tutte le nostre parti? E tra queste non c’è solo la ragione e la volontà ma un’insieme di altre cose, che so le emozioni, le passioni, la fantasia? I sogni sono anch’essi spiegabili con la natura umana. Ma c’è un fatto. Dio generalmente non ci parla mandandoci l’angelo. Qualche volta l’ha fatto, mica no. Però generalmente Dio fa in modo che arriviamo noi a capire quello che ci vuol dire, quando, con rettitudine, senza raccontarci balle, ci mettiamo di fronte a noi stessi e ascoltiamo il nostro cuore. Che il bene nel nostro cuore non ce lo siamo messi noi ma ce lo mette Lui. E allora se in un sogno troviamo delle risposte che cerchiamo, non è perchè abbiamo le visioni ma perchè può darsi che nel sogno riusciamo a elaborare meglio le idee che durante la giornata ci incasinano la testa. Nel sogno luigi ha visto la sua futura moglie che l’aiutava a distribuire il pane… in quell’immagine ha condensato la risposta che cercava, che è una risposta che aveva lui nel cuore. Ascoltando quella risposta avrà (immagino) trovato un senso di pace, quella pace che si prova quando si sa che si sta facendo la cosa giusta. Dando retta a quel sogno avrà seguito il suo cuore….. e la vita gli ha dato ragione. Seguire il cuore (non le farfalle, ma l’essenza più profonda di se stessi) vuol dire seguire Gesù. E allora non potrebbe non esserci contraddizione tra quello che dici tu, Rodolfo, e quello che racconta lui.

    1. Rodolfo

      Fefral,
      grazie per il tuo commento é parecchio interessante.
      E sei prudente nello scrivere, mi piace. Mi piace perché, trattando questo tema, la prudenza é quanto mai opportuna. Perché é labile , credo, il confine tra una buona disposizione ad ascoltare Dio che ci parla ed l’eccesso di misticità (ho sognato che… allora …).
      Quindi condivido il tuo commento.

  35. Luigi

    @Rodolfo,
    Non so se bisogna o meno interpretare i sogni ma io ero un po’ lacerato dal dubbio e posso dire che in quel caso ho pregato meglio di altre volte, Dio non è indifferente ai nostri problemi

    1. Rodolfo

      Luigi non posso entrare nel merito delle tue espienze vissute. non ne ho né il diritto né l’interesse. Dico soltanto che non bisogna scadere in una eccessività di analisi soprannaturale dei sogni.

      e più in generale: Dio certo interviene nella nostra vita e in mille modi (molti dei quali ignoriamo probabilmente) ma molto di quanto ci accade segue regole puramente terrene e la provvidenza non fa servizio non stop 24ore/24 7gg/7.
      Tutto qui.

    2. fefral

      ” la provvidenza non fa servizio non stop 24ore/24 7gg/7″ beh rodolfo non è proprio così…. la provvidenza fa proprio servizio non stop…. solo c’è da intendersi su qual è il modo in cui la provvidenza interviene nella nostra vita

    3. Rodolfo

      Fefral dimmi dove sta scritto…

      La provvidenza ti fa sposare, ti fa trovare un lavoro e ti cambia il pannolino quando sei piccolo ?

      Per ora non ho grandi dubbi irrisolti ma credo che alla prossima difficoltà mi imbottirò di melatonina cosi dormo come un ghiro. Poi voglio vedere se in diverse ore di sonno non trovo la soluzione !

      Piedi per terra, concretezza determinazione ed equilibrio. Il tuo conditoda una sana dose di Speranza ed affidamento a Dio. ma ripeto non scomodiamolo troppo. Ci ha messo dietro la lavagna perche abbiamo tradito la sua fiducia. quindi per quanto Miseriscordioso che sia non credo che faccia il burattinaio delle nostre vite.

  36. Ahò C’ho le farfalle a mille !
    Ditemi che sono Narcisa Vanesia ma di canto (strumento principale) ha preso : 8.50!!!!!
    nel complesso dovrebbe aggirarsi sul 7.50/8 ma il risultato definitivo si saprà dopo sabato quando fanno la prova corale di polifonia!!!

  37. paulbratter

    dire che un sogno, una coincidenza o una buccia di banana non c’entri niente con la provvidenza è 1000 volte più presuntuoso che pretendere di vederne l’intervento.

    1. Rodolfo

      Ah ah ah

      Questo é cabaret per le mie orecchie.

      Quindi: cospargi casa tua di bucce di banana e vai avanti cosi.

      Il tuo intervento non é costruttivo ne argomentato. La lezione di presunzione la fai alla fiera della banana.

      Cordialmente.

  38. Roberto

    Ohi, ohi, calma qua, su! 😉
    @Rodolfo.
    Se mi permetti, credo che si stia facendo confusione tra due piani differenti, e quindi si stia un po’ “dialogando tra sordi”. L’ha spiegato bene Fefral, ma non hai capito. Provo a ri-spiegarlo.
    Tu credi in Dio, Onnipotente e Onniscente? Ritengo di sì, e quindi ti faccio notare: tutto è Provvidenza. Forse stai dando alla parola Provvidenza un significato troppo ristretto, come sinonimo di “sovrannaturale”.
    Infatti, solo due ipotesi sono possibili, di cui una certamente vera e una certamente falsa: o tutto accade per caso, e Dio non esiste, o tutto accade per una Ragione, e Dio esiste.
    Infatti, nulla, e questo va sottolineato, NULLA può accadere, se Dio non lo vuole oppure, pur non volendolo, lo permette.
    “Non muove foglia che Dio non voglia.” E’ un vecchio proverbio, sembra molto ingenuo, ma contiene una Verità fondamentale della nostra Fede.
    Dio è Onniscente, non può mai essere distratto, ed è Onnipotente, nulla può accadere e nessuno può agire, né muoversi o pensare, se Dio non lo consente, non lascia quanto meno accadere.
    E’ ciò che ha permesso Papa Benedetto XVI di dire alla bambina giapponese, parlandole di terremoto e tsunami “Non so il perché, ma so che dietro c’è un progetto di amore Provvidenziale.”
    Perché è così: Dio non può acconsentire a nulla da cui Lui non sia in grado di trarre un Bene più grande, secondo Misericordia e Giustizia (Misericordia e Giustizia non si separano mai, in Lui). Tutto è Provvidenza. Ogni singola foglia che cade è Provvidenza.
    Ma attento: non confondere il “come” con il “perché”. Quando, qualche mese fa, il professor De Mattei è stato violentemente attaccato su una sua riflessione teologica sulla realtà del male (e si parlava del terremoto) è stato dileggiato in quanto “cattolico superstizioso”. Questo perché chi l’ha attaccato ha confuso o ha voluto confondere il “come” (come succedono le cose? come accade un terremoto?) con il “perché”. Perché Dio consente che le cose che accadono, accadano? Qualunque cosa essa sia.
    Non esiste nulla che Dio quantomeno non permetta. Anch’io che batto con le dita sulla tastiera in questo momento, lo faccio perché Lui mi permette di farlo, altrimenti non potrei. Questo non inficia il “come”, ovvero il mio libero arbitrio che mi fa decidere di dedicare il mio tempo, in questo momento, a scrivere questo piuttosto che fare qualsiasi altra cosa, nella speranza che “questo” sia cosa gradita al Signore (la qual cosa, non la posso sapere).
    Ogni istante della propria vita (a riuscirci!!) può essere vista e vissuta con questa “vista soprannaturale”. C’è un testo molto bello di ascesi cristiana che sviscera questo concetto.
    Allo stesso modo, un sogno può essere mandato da Dio o sorgere da noi. Ma anche se sorge da noi, Dio consente che lo sogniamo. Sant’Agostino, dopo la conversione, esaminando la propria sensualità, confesserà di poterla dominare da sveglia ma di esserne ancora turbato in sogno, e si chiede per quale ragione Dio lo permetta: se per metterlo alla prova, per castigarlo dei peccati passati, se per costringerlo a esercitare più e meglio la sua volontà. Come vedi, Agostino non mette in dubbio che il sogno venga da lui, ma è perfettamente consapevole che il sogno è “consentito” da Dio, e se Dio volesse potrebbe liberarlo all’istante. Quindi anche “quel” sogno è Provvidenza.

    1. Rodolfo

      @ Roberto

      Ti ringrazio molto per il tuo intervento. Mi piace parecchio. Quanto scrivi vale una meditazione. Una ricca meditazione.

      Non credo di aver detto, nella sostanza, cose diverse dalle tue. Ma tu ti sei espresso sicuramente meglio di me. quindi non aggiungo altro sul tema Provvidenza.

      Mi spiace quando spieghi la presenza di Dio che si manifesta ora per interventi/segni, ora per concessioni (diciamo cosi).

      Ma torno cosi alla mia tesi iniziale. Dio tutto vede e tutto sa, ma non ci rimbocca le coperte la notte e , per tornare al tema trattato da LGT, Dio non ci fa trovare la nostra futura moglie sulla soglia di casa. Abbiamo una libertà che ci é concessa e che dobbiamo usare con criterio e con il desiderio di fare la volontà di Dio. Ma non ci é dato purtroppo sapere quale sia , in ogni circostanza, la volonta di nostro Signore.

    2. paulbratter

      @Rodolfo:
      “Non credo di aver detto, nella sostanza, cose diverse dalle tue”
      invece sì. che fai ora ti rimangi tutte le tue perle di saggezza e le battute irresistibili?

    3. Rodolfo

      Grazie Paul di considerarle perle di saggezza, sei un vero adulatore. Leggi l’intervento di Roberto invece di farmi complimenti, lui è più bravo di me.

    1. alvise

      VENITE TUTTI DA ME!!!! IO VI PRENDERO’ SOTTO IL MIO ALLETTONE PROTETTORE E QUI TROVERETE LA QUIETE LA SAGGEZZA E IL SENSO
      DI UNA VITA ALLO STATO PRIMORDIALE SCIMMIESCO(ma con luce acqua gasse etc. internet) (O MEGLIO TAGLIARE I FILI?)

  39. Alessandro

    Luigi, dopo le divagazioni sulle farfalle torno serio. A riguardo della tua esperienza, penso che se il tuo sogno ha fatto sì – come scrivi – che in quel caso tu abbia pregato meglio di altre volte e abbia risolto un dubbio lacerante, allora Dio deve pur avere avuto qualcosa a che fare con quel tuo sogno (dici giustamente: “Dio non è indifferente ai nostri problemi”).

  40. Luigi

    Certo, se Dio ti lasciasse un biglietto con le istruzioni allora sarebbe semplice e forse la vita avrebbe meno senso, ma un sogno o un segno richiedono cmq il nostro libero arbitrio, un’ interpretazione e delle scelte. E dopo le scelte anche delle difficoltà da affrontare.

  41. Antonio

    Terreno impervio quello della Provvidenza. “Altrove” è scritto che le vie del Signore sono infinite. E al tempo stesso, si premurano di sottolineare, le Sue vie non sono le nostre vie.

    In più, al vecchio adagio di Roberto (“non si muove foglia che Dio non voglia”), ne oppongo un altro, altrettanto in voga e frutto di una saggezza tutt’altro che accademica: “aiutati che Dio t’aiuta”.

    Il punto è che, se dovessimo prendere per buona anche solo una di queste due antiche affermazioni, automaticamente riconosceremmo che Qualcuno le ha instillate nella mente di chi le propose per primo. Perché nella Sacra Scrittura non compaiono, questo è certo! Ma noi il ‘sola scriptura” lo lasciamo ad altri.

    Mi farebbe piacere, però, che Rodolfo tentasse di approfondire le proprie argomentazioni. E se mi permetto di rivolgergli l’invito è solo per sana curiosità. Perché, limitatamente alla mia poca esperienza, ho imparato a diffidare da chiunque estremizzi certe verità. C’è gente che, ripetendo in continuazione che il cavallo di Napoleone fosse bianco, ha finito per far sorgere il dubbio riguardo al suo reale colore.

    Ecco perché, come tendo a diffidare da chi fraintende la qualsiasi per “intervento divino”, allo stesso modo diffido da chi si dice “saldamente ancorato a terra”. Anche perché, sì, i piedi bisogna tenerli ben saldi sul terreno… ma lo sguardo deve sempre essere rivolto verso il cielo – possibilmente guardando dritto di tanto in tanto, giusto per evitare di sbattere.

    Chi siamo noi per porre delimitare il raggio d’azione della Divina Provvidenza?! Non si tratta semplicemente del nostro rango, ossia di creature al cospetto del Creatore. Ma su quali basi siamo in grado di conoscere, con estrema certezza, come, quando e dove soffia lo Spirito?

    Anche questa è una questione capitale, e chi gestisce la baracca qui dentro dovrebbe essere decisamente soddisfatto del livello toccato dai temi che vengono trattati nei commenti. Di contro, qualche commento non è sufficiente a dirimere tali questioni.

    La storia ci dice che, lungo il proprio arco, gli errori sono arrivati sia da una parte sia dall’altra. Hanno preso cantonate terribili coloro che non hanno voluto assecondare segni “inequivocabili”, così come coloro che, invece, su certi presunti segni ci si sono tuffati a pesce.

    Tuttavia il voler necessariamente dare un’interpretazione “scientifica” dei sogni, mi puzza troppo di psicoanalisi. Paure, desideri, ansie, ambizioni angosce e via discorrendo hanno certamente un ruolo in tal senso. Ma in che misura?

    San Giuseppe era sul punto di ripudiare Maria. Poi, si dice, un angelo di Dio gli apparve in sogno, e dell’allontanamento domiciliare non se ne fece più nulla. Vogliamo scomodare anche qui l’infanzia di San Giuseppe, asserendo che per qualche strano complesso il suo inconscio volle convincere la sfera cosciente che la cosa giusta da fare fosse vegliare su quella famiglia? Oppure, chissà… magari ‘sto angelo benedetto era colui che diceva di essere.

    Non riesco ad elargire giudizi drastici parlando della Provvidenza e della sua azione nelle nostre vite. Comprendo le ragioni di entrambe le parti. Da un lato, chi intende salvaguardare in toto il libero arbitrio, anche a costo di relegare Dio a qualcosa di meramente “spirituale”. Dall’altro, chi invece, dinanzi alla propria, giustificatissima, ignoranza circa “le cose del mondo”, vede Dio anche dove forse non c’è.

    Io sto con Cristo, è chiaro. Ma è innegabile la simpatia per Pilato, la cui figura restituisce al genere umano la dignità vera, quella di cui ha avuto, ha e avrà sempre bisogno. Mi metto accanto a lui, quindi, quando si limita al quel tremendo “quid est veritas?”.

  42. Roberto

    Un ringraziamento collettivo per i complimenti ricevuti 🙂

    @Rodolfo
    La nostra libertà è la risposta alla Grazia. Chissà quante me ne sono perse, io!!, che proprio come sant’Agostino (ma senza fare paragoni indebiti, occhio!!! XDXD ) posso dire “Tardi ti amai, bellezza mia così nuova e così antica! Tardi ti amai!”. E probabilmente tra le Grazie che mi sono “mangiato” c’è anche una moglie. Poi, chissà!
    La persona pensata per noi… Dio opera per farcela trovare, come ci offre tutte le Sue Grazie. A noi sta l’ascolto e la risposta e la fatica di conservare ciò che ci è stato dato, nelle prove che si possono poi riassumere spesso e volentieri nell’espressione “fatica quotidiana”.

    @ Maria: sull’argomento farfalle, ti posso raccontare la storia di una mia cara amica – un’insopportabile pseudo-catto-progressista con la quale mi scorno con profitto e con diletto tutte le volte che capita l’occasione.
    Lei, nata & cresciuta in oratorio (ma come si fa, dico io? 🙂 ) – sposata da quando aveva quasi 22 anni, non ha mai sentito né farfalle, né alcun altro simile moto romantico per il suo futuro marito, né quando l’ha sposato, né in seguito. La specialità di costei è sempre stata dare ascolto e occuparsi degli “acciacchi morali” degli altri – poiché ama spropositatamente la vita e ama fare in modo che gli altri la amino. Così, un giorno che il suo futuro marito era un po’ giù, degli amici comuni glielo indirizzarono perché “se ne occupasse lei”. Lei lo rimise più o meno in piedi com’era già allora abituata a fare, dopodiché si aspettava che lui togliesse il disturbo. Mi ha espresso questo concetto con un “Bhe, adesso che sei a posto, va’ via, levati.” Ma questo gli si attaccò “come un disperato” e senza più alcuna intenzione di lasciarla andare. Lei ci ha pur provato a scrollarselo di dosso, perché questo ragazzo “secchione sfigato da paura” non è che gli piacesse un granché. Quando alla fine cedette accettando di frequentarlo, mi raccontò
    “Non fu per amore. Lui aveva bisogno, io vidi questo bisogno e risposi. Dovevo occuparmene. Niente di romantico, né altro. Non me ne sono mai stata innamorata, come se ne parla nei film e nei romanzi.” Dopo avergli detto che accettava di frequentarlo, infatti, le venne un febbrone da cavallo per 3-4 giorni. Si vede che anche il suo corpo non era convinto XD
    Dopo avermi spiegato la delusione giovanile che provò quando si accorse che neppure lei bastava a fargli piacere la vita perché, ancora una volta testuali parole sue “Mio marito è proprio un nato stanco, e lo è perché ODIA la vita.” concluse che lo amava da morire e questo perché (e la ragione è stata forse la cosa che mi ha sconcertato più di tutte) “Lui è la mia libertà. E’ stato lui a insegnarmi – probabilmente senza neanche accorgersene – a essere libera.”

  43. Fefral

    Si Vabbè ma se ti piace peró è un po’ piu facile :-)…cercatelo bello, buono e soprattutto che ti faccia ridere! Che nella vita già si piange abbastanza 🙂
    Riguardo alla provvidenza non ho altro da aggiungere. Rodolfo, capisco anche il tuo timore, e lo condivido, ma ti spieghi male, e soprattutto che senso ha litigare con paul? Ma non siamo tutti lavoratori della stessa vigna? Poi Alvise che idea si fa di noi con la credenza? Il rischio di nascondersi dietro la provvidenza e quindi scordarsi che Dio ci ha dato anche dei talenti da investire è un rischio. Ma appunto dicevo che bisogna intendersi sul concetto di provvidenza. Solo che ora sono stanca e poi c’é Roberto che ha scritto cose molto interessanti (Roberto ma era con te che siamo rimasti a discutere da soli qualche giorno fa in fondo a un vecchio post?)
    Insomma Maria, il fidanzato te lo devi scegliere tu, ma prima di sposarlo parlane a lungo con Gesù. Anzi no, parlane con Maria, da donna a donna, come se ne parla tra amiche. Stai là e raccontale, condividi con lei i tuoi pensieri e le tue emozioni. E ragiona, con la tua testa, ma insieme a lei. Stai tranquilla, non farai grosse cazzate. Peró sii sincera con te stessa. Non barare. Buonanotte.

    1. Roberto

      Sì, rivendico l’identità di quel rompiscatole 😉
      @ Maria: e tu dà retta a Fefral mi raccomando (e a Maria, s’intende!)

    2. Luigi

      Il finale è da Hollywood, sottoscrivo, grande Fefral.
      Quando si è stanchi si dicono le cose migliori.

  44. giuliana z.

    A me le farfalle nello stomaco hanno portato un mare di guai. A causa delle farfalle ho imbroccato un bel po’ di storie sgabinate e qualche cazzotto in faccia. Con mio marito è stato solo un accenno di volo perchè abbiamo capito presto che ciò per cui ci siamo innamorati è stato che volevamo le stesse cose, cammino in Cristo e famiglia, quindi le farfalle hanno lasciato posto ad una solida concretezza e anche ad un bell’anellino di dimensioni proporzionate allo stipendio da statale.
    Oggi mi sento particolarmente vicina a Fefral e Alberto per le cose che hanno detto (anche per i sogni, che talvolta hanno un significato non solo di natura psichica, e poi tutto quello che accade è segno).
    Ovviamente sulle farfalle ognuno la vede come vuole ma per la mia esperienza io spruzzerei una bella dose di ddt.
    In queste ultime 24 ore mi sono resa conto, a causa di un piccolo incidente diplomatico in famiglia, provocato dalla mia abitudine a non frenare la lingua, che l’obbedienza è il più grande amore, quando avrò più tempo vi spiegherò.

  45. Riprendo qui il meraviglioso racconto di Velenia:
    “Erano gli anni del dopoguerra e lui,appena ,lavorava negli Uffici Comunali del mio paesello,anche lei lavorava lì,in un altro ufficio,la vide salire le scale,bruna bellezza mediterranea,e ,come si usava,si andò a informare su chi fosse,e “a chi appartenesse”,la persona a cui chiese informazioni era la mia prozia che gli rispose:- E’ poverissima ed onestissima,non c’ è da scherzare!- lui rispose -Io non voglio ”
    1) la vide, quell’immagine colta dai suoi sensi, quel segno, quella bellezza ha prodotto in lui un desiderio, si è innamorato. L’innamoramento non va sottovalutato, sono segni che riceviamo, sguardi, ferormoni, piacere estetico, tutto esiste, siamo carne, la carne non è un male, nostro Dio si è fatto carne…
    2) Si andò a informare, prima di agire, conoscere, informarsi, avvicinarsi, tastare, valutare: usare un’altra delle nostre facoltà, cioè, la ragione
    3) Decidere, dopo aver pesato sentimento e ragione, non sottovalutando ne l’uno, ne l’altro
    Questo volevo dire prima

  46. anna

    Che strana la vita! A qualcuno capita di innamorarsi più volte. Come è possibile? A me come a te carissima Laura, da giovane (ora ho 40 anni) 🙁 capitava di innamorarmi ogni giorno e ritenevo tutto “un segno”, come il tuo uomo della barra in autobus sceso alla tua stessa fermata. Poi la vita ha voluto che sposassi un uomo “orso” (lo definirebbe Costanza) che purtroppo e sinceramente mi ha stancato. In questo la religione non mi aiuta. Mi sento prigioniera…qualcuno disse dei cattolici disse “propagatori di infelicità”. Io amo Gesù ma in parte è vero. Ora…il problema, il guaio sta nel fatto che mi sono innamorata di nuovo ma di un altro? Ho seguito il cuore in pratica (come direbbe Alberoni, che ammiro molto), quindi sbaglio? Sono disposta ad amarlo platonicamente e basta, ma lo ritieni giusto nei confronti dell’uomo che ho sposato?
    p.s.: alla fine ti ho scritto di nuovo…è proprio un bel posto questo. Trovo tanti pensieri che mi aprono la mente…spero di trovare anche un po’ di serenità per il mio cuore. Grazie Laura

    1. Luigi

      Anna, se ho ben capito (sono un po’ assonnato). Sei stanca di tuo marito e ti sei innamorata di un altro ma disposta ad amarlo solo platonicamente però nel contempo qualche senso di colpa nei confronti di tuo marito ce l’hai. E così? Bel casino.
      Soluzione A: usare come dice Giuliana il DDT per le farfalle. Però bisogna essere molto determinati. Pensa razionalmente. Prega molto. Prova a rinnamorarti di nuovo di tuo marito, prendila come una sfida con te stessa. Se è un orso, provocalo.
      Anch’io mi innamoro di un sacco di donne adesso dopo 18 anni di matrimonio. Fai anche tu come me. Non fissarti su uno solo.

    2. fefral

      ciao Anna. Non ce la faccio davvero ad articolare una risposta…. voglio però solo dirti che ti sono molto vicina. Devi trovare il senso profondo dell’amore che ti lega a tuo marito. E ci puoi arrivare anche grazie a questo innamoramento. Ma non assecondarlo. Ascoltalo, cerca di capirti, di conoscerti, di capire cos’è che ti manca nel rapporto con tuo marito, nel capire cos’è che trovi nell’altro, e se è qualcosa di sostanziale, o se è qualcosa che con un po’ di impegno puoi trovare anche insieme a tuo marito. Ascolta il tuo cuore, ma tieni conto che quando le farfalle cominciano a vorticare fanno un gran casino e a te pare che stai ascoltando il cuore invece è solo rumore.
      Voglio solo aggiungere che so come stai. E penso che puoi farcela a trovare serenità. Un abbraccio

    3. fefral

      p.s. luigi…. è un suggerimento che non sempre per una donna va bene quello di pensare razionalmente 🙂

  47. giuliana z.

    a volte mi sembra che certi interventi siano più adatti alla posta del cuore di Natalia Aspesi che a questo blog, con il dovuto rispetto per tutti gli interventi. Questo per me non è un bel posto in cui mi posso crogiolare con chi la pensa come me, piuttosto, dati i miei giorni ultimi con tutti i casini, mi sono resa conto che mi scrollate parecchio da tutte le mie menate (lamenti stucchevoli che mi costruisco in testa sul marito che non mi capisce e similari). Grazie a tutti quelli che qui (ma anche fuori di qui) mi stanno aiutando a crescere. Voglio aggiungere solo che proporrei un referendum per l’abrogazione delle pugnette (mentali).

  48. anna

    Ringrazio di cuore Luigi e Fefral.
    @ Luigi perché mi ha fatto sorridere invitandomi ad innamorarmi non di uno solo, ma di tanti. Potrebbe essere una soluzione 😉
    @ Fefral perché mi ha commossa. Sapere che c’è qualcuno in grado di capire ciò che vivo senza sottovalutare questa situazione, alleggerisce un po’ dal peso-problema. Ovvio non ho la soluzione, però perlomeno non sono sola.
    @ Giuliana Z, con lei mi scuso se nel suo commento si riferisce a me (mi ha fatto sentire fuori luogo 🙁 ) ma la ringrazio per il consiglio sulla posta del cuore. Magari avrò il tempo per visitare anche quello di Natalia Aspesi per essere aiutata
    Continuerò comunque a leggere questo blog perché mi ci ritrovo e mi diverte.
    Ancora grazie a Luigi e Fefral per l’attenzione 🙂

    1. fefral

      anna, non so se è possibile chiedere in privato all’admin la mia email. Se sì e ti fa piacere scrivimi pure. Io preferisco non pubblicare qua i miei riferimenti personali. Un abbraccio

  49. anna

    Ti ringrazio tanto per l’amicizia che mi offri, te ne sono grata. Non preoccuparti per il resto. Vediamo un po’ come fare…un abbraccio a te

  50. Rodolfo

    Il tema della Provvidenza trovo sia stato ben sviluppato da Alberto e Roberto sopra. Mi trovano d’accordo. Si sono espressi molto bene e credo di non avere altro da aggiungere al riguardo.
    Mi piace in particolare, sul finire del suo post, la considerazione di Alberto:” Comprendo le ragioni di entrambe le parti. Da un lato, chi intende salvaguardare in toto il libero arbitrio, anche a costo di relegare Dio a qualcosa di meramente “spirituale”. Dall’altro, chi invece, dinanzi alla propria, giustificatissima, ignoranza circa “le cose del mondo”, vede Dio anche dove forse non c’è.”
    Quanto ho citato credo permetta di, come dire, chiudere il cerchio. Non lo dico per diplomazia da quattro soldi ma la verità sta nel giusto mezzo. In quel giusto equilibrio tra pragmaticità e affidamento a Dio. “Aiutati che il ciel di aiuta”. Rifletti prega ed agisci. Spesso, sono spesso tentato da un particolare zelo umanista. In particolare sono tutt’oggi innamorato del pensiero di Pico della Mirandola: faber est suae quisque fortunae. Ciascuno é artefice del proprio destino. Non ne sono totalmente convinto (sarei contraddittorio se dicessi altrimenti) ma questo motto latino mi da una carica particolare. Spoglio la massima della sua natura arrogante (Perché é di Dio il potere su tutte le cose) ma ne conservo la valenza di fondo: rimboccati le maniche e raggiungi i tuoi obiettivi. Il mio richiamo sopra era cosi volto a criticare un eccesso di passivismo. tutto qui. I modi poi con cui mi sono espresso son un altra storia. non ne voglio piu parlare.

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