Un’altra parola per dirlo

In nove agili ore di lavoro me la sono cavata con il cambio di stagione dei vestiti – dei figli, s’intende, che per me si vedrà, posso tranquillamente andare avanti con le tre magliette a maniche corte attualmente in funzione fino al dodici o tredici di agosto.

E’ stata una simpatica, garrula domenica, trascorsa a dividere i capi in base al sesso, alla stagione, alla misura, al livello di sbrindellamento e impataccamento, i vestiti da passare ai fratelli, quelli per i cugini, quelli per la casa famiglia e quelli, pochissimi, da abbandonare al cassonetto, al meritato riposo eterno. Il caldo afoso ci ha travolti e non era più possibile rimandare, e poi quando si è in piena emergenza Murphy si entra in surmenage. Non è pensabile sedersi: anche un quarto d’ora potrebbe essere letale, si perde il ritmo e ci si ferma.

In tarda serata, mentre riponevo l’ottavo scatolone nel settore prossimo anno, Bernardo è uscito come al solito nudo dal bagno, e mi ha detto: “Christine, è finita tra noi”. “Ma allora perché mi hai illusa?” (sono allenata, ormai, non mi prende più alla sprovvista). “Non ti ho illusa, ti ho solo tenuta un po’ con me. Non potevo lasciarti in balia di quell’ucraino”. La sua faccia seria mentre emetteva l’ennesimo nonsenso mi ha quasi fatto cadere dalla scala, in lacrime dalle risate. Questo solo per dire delle vette di conversazione e di speculazione da me raggiunte complessivamente ieri: il pensiero più elaborato che sono riuscita a produrre è stato “mi sa che qui devo rimettere un bottone”.

Comunque, vagando con la mente a motore spento, ho pensato che anche nell’abbrutimento ci può essere qualcosa di romantico. Qualunque cosa, fatta per amore, per il progetto comune, perché quelli che hai vicino stiano bene, è amore. Mette un altro mattoncino.  

Anche mio marito ha messo il suo, portando fuori i figli a fare una passeggiata per lasciarmi libera di fare. Certo, non è proprio come una cena in due da Nobu, ma è comunque amore. Ognuno mette in comune quello che sa fare: se mio marito fosse vedovo credo che a ogni fine di stagione butterebbe tutto per ricomprarlo sei mesi dopo, mentre io ogni volta che devo uscire con i bambini mi porto un tender to dietro alla macchina, un carico di cerotti libri bottiglie d’acqua che non si può mai sapere. Quindi, io, è meglio che sto a casa.

 

Noi abbiamo a volte un’idea bislacca dell’amore, ferma probabilmente allo stadio della terza media: compiacimento, soddisfazione del nostro narcisismo, cercare la gratificazione, l’emozione, quello che ci manca. Di questo credo parlino la pletora di manuali che sono in libreria sui centouno modi per farlo innamorare e ricette simili.

L’amore con quello non c’entra un beneamato fico secco, e non mi capacito che sul termine ci siano tanti equivoci. L’amore modello Sex and the city è un distillato di egoismo, bisognerebbe trovare un’altra parola per dirlo. Altrimenti la confusione fa un sacco di danni.

Ultimamente mi è capitato di raccogliere diverse confidenze di donne che soffrono, nella coppia. Attese tradite, delusioni, ferite, piccole offese, freddezze, bruciature. E magari si finisce anche per lasciarsi, soprattutto se non si sono i figli. Meglio la solitudine di qualcuno che mi ferisce, sembrano dire le vite di queste donne.

Io vorrei ogni volta partire col mio predicozzo: dare senza contare, dare con fiducia, avere gli occhi per vedere quello che lui ti dà, che non te ne accorgi ma magari è di più (è solo che ci vuole un interprete per capirlo, ma mica è colpa sua se parla swahili), non aspettare un rapporto in pareggio semplicemente perché ci sono due valute diverse in ballo, e i conti non si possono fare, non torneranno mai. Vorrei dire tutte queste cose, ma a voce non ci riesco mai. Finisco solo per dire alla mia amica che comunque le voglio bene. Non risolverò niente, ma è già qualcosa.

114 pensieri su “Un’altra parola per dirlo

  1. DaniCor

    1) mamma mia che tarlo sto cambio stagione! La stagione scorsa mia madre è arrivata a dicembre e me l’ha fatto lei, avevo un armadio in crisi esistenziale! Settimana scorsa il mio povero marito mi fa: mãe (Mamma in portoghese, come mi chiamare lui), quando facciamo il cambio stagione, sai comincio ad avere caldo… Infatti Io ho già dato lo scorso weekend!!
    2) cosa complicata quello dei consigli alle amiche in crisi, ultimamente il numero sembra aumentare vertiginosamente! Io cerco sempre di dire di non affrontare la cosa da soli e di non lasciare passare troppo tempo senza prendere in mano la situazione per ribaltarla. La modalità “Lament Channel” non può durare molto. È necessario mettersi in gioco profondamente ed essere capace di cambiare prima se stessi.
    Finisco anch’io con le pacche sulla spalla e un “ti voglio bene”!

    1. Luigi

      Voi avete il cambio di stagione e noi dobbiamo tirar fuori le carte per il 730 – 1 a 1

      1. fefral

        beh, a casa mia le carte per il 730 le tiro fuori io, e infatti il cambio di stagione è ancora a metà

      2. DaniCor

        Anche a casa mia le carte le tiro fuori io. In compenso anche se dobbiamo fare 1000 km, guida sempre lui!!!!

  2. Noi abbiamo a volte un’idea bislacca dell’amore, ferma probabilmente allo stadio della terza media: compiacimento, soddisfazione del nostro narcisismo, cercare la gratificazione, l’emozione, quello che ci manca.

    …..and the oscar goes to : E quello di cui abbiamo bisogno? E quello che sarebbe apprezzabile per non stare peggio, per non stramazzare?

    Purtroppo anche oggi devo andare via presto e starò via parecchio. Comunque prima tappa la spesa , se no non si mangia.

    Voi però non ignoratemi lo stesso, anche io vi voglio bene, a tutti!

  3. Luigi

    Premetto che non voglio parlar di politica, non mi interessa finire nell’insulso fango di cazzate che ogni giorno ci propinano giornali e televisioni però mi è venuto in mente un siparietto durante una trasmissione, Victor Victoria può essere? Ospite la Moratti. Alle solite idiote domande (paragonabili a quelle delle Jene) la sindachessa ha risposto che sì anche lei sì masturbava. Eh giù risatine di approvazione della conduttrice e del pubblico. Alle Jene chiedono più o meno a tutti: “Hai mai fatto sesso di gruppo?” Ora che uno o no ricorra a queste pratiche a me non interessa un bel niente, so che si tratta di gossip, quello di più bassa lega ma quello che non sopporto è il voler omologarsi verso il basso. Non so se le risposte siano sincere oppure no ma ho l’idea che qualcuno temi di non essere abbastanza moderno se non accontenti la platea con la sua risposta. Tutto questo mi fa cagare. Scusate lo sfogo, ho iniziato bene la settimana vero? Odio il lunedì mattina.

  4. LUIGI: SI’, HAI RAGIONE, TUTTO QUESTO MI FA CACARE, ANCHE A ME!!!
    FRANCESCA AMORE MIO IMMENSO: IO HO UNA DOTAZIONE CULTURALE MEDIA-NORMALE-DI-BASE, poi il resto è tutto, come tutti, un orecchiare, uno spizzicare qua e là, alla meno peggio. Saviano: mi è piaciuto il film GOMORRA, specialmente gli omaccioni cattivi e il loro napoletano
    animalesco. Lui, Fazio, e tutte queste “brave persone a tempo pieno” che c’è (toscanismo!) in giro, mi fanno come dice sopra dice LUIGI, il nostro grande LUIGI “muso duro baretta fracà”, come ho sentito qualche volta dire nel VENETUME!!!

    1. Alessandro

      Alvise, sei un cascamorto impressionante: “Franceschina amore mio”, “Giuliana Velenia Daniela vi voglio bene a tutte” ecc. Quando leggi il nome di una donna ti squagli…

      1. Alessandro

        meno male, temevo di aver frainteso la tua allusione… AlVISE, fattene una ragione, ormai è fatta, tutta colpa della senatrice Merlin, veneta di Pozzonovo…

  5. io credo sia vitale e salvifico trattenere a sè questi dubbi ed arrovellarcisi sopra…
    qualsiasi soluzione definitiva renderebbe le relazioni “arrivate”… e quando si arriva non resta più nulla…

  6. SEMPRE; ANCORA; IO, A ROMPE ER CAZZO!!!!
    Volevo solo dire a Costanza (e a tutte le mamme del mondo, chiusa parentesi)che i figlioli pigliano il verso
    che gli si dà in casa (automatico, senza volere) così
    Bernardo ci ha il cervello digià ingarbugliato (simpaticamente, s’intende) dal linguaggio di casa, i giochi linguistici di casa, le allusioni continue a libri, situazioni, film, quistioni di tutti i generi di cui è (fin troppo) impregnata casa sua, invece de poté annà a ggiro fori da sèssolo a ruzzà ne la fanga.
    Ma si sa, questo è il grosso problema di essere ragazzi oggi che non si può più uscire fuori presto a 5-6 anni subito e respirare finalmente aria “esterna. Con la conseguenza che cresceranno, forse, anche, più “genialoidi”, ma chiusi, in tutti i sensi, limitati, (ma tanto lo sarebbbero limitati, lo mstesso, uguale come noi e tutti) ma di un nuovo tipo di limitazione antropologico culturale(Mi è scappato!!!) come altre generazioni sono cresciute chiuse in casa e nel cervello con SNOOPY (tanto intelligente anche lui, come no!) mentre io, per esempio, ci ho ancora avuto la fortuna di andarmi digià a fare le seghe da bambino nell’avventura delle case in costruzione e dei terreni abbandonati: Per quanto poi riguarda uscire nudi dal bangno: e come deve uscire un bambino dal bagno, tutti i bambini ( e grandi) lo fanno!!!

  7. Alberto Conti

    “Meglio la solitudine di qualcuno che mi ferisce, sembrano dire le vite di queste donne”
    E’ una tentazione fortissima: scappare, stare lontano da tutto perchè tutto mi provoca, del resto anche Pietro sul monte ha detto a Gesù trasfigurato “Signore è bello per noi stare qui, facciamo 3 tende una per Te, una per Mosé ed una per Elia” perchè “stare sul monte” è proprio bello ma non può essere la vita.

    Ma “Meglio la solitudine di qualcuno che mi ferisce, sembrano dire le vite di queste donne” è un inganno, come dice Benedetto XVI nella Caritas in Veritate: “La solitudine è la più grande povertà”

      1. giuliana zimucci

        un conto è essere solitari, un altro è essere soli, credo; ma chiedo aiuto a Guido, che forse è un orso solitario, ma non è solo per niente!

  8. Alessandro

    Costanza c’ho questo dubbio, non è che quello del nonsense è Tommaso e non Bernardo? Oppure Bernardo entrato nel decimo anno sta perdendo l’aplomb e si va tommasizzando?

      1. Alessandro

        Sì, avrei dovuto capire, nel ritratto per il compleanno Costanza scriveva “il surreale compositore di canzoni nonsense come AI tuist bai de uai”. A quando il primo album?

  9. Velenia

    Di corsa,e poi torno più tardi,secondo me portar fuori i figli mentre stai facendo il cambio di stagione è una prova d’ amore ben più grande della cena da Nobu o da chicchesia,io sono romantica quanto una melanzana e per me, parafrasando San Paolo,l’amore senza le opere è morto.Anch’io seguo Sex and the City ma per tre motivi:1)mi piace questa amicizia tutta femminile fra le protagoniste,anche se a volte scende a livelli di banalità che neanche la fossa delle Marianne,2)Mi piace vedere N.Y.,che è la città dei miei sogni.3)Mi piacciono i loro vestiti,tranne le scarpe,le famose stiletto,che mi sembrano comode come uno stivaletto malese,per quanto riguarda la vita sentimentale mi sembrano 4 povere sfigate.
    @Daniela il tuo pulman per Medjougorie è bellissimo,lo avevo pensato esattamente così,ma non avrei mai saputo disegnarlo.
    P.S.Volete sapere qual’era l’argomento di conversazione dei miei figli stamattina? A casa dell’ arbitro di ieri sera staranno alzando porte e controsoffitti di 10 cm,per evitare che sbatta?Bè io ho risposto,si certamente.Scusate,sfogo rosa-nero.

  10. giuliana zimucci

    Ecco, dopo aver letto il post di oggi mi sto chiedendo se a ‘sti benedetti figlioli c’ho fatto il regalo giusto o no. Sabato pomeriggio sono andata a sbirciare i figli di Costanza che giocavano a pallone e sapendo che avevano compiuto gli anni ho portato loro un gioco di mente: il Sudoku. Mentre lo compravo pensavo che avendo un sacco di numerelli formato 1cm al momento di raccattarli per casa, Costanza mi avrebbe silenziosamente insultato, ma poi consideravo anche che sono 2 ragazzi particolari e che forse qualcosa di cervellotico gli sarebbe piaciuto (ultima cosa: qui nella provincia mammalucca c’è un solo negozio di giochi e offriva 5-6 giochi adatti all’età). Detto questo mi scuso anticipatamente con Costanza se dopo il cambio di stagione le avrò dato altro lavoro….

    Tornando all’amore, concordo su una cosa. Amare non è aspettarsi qualcosa dall’altro, che inevitabilmente ci deluderà. E poi è inutile anche cambiare soggetto, perchè puoi provare tutti gli uomini del mondo, tutti i più belli e affascinanti, ma, passato l’entusiasmo iniziale, sempre troverai gli stessi difetti. Dico, tanto vale sceglierne uno e tenerselo tutta la vita senza affannarsi tanto. Sul fatto della solitudine, non è che sono tanto d’accordo, invece. Ci saranno anche donne che preferiscono star sole piuttosto che essere ferite, ma ce ne sono altrettante che preferiscono ferirsi ma continuando a rimanere attaccate tenacemente a chi non le vuole. Ho un’amica che si era così tanto intestardita a stare con un uomo che la trattava malissimo, che quello ha dovuto ritirarsi nell’altro mondo per non essere più scocciato. Ed è riuscito a prenderla a calci fin dal letto di morte!
    Forse la solitudine vera è non avere qualcuno amico che ti dice “ti voglio bene”. L’amico vero è la compagnia che ti sta accanto e soffre con te, gioisce con te. Come Cristo quando dice alla madre “donna, non piangere” e le resuscita il figlio morto (ma prima le è stato accanto!).

    1. Alessandro

      “Tornando all’amore, concordo su una cosa. Amare non è aspettarsi qualcosa dall’altro, che inevitabilmente ci deluderà. E poi è inutile anche cambiare soggetto… sempre troverai gli stessi difetti. Dico, tanto vale sceglierne uno e tenerselo tutta la vita senza affannarsi tanto.”
      E, ma così ci distruggi tutti. Mica saranno tutti deludenti e pieni di difetti, ‘sti maschi! E poi che vuol dire “inutile cambiare soggetto”: uno vale l’altro, tutti deludenti, tutti difettosi? Se non ti sei tenuta il patito del fitness e ti sei sposata il marinaio militare è perché l’avrai trovato meno difettoso e deludente…

      1. giuliana zimucci

        infatti, lui mi vuole bene così come sono, non cerca di trarre una qualche soddisfazione per se stesso (anzi, spesso ha più rotture di scatole!) ma mica ho detto che non ha difetti! diciamo che ho scelto lui perchè condividevamo gli stessi principi di amore per la vita e di fede. I difetti te li devi tenere e li devi anche un po’ amare se vuoi stare con qualcuno, ma se addirittura non avessimo avuto una base da cui partire… La sfida è continua e vogliamo viverla insieme!

  11. Luigi

    @Fefral

    730 + cambio armadio? Spero almeno che tuo marito non ti chiederà a maggio di fare anche all’amore.

  12. Benedetto XVI denuncia il “tentativo di marginalizzare” il cristianesimo “dalla vita pubblica” e rileva che l’attuale crisi “porta con sé i tratti della esclusione di Dio dalla vita delle persone, di una generalizzata indifferenza nei confronti della stessa fede cristiana”
    E ALLORA?!?

  13. Luigi

    Ieri durante l’omelia il sacerdote nel paragonare l’Amore di Dio per gli uomini a quello di marito e moglie ha sottolineato anche l’intuizione nei confronti dell’altro (mi sembrava che avesse letto il libro di Costanza). Amare, cioè capire, intuire cosa l’altro chiede senza che chieda, spinta totale verso l’altro. Non ci sono regole da seguire così come non ci sono comandamenti da ubbidire ma Gesù dice: “Osserverete i miei comandamenti” nel senso che intuiamo e pensiamo anche noi che questi dettami devono essere seguiti non per ubbidienza ma per il raggiungimento della nostra felicità, perché seguendo i suoi comandamenti siamo effettivamente più felici. Non uccidere per esempio, se uno uccide non è felice, e così via.

      1. Luigi

        No Alvise, ho detto solo che seguire tutti i comandamenti e in primis quello dell’Amore è una cosa che ti rende felice. Dio è il padre di tutti, anche tuo, figlio ingrato.

  14. Velenia

    @Alvì,i miei amici mi dicono sempre che da circa 15 anni, ai nostri incontri,io pongo sempre la stessa domanda,condita in salse diverse,ma tu mica scherzi!
    Ma chi ha mai detto che chi crede è migliore di chi non crede?
    Io personalmente poi,sono una giusnaturalista convinta,credo che ci sia una legge naturale racchiusa nel cuore dell’uomo, di ogni uomo di qualunque tempo o cultura,l’unica cosa che mi è rimasta dello studio del greco è il dialogo di Antigone-Io obbedisco alle leggi di là sotto ( o’ nomos tou kato,o qualcosa del genere,Costanza lo sa certamente).L’Antica saggezza pagana già sentiva tutto questo,con Cristo si è fatto un passo avanti,Lui si è immedesimato con il Principio Etico,non ha solo detto questa è la Legge,ma io sono la Legge, è venuto a sostenere la fatica dell’uomo,per questo quella cristiana è una pretesa.
    P.S.Ho le allucinazioni o le ultime due righe del blog sono una rosa e una nera?

  15. fefral

    “Vorrei dire tutte queste cose, ma a voce non ci riesco mai. Finisco solo per dire alla mia amica che comunque le voglio bene. Non risolverò niente, ma è già qualcosa”
    proprio ieri ho salutato un’amica così. Dopo lunghe chiacchierate e confidenze e discorsi profondi in cui lei parlava dell’amore alla “Sex and the city” e io che quell’amore (chiamiamolo così, ma è vero quello che dice costanza che con l’amore non c’entra nulla) lo conosco bene provavo a raccontarle un’altra storia, vita vissuta mica teorie, di amore come dono di sè e accettazione del dono per noi che è l’altro, ho concluso che è solo coi fatti che si possono trasmettere certi concetti.
    Le ho detto “ti voglio bene” e l’ho lasciata che aveva gli occhi tristi mentre correva tra le braccia dell’uomo con cui si sta incasinando la vita

    1. Luigi

      Tu e Costanza siete brave a congedarvi così. Sto pensando che si soffrirà di più quando determinate scelte saranno fatte dai nostri figli. Io mi darò all’alcool.

      1. fefral

        sai che quando mi trovo in situazioni del genere penso proprio ai miei figli? Non so se sarò in grado di amarli rispettando la loro libertà sempre, anche quando li vedrò scegliere strade sconnesse, pericolose, o palesemente sbagliate. E se sarò in grado di aspettare come il padre del figliol prodigo, quando dilapideranno le loro ricchezze, aspettare senza nessuna garanzia che torneranno…

      2. Marion

        Luigi, che tasto mi hai toccato! peggio dei figli adolescenti ci sono solo figli adolescenti malamente innamorati.. un giorno è tuo figlio e il giorno dopo.. tu li partorisci, li coccoli, li nutri, li allevi con tanto amore, cerchi di trasmettergli dei valori e all’improvviso non sei più nessuno. dice che è normale ma lo trovo abbastanza scioccante! meno male che c’ho ancora un cucciolo seienne che mi adora! crescerà anche lui, lo so, ma intanto..

  16. Luigi

    Infatti Fefral credo che in certe situazioni dentro di se ci sia un piccolo sentimento di consolazione pensando che appunto non si tratta dei nostri figli. Prova a pensare invece alla sofferenza di Dio, il cui amore verso di noi è di gran lunga più grande di quello che possiamo offrire noi.

  17. Luigi

    @Marion
    Sto entrando in questo mondo con il più grande che compirà 12 anni fra meno di due mesi. Vorrei sparire per una decina d’anni e poi vedere cosa sarà successo. Mi piacerebbe ritrovarlo sposato con una buona ragazza. Io spero di convincerlo ad affidare le sue scelte importanti a Gesù e allora non dovrebbe sbagliare.

    1. marion

      luigi, spero che tu sia più bravo di me. io credevo che avendo incontrato il signore per i miei figli sarebbe stato tutto automatico e semplice, invece a volte capita che ci devono sbattere la testa da soli con il peccato e tu non puoi farci niente, solo pregare e stare di sentinella come il padre del figliol prodigo (quanto lo capisco adesso!) sperando di cogliere segnali di ritorno..

  18. Luigi

    Una domanda per teologi: Dio soffre per le anime che sono nel peccato, che sono nel mondo e anche per quelle che sono in purgatorio. Ma Dio soffre anche per quelle che sono già condannate all’inferno? E di conseguenza un genitore in Paradiso soffrirà eternamente per un figlio all’inferno?

    1. giuliana zimucci

      mamma mia Luigi! non so mica se un teologo ti sa rispondere a questa domanda! ti posso raccontare più banalmente quello che ha risposto don Sergio, parroco della chiesa dove porto i miei bambini, a una signora che all’incontro dei genitori si lamentava del figlio di 12 anni che non ne vuole più sapere di andare all’oratorio. Lui diceva che tanto più crescono tanto più dobbiamo lasciarli liberi di rispondere sì o no alla proposta. Se diranno di no saremo noi a dire con più forza di sì nella nostra personale adesione. Saremo noi ad essere più attaccati a cio’ che ci costituisce. Non vorremmo bene ai nostri figli se continuassimo a rompere finchè non dicono sì per sfinimento (e durerebbe comunque poco). Credo che come un padre, Dio certamente soffre per i suoi figli perduti, ma ci ha amati tanto da lasciarci la libertà. Così noi soffriremo per i nostri figli se saranno perduti ma ameremo tanto più Dio, a cui staremo attaccati.

    2. LUIGI: io credo che se c’è Dio tutti saranno in Paridiso.
      L’inferno si è digià avuto quaggiù!!!
      FEFRAL: se una donna mi chiedesse a me (il discorso che facevi con LUIGI) di “fare l’amore” (se fossi un uomo normale, medio)penserei subito che se questa donnna lo chiede a me è per ripiego, perché non lo può chiedere a qualcun’altro

      1. giuliana zimucci

        Alvise!!! hai quasi quasi rotto i maroni con questa tua lamentela auto-referenziale! mi sembri Calimero-piccolo-e-nero!

      2. fefral

        a parte che certe cose non si “chiedono” ma generalmente si fanno e basta…
        ma perchè sei sempre così vittima? In certi casi è meglio non farsi troppi pensieri e godersi l’attimo (e anche un po’ più dell’attimo)

    3. LUIGI: io credo che se c’è Dio tutti saranno in Paradiso.
      L’inferno si è digià avuto quaggiù!!!
      FEFRAL: se una donna mi chiedesse a me (il discorso che facevi con LUIGI) di “fare l’amore” (se fossi un uomo normale, medio)penserei subito che se questa donnna lo chiede a me è per ripiego, perché non lo può chiedere a qualcun’altro

  19. Alessandro

    @Luigi, non ho titoli da teologo, ma abbozzo qualche risposta

    “Un genitore in Paradiso soffrirà eternamente per un figlio all’inferno?”
    Risposta: No, il beato (chi è in Paradiso) non soffre:

    Catechismo,” n. 1024 Questa vita perfetta, questa comunione di vita e di amore con la Santissima Trinità, con la Vergine Maria, gli angeli e tutti i beati è chiamata « il cielo ». Il cielo è il fine ultimo dell’uomo e la realizzazione delle sue aspirazioni più profonde, lo stato di felicità suprema e definitiva.
    1027 Il cielo è la beata comunità di tutti coloro che sono perfettamente incorporati in lui [Cristo].”

    Quanto alla “sofferenza di Dio”, il Concilio di Calcedonia ribadisce che la natura divina è impassibile, e che perciò chi ha natura divina, in quanto di natura divina non può soffrire, cioè appunto è impassibile. “Salva quindi la proprietà di ciascuna delle due nature [divina e umana], che concorsero a formare una sola persona [il Signore nostro Gesù Cristo], la maestà si rivestì di umiltà, la forza di debolezza, l’eternità di ciò che è mortale; e per poter annullare il debito della nostra condizione, una natura IMPASSIBILE si unì ad una natura capace di soffrire [cioè: NON-IMPASSIBILE]…
    il signore nostro Gesù Cristo [è] perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità, vero Dio e vero uomo, [composto] di anima razionale e del corpo, consostanziale al Padre per la divinità, e consostanziale a noi per l’umanità, simile in tutto a noi, fuorché nel peccato, generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità, e in questi ultimi tempi per noi e per la nostra salvezza da Maria vergine e madre di Dio, secondo l’umanità, uno e medesimo Cristo signore unigenito; da riconoscersi in due nature [l’umana e la divina], senza confusione, immutabili, indivise, inseparabili, non essendo venuta meno la differenza delle nature a causa della loro unione, ma essendo stata, anzi, salvaguardata la proprietà di ciascuna natura, e concorrendo a formare una sola persona e ipostasi; Egli non è diviso o separato in due persone, ma è un unico e medesimo Figlio, unigenito, Dio, verbo e signore Gesù Cristo, come prima i profeti e poi lo stesso Gesù Cristo ci hanno insegnato di lui, e come ci ha trasmesso il simbolo dei padri”.

    Quindi quell’una persona e una soltanto che è Cristo, Cristo può soffrire nella sua natura umana, non in quella divina. Certo, per una sorta di communicatio idiomatum può capitare di sentire che si attribuisca la sofferenza (o la debolezza) a Gesù, senza precisare che solo la natura umana di Gesù può soffrire, ma bisogno tener presente che la natura divina è impassibile (e onnipotente, cioè non-debole).

    Ecco un (molto rudimentale) abbozzo di risposta.

  20. GIULIANA: certo che mi lamento, vorrei vedere voi al mio posto!!!o se vogliamo fare un discorso ancora più trito
    e ritrito, vorrei vedere voi se foste omini (riguardo all’amore, al sesso, eccetra, per esempio)se non vi lamentereste anche voi, che digià è tutto un lamentio continuo sul cambio di stagione, sulle accompagnature dei figlioli, sulle case in disordine, sul caldo bstiale delle città, e dei mariti nulla, questi ragazzoni che giocano al calcetto nei fine settimana e poi hanno tanta fame, quei birboni, ognuno ci ha le sue di lamentele, o come dite voi, le sue croci da portare, io ci ho le mie, la prima di essere, la seconda di essere un omino da nulla, che non è da tutti resistere, mentre voi ci avete i mariti di i,90, i mariti pizzaioli,i mariti da riproduzione, i mariti che non si sa bene che mariti, in realtà, siano, sfumati, nell’ombra, inesistenti, nel buio, l’unico marito qui che appare onestamente alla luce è LUIGI, il grande tormentato LUIGI di VITTORIO VENETO, giù il cappello!!!

    1. giuliana zimucci

      mio marito è molto onestamente al lavoro, e non voglio dire che Luigi, tanto di cappello, non lavori, anzi mi pare che si occupa di vino. ma mio marito è in ombra perchè ha ben altro da fare che lamentarsi, non ha tempo di lamentarsi e qui a casa è ben in luce. Sì, fa bene la pizza, ma solo di sabato, non è molto tormentato perchè lo sono già io abbastanza, e di solito è lui a chiedermi di fare sesso. Forse lui avrebbe ben motivo di lamentarsi ma non lo fa e per me è un grande esempio. E adesso se non voglio farlo brontolare è meglio che prepari la cena!

  21. isabella

    AVVISO IMPORTANTE: da informazioni riservate si apprende che tale J. Ratzinger intervenga assiduamente sul blog della dott.ssa Miriano, firmandosi ‘Alessandro’

    1. Alessandro

      Coteste informazioni riservate sono destituite di ogni e qualsivoglia fondamento, sebbene Alessandro non abbia informazioni tali da escludere che J. Ratzinger frequenti assiduamente il blog della dott.ssa Miriano.
      Se la mia rispostina t’è garbata, ne sono contento, cara Isabella!

      1. isabella

        anche a me garba che gli garbi e che ti garbi che gli sia garbata.
        Ma Hodesto verbo è rivelatore: anche tu sei tosHano?

      2. Alessandro

        No, sono nordoccidentale. Scrivo “cotesto” e “garba” perché fo il verso ad Alvise

  22. FEFRAL: sono io che mi sto lamentando dei mariti!!!
    Mi spiego: quando dico che io sono un ometto da nulla intendo dire “come tutti” come tutti gli ometti da nulla androidi umani, ma non si deve dire, non bisogna dirlo, un omo se è un omo non le dice queste cose, bisogna fare finta di essere omini, e le donne fare finta che i loro omini sono omini, no ometti da nulla, come tutti, e che la famiglia sia una famiglia seria, positiva, lui al lavoro, lei al lavoro, poi una bella doccia la sera, birre fresche, coitus prestus interruptus, alla svelta, nelle città invivibili, afose, brividi caldi, ma si sa, è un’avventura, e FEFRAL, anche, vede, amiche che si vanno a incasinare con gli occhi tristi, con gli omi sbagliati, ma gli omi o sono sbagliati o sono ometti, o sono ometti o sono sbagliati, non vano mai bene gli omi, se chiedono non va bene, se non chiedono non va bene, se se la sudano non va bene, se non se la sudano allora non sono omini che non se la sanno sudare, un continuo, un continuo….

    1. fefral

      non è vero, gli uomini sono uomini, poi ce n’è alcuni che sono ometti da nulla, alcuni che sono uomini di altre donne e quindi sono sbagliati per definizione, alcuni che semplicemente sono un po’ stronzi…. ma mica so’ tutti uguali. E io di uomini uomini ne conosco parecchi

  23. Luigi

    Ringrazio Alessandro per la risposta teologica che chiedevo, non ho capito nulla fino al quindi ma non perché non sia giusto ma perché sono stanco. Dopo il quindi ho capito solo che non ho capito perché quindi. Ma sicuramente è giusto, mi fido ciecamente di Alessandro, se sento il suo belato io gli vado dietro.

    Alvise scrive:
    “Io credo che se c’è Dio tutti saranno in Paradiso.”

    Dai Alvise, tu penso che ci verrai in paradiso perché in fondo sei un buon ometto come me ma non dire cazzate, non tutti ci vanno, anzi. Scusami ma chi rifiuta Dio e lo odia cosa ci deve andare a fare in Paradiso. Scusami ma perché Dio dovrebbe costringere qualcuno che non lo sopporta a stare eternamente con lui. E sai quanti sono purtroppo le persone che vivono il male per scelta? Sono tante purtroppo.

    1. isabella

      senza ripetere il francesismo di Luigi, anche von Balthasar, teologo tanto amato dai ciellini, sosteneva che probabilmente l’inferno fosse vuoto.

    2. Roberto

      Penso che Alessandro abbia voluto dire che Gesù ha sofferto per le anime condannate all’inferno: nella sua natura umana e nel tempo della propria vita terrena.

      Mi vengono in mente due esempi di orazione trasmesse attraverso rivelazioni private. La quinta delle 15 orazioni rivelate a Santa Brigida di Svezia:

      “Rammentati, o Signore Gesù Cristo, specchio di eterna chiarezza, dell’afflizione che avesti quando, veduta la predestinazione di quelli eletti che, mediante la tua Passione, dovevano salvarsi, prevedesti ancora che molti non ne avrebbero profittato. Pertanto ti chiedo per la profondità della misericordia che mostrasti non solo nell’aver dolore dei perduti e disperati, ma nell’adoperarla verso il ladrone quando gli dicesti: “Oggi sarai meco in paradiso“, che tu voglia pietoso Gesù, adoperarla sopra di me al punto della mia morte.”

      e la novena della Divina Misericordia richiesta da Cristo a Santa Faustina Kowalska:

      Primo giorno:

      «Oggi conduciMi tutta l’umanità e specialmente tutti i peccatori e immergili nel mare della Mia misericordia. E con questo Mi consolerai dell’amara tristezza in cui mi getta la perdita delle anime».

      La Santa della Giustizia e la Santa della Misericordia, via 🙂

      1. Fefral

        Io da quello che leggo nel post di Alessandro capisco che gesu in quanto uomo soffre anche adesso.

      2. Laura C.

        Anch’io ho pensato subito a Santa Faustina, alla novena ma anche a tutto quello che Gesù le ha rivelato a proposito dell’inferno… Sono una grande “fan” di Santa Faustina: almeno in due occasioni ha interceduto…

      3. Fefral

        E poi mi pare proprio che sia così. Gesù è vero uomo e ama come un uomo anche ora che è in cielo. E soffre per la sofferenza di chi ama, anche se, per dire, non sente la paura che ha avvertito prima di morIre o l’abbandono di quando era sulla croce.
        Non so se è teologicamente corretto, ma penso proprio che Gesù soffre oggi, al presente, per i nostri peccati

      4. Alessandro

        Ragazzi, son questioni grosse… richiederebbero fior di teologi e ben altro spazio.
        In supersintesi due idee.
        La natura umana di Gesù è certo passibile (cioè Gesù in quanto vero uomo può soffrire), ma non è passibile dopo la resurrezione, perché la resurrezione cancella dalla natura umana (che permane tale) ogni caducità (passibilità, sofferenza). E’ pure logico: se è vero (come è vero: cfr. quello che scrivevo prima citando il Catechismo) che i beati in Paradiso non soffrono perché sono in piena comunione con Dio, come potrebbero non soffrire se fossero in comunione con un Cristo che (magari in quanto uomo) soffre? E invece Cristo risorto è “primizia di coloro che sono morti […]; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo”(1 Cor 15,20-22): cioè i beati sono tali perché risorgono in qualche modo come il primo (primizia) dei Risorti, cioè sono assimilati-conformati (per così dire) alla primizia che è Cristo risorto. Ora: se i beati sono tali perché assimilati-conformati al Primo dei risorti, e proprio perché sono a Cristo risorto assimilati-conformati non soffrono (godono della felicità eterna), come potrebbe soffrire Cristo risorto cui sono assimilati-conformati.

        A questo punto l’obiezione è: ma ‘sto Dio impassibile non è un Dio asettico, imperturbabile, non è il contrario del Dio cristiano che è perfetto Amore e misericordia e si prende cura di tutte le sue creature (altro che imperturbabilità…). Insomma, ‘sto Dio impassibile non è un Dio… apatico, un Dio anticristiano perché non sa amare?
        Qui bisognerebbe andare oltre i concetti umani e l’esperienza umana, e questo è difficile. Mi limito a qualche metafora. Per noi uomini la sofferenza significa “mancanza di qualcosa”. Quindi, quando amiamo soffrendo, amiamo avvertendo in noi che manca qualcosa. Questo “mancare di qualcosa”, questo soffrire, lo chiamo “non essere felici”. E’ possibile,uscendo dall’esperienza umana (nella quale l’amore è quasi sempre congiunto alla sofferenza, all’avvertenza che ci manca qualcosa e quindi a una – almeno piccola – infelicità), immaginare un amore senza sofferenza? Sì: pensiamo è quello dei beati, che amano senza soffrire più, amano senza avvertire mancanze, e infatti sono felicissimi. Ma qual è la sorgente di questa condizione beata che nessuno può sperimentare in questa valle di lacrime? E’ Dio. Da qui in modo imperfetto, per indizi traspare come Dio possa essere amore perfetto (non un essere eterno ma atarassico, indifferente a tutto ciò che accade alle sue creature) senza soffrire, cioè senza patire mancanza alcuna, cioè senza essere infelice (come può l’Onnipotente perfettissimo patire alcuna mancanza, essere infelice?). Si intravede come Dio possa prendersi cura con immenso sconfinato amore delle sue creature pur essendo impassibile, cioè pur non soffrendo, e con un amore che eccede smisuratamente l’amore nostro, il piccolo amore di noi piccoli sofferenti (piccoli ma graditi a Dio), sicché a paragone gli indifferenti, quelli che amano troppo flebilmente siamo noi, non Dio. Allora si può (in qualche modo, in aenigmate) capire come Cristo possa dire “Oggi conduciMi tutta l’umanità e specialmente tutti i peccatori e immergili nel mare della Mia misericordia. E con questo Mi consolerai dell’amara tristezza in cui mi getta la perdita delle anime”. Questo è un linguaggio mistico proprio di un’esperienza mistica: “consolare dall’amara tristezza” non significa che Cristo soffra (non sia impassibile) come soffre (cioè: come è passibile) un uomo su questa terra o in purgatorio o all’inferno, ma che l’amore di Dio per le anime dei peccatori è talmente grande che solo il paragone con l’esperienza struggnete di chi soffre amando un caro che si sta sviando può rendere in qualche modo a noi mortali l’idea di quanto sia immane la misericordia di Dio…

        Ecco, so di aver detto quasi niente rispetto alla difficoltà del tema, so che magari non sono stato chiaro (sto scrivendo di getto) e che magari posso aver ingarbugliato di più le idee, ma concedetemi almeno la buona fede… non denunciatemi alla Congregazione per la dottrina della Fede… chiedo almeno le attenuanti generiche

      5. Laura C.

        @alessandro: già, mi sembrava scritto di getto… Niente denuncia, lo prometto! Anzi grazie di cuore…

      6. Roberto

        Ahh, questa è una delle tante cose su cui mi sono spaccato la testa per non so quanto tempo perché non riuscivo a venirci a capo… l’ho pensato anch’io per un bel po’ che Gesù soffrisse anche al presente, ma la sofferenza è una privazione e un’assenza di bene che Gesù, assiso alla destra del Padre, non può provare. Se fosse vero il contrario, il dolore dovrebbe essere una delle caratteristiche eterne di Dio, il che non è possibile (né auspicabile, perché vorrebbe dire che anche a noi toccherebbe di subire, per riflesso, una porzione di questa sofferenza, in eterno). Come diceva Alessandro, la natura di Dio è impassibile e dopo la Resurrezione di Cristo “la morte [con tutti gli annessi e connessi, tra i quali la sofferenza] non ha più potere su di Lui”.

        Quindi, che cosa mi restava di credere? Che Gesù si fosse limitato a fare una gita fuori porta dalle “nostre parti” per poi ritornare nella
        Sua impassibile divinità? Anche questo mi sembrava insensato. Finché una lettura non mi ha chiarito l’ovvio, e cioè che le due nature divine e umane sono intrecciate saldamente: non soffre al presente per i nostri peccati, ma attraverso la Sua Natura divina e onniscente, ha visto e sofferto per ogni nostro peccato durante la Sua vita terrena. E’ uno scorcio d’Eterno che mi tolse il fiato quando lo lessi, lo copincollo (è scritto come un dialogo di Gesù a un’anima):

        Confonde la tua idea l’immensa moltitudine degli uomini per i quali sono morto, e dici: “Io non sono che una piccola unità in questo insieme; io non devo dunque che una piccola parte di riconoscenza, un milionesimo, neanche! Tocca alla Chiesa intera onorare questo sacrifizio fatto per tutti, come tocca alla patria onorare gli eroi morti per lei”.
        L’eroe che muore per la patria non conosce ciascuno di quelli per i quali muore, ed io invece distinguo te fra tutti, e per te sola — lo intendi tu? — fui pronto a morire; il più grande fra gli eroi avrebbe fatto altrettanto?
        Impara a conoscere qual è l’anima di un Dio; un’anima così grande da abbracciare tutto il creato. Ogni giorno, ogni istante io ho veduto, io vedo e vedrò tutti gli uomini e ciascun uomo. Io ti ebbi presente a Betlem, a Nazareth, sul Calvario; io pensai a te incessantemente nelle mie fatiche e nelle mie amarezze. Io volli, voglio e vorrò sempre amarti come si ama un amore unico.
        Ed io vedevo, ohimè ! le tue colpe e ne soffrivo sempre, sempre.
        Le tue colpe, tutte le tue colpe io dal Cielo le vedo ancora; io non posso più soffrire come allora, però le detesto altrettanto. Ma il tuo pentimento, i tuoi propositi, il tuo sacrifizio, il tuo affetto, non solamente li vedo, ma li sento e ne godo, poiché sono cose celesti; sono delizie di cui il mio cuore va lieto e felice.
        Strappiamo tutti i veli; tu non dirai più: “Che gli fanno le mie offese?” Le tue offese! Ma non ve ne fu una ch’io non sentissi. Si precipitarono sopra di me durante gli anni della mia vita terrena, quando anch’io potevo soffrire. In Cielo soltanto tu intenderai l’ineffabile martirio di quei trentatré anni. Tutte le colpe della tua vita, quelle di ieri come quelle di domani, non sono chiuse nel tempo presente; esse hanno la portata della prescienza divina; io ne ho subìto la vista come la responsabilità.
        Qualunque cosa tu sia per fare ora, pensaci bene, sarà per me un dolore o una consolazione. Se tu pecchi stasera o domani è una sofferenza di più che tu mi infliggi. Se tu non pecchi è realmente una sofferenza che tu mi risparmi. Tu non puoi nulla contro quest’ordine di cose prestabilite. Ti pare forse inesplicabile, perché l’uomo non può intendere tutto; credi come se tu intendessi, poiché è questa la verità e ciò che essa ti ispira, fallo!

        Dio Eterno che entri nel tempo per me! E’ splendido, no? 😉

        Allo stesso modo, io ritengo che le manifestazioni di sofferenza come le Madonne che piangono siano, per un verso, dei segni per noi, e per l’altro, altri squarci nel tempo da parte dell’Eterno. Sono sofferenze del passato sofferte per il presente in cui si rivelano (ok, meglio che mi fermi prima che qualcuno mi dia fuoco… )

      7. Roberto

        Ah! Vedo che anche Alessandro è reintervenuto mentre stavo scrivendo – speriamo in due di non aver aumentato la confusione 🙂

      8. Alessandro

        @Laura, grazie di nulla, figurati, grazie a te che hai dedicato tempo a leggermi

        @Roberto. “non posso più soffrire come allora, però le detesto altrettanto [le colpe]”. Ecco, questa mi pare un’ottima esemplificazione di quello che chiamavo “amare senza soffrire”. Uno infatti può obiettare: ma come si fa a detestare senza soffrire? Il detestare non implica il patire, il soffrire? Sì, se a detestare è un essere umano in questa valle di lacrime. No, se a “detestare” è Dio; Egli infatti ama, e chi ama riprova (detesta, deplora) gli errori dell’amato (altrimenti che amante sarebbe?), ma l’amore di Dio, essendo impassibile (impassibile essendo la natura divina), “detesta” senza soffrire, detesta impassibilmente. Cristo, prima di morire, tutti amò e quindi ogni singolo errore di ciascuno (anche i miei) detestò soffrendo nella propria natura umana, permanendo nondimeno impassibile la Sua natura divina. Obiezione: se, una volta risorto, Cristo non soffre più, allora significa che la Resurrezione ha annichilito la natura umana di Cristo (poiché natura umana = natura non impassibile, natura capace di soffrire). Ma non è così: Cristo Risorto e assiso alla destra del Padre non soffre perché 1)la Sua natura divina è impassibile e 2) la Sua natura umana non s’annichilisce (l’unione ipostatica delle due nature permane nel Risorto, il quale è vero uomo e vero Dio), ma è glorificata e con ciò liberata irreversibilmente dalla soggezione al patire.
        Ecco, spero di non aver confuso ancor di più la faccenda, grazie per il tuo contributo!

  24. STB

    Piano B: in attesa d’organizzare il mirian-pellegrinaggio a Medjugorje, posso suggerirne ai mirianidi uno a Loreto? sarebbe parimenti un santuario mariano, più a portata di mano di quello nell’ex Jugoslavia.

      1. Laura C.

        Sono stata a Loreto più volte e sono sempre stati momenti forti… Tornerei lì volentieri! Quando?

      2. Alessandro

        Se la Roma prende Luis Enriquez ci vuole il tour completo di pellegrinaggi mariani prima che rimetta il naso in zona Champions… è meglio che il marito non faccia tanto lo schizzinoso e cominci quanto prima a inanellare Medjugorje Loreto e quant’altro

    1. Luigi

      Quando mio figlio mi chiede di andare a vedere la finale di Champions League anch’io gli propongo come alternativa: Portogruaro-Piacenza.
      Loreto può anche andare ma ipotizzando di limitare il pellegrinaggio a qualche ora non so se sarebbe più un’esperienza di fede o un incontro di bloggers. A questo punto si fa una Messa da qualsiasi parte e poi si va a pranzo. Non sono comunque contrario all’idea anche se perde molto di fascino.

    1. Luigi

      Santuario mariano di Motta di Livenza? Santa Maria Luggau? O il banalotto Sant’Antonio di Padova?

      1. Laura C.

        Dai, Luigi, non essere polemico! Restare in Italia non implica un pellegrinaggio mordi e fuggi… Portogruaro-Piacenza: che tristezza!…

  25. Francesca Miriano

    Due parole sul ‘pensiero dominante’ citato ieri da paulbratter a proposito di Saviano.Dominante di che o di chi?Pensiero espresso dove? In TV? Sui giornali?Se c’è una cultura dominante non è certo quella di Saviano ma di chi controlla reti TV e diversi giornali e periodici nonchè case editrici.Che poi questi media non producano pensiero e quindi non dominino è solo per mancanza dello stesso (il pensiero).E alla fine su Saviano: deve essere veramente pazzo a voler fare la vita del recluso per scelta! O sono tutte balle e in realtà fa la vita del nababbo cambiando donna ogni sera?
    @Isabella. Margaret Mead mi è garbata molto al liceo come mi piaceva Konrad Lorenz e Hans Hass o Claude Levi-Strauss di ‘Tristi Tropici'( il resto era troppo complicato). Mi ha sempre imteressato il comportamento animale (e quindi dell’uomo animale solo poco più evoluto), l’antropologia dei primitivi ecc.Non ho avuto le idee abbastanza chiare per seguire queste passioni e ho fatto altro perchè il mio desiderio di indipendenza dalla famiglia è stato più forte.Non vivo più con l’idolo di Margaret ma è stata utile alla mia crescita in un momento particolare della mia storia come mi è servito Piaget per capire che un bambino non è solo un cumulo noioso di pappe, pannoli e rigurgiti.Poi si cresce ma tutto si sedimenta e serve( la Cochi direbbe come il maiale che non si butta via niente).
    Sono d’accordo col parroco Sergio citato da Giuliana : coi ragazzi guinzaglio lungo.Guardare da lontano, sorvegliare ma mai imporre perchè il muro contro muro è un errore gravissimo. Lo dice una che caratterialmente o è bianco o è nero.Dopo alcune cornate ho imparato che l’approccio soft è più produttivo.Per ora mi sono arrivati in casa fidanzati e fidanzate decisamente accettabili:non fare però l’errore di affezionarsi troppo(errore già fatto)perchè al cambio della guardia ci si resta male.Sono anche dell’idea che a 20 anni è bene favorire il ricambio perchè è meglio fare sperimentazioni prima della creazione di un eventuale nucleo familiare.
    E alla fine tanto per farvi un po’ incazzare W PiSAPIA e W IL PENSIERO DOMINANTE e se vi incazzate….è colpa di PISAPIA.

    1. isabella

      io sono molto contenta che abbia vinto pisapia, soprattutto perché hanno perso tutti i ciellini alleati della moratti. spero proprio che adesso le guardie rosse facciano un po’ di sana epurazione.

    2. paulbratter

      1) che saviano faccia vita da recluso è tutto da vedere a meno che tu non lo conosca personalmente e lo frequenti

      2) ogni discorso politico e di “pensiero dominante” per me non ha alcun senso perchè il potere che ci è dato percepire è quello di livello più basso, quello vero è nascosto e se ne intravedono solo forme, ombre ma se ne riconoscono le azioni.
      Come posso inc%£*ç@ per Berlusconi, Bersani, Bossi, Fini o Di Pietro quando non sono altro che una rappresentazione di democrazia anche piuttosto scadente. Non so se a te dicono qualcosa nomi come Commissione Trilaterale, Council on Foreign Relations , gruppo Bilderberg, Club di Roma, Goldman Sachs, J.P. Morgan, David Rockfeller, Henry Kissinger, Zbignew Brzezinski, e per rimanere in Italia, Mario Draghi.

  26. Luigi

    @Laura C
    Non sto polemizzando, sto schiacciando i tasti così per noia, per scherzo e mi incazzo tremendamente quando mi dicono che sto polemizzando e invece non è vero, chiaro? Non parlo più con te.

  27. giuliana zimucci

    Vorrei aggiungere solo 2 cose, per concludere la serata:
    1. don Sergio non parla proprio di un modo soft per invitare i ragazzi ad andare all’oratorio, perchè nel cristianesimo non c’è proprio nulla di soft. Piuttosto intendeva dire che non sarà per insistenza, ma per fascino che la persona si convincerà liberamente ad aderire ad una proposta, ed il cambiamento che questa adesione implica non è soft proprio per niente, anzi ti chiede di “vendere quello che hai e seguirLo”.
    2. sulla politica non esprimo un giudizio in merito a Pisapia, ma mi preoccupo in anticipo delle intenzioni “buone” di aprire registri delle unioni civili, gay ecc, e varie ed eventuali (???) conseguenze.
    3. Luigi, cosa c’è di ridicolo nella partita Portogruaro- Piacenza??? non puoi avere un po’ di pietà?
    4. a me un pellegrinaggio a Loreto va benissimo, finanziariamente più alla mia portata (almeno per quest’anno), e con la possibilità di fare il viaggio con la famiglia

    Ora buonanotte a tutti! vi abbraccio, sempre!

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