I figli peluche

di Costanza Miriano

Le sto ancora aspettando. Adesso arriveranno, mi dico. Sicuramente le faranno.

Senza dubbio le femministe organizzeranno delle manifestazioni di piazza contro l’uso del corpo delle donne. I giornali leveranno gli scudi, gli editorialisti faranno sentire le loro voci indignate e piene di compassione, contro questa cattiveria che si fa alle donne. No, non a quelle fotografate in pose discinte per vendere qualcosa, che non è niente in confronto. E neanche a quelle che si vendono al piacere degli uomini.

Mi riferisco all’uso più spietato e crudele che si possa fare del corpo di una donna: usarne una, massicciamente bombardata di ormoni, per produrre ovuli da abbandonare a qualcuno in giro per il mondo; poi un’altra per crescere un essere umano grande quanto uno spillo fino a che diventi in grado di farcela da solo; poi, infine,  metterla da parte, impedendole perfino di toccarlo, quel bambino strappato alle sue viscere.

Di donne che scendono in piazza per questo motivo, però, non se ne vedono. Di giornali sbigottiti non se ne leggono. E la  cosa è talmente crudele e impensabile che diventa ineffabile. Non si trovano le parole per dirlo. Madre surrogata. Utero in affitto. Parole tirate per i capelli, per dire una realtà che non è umana.

E’ vero, si tratta di una donna che è stata consenziente, diranno i sostenitori di queste magnifiche sorti e progressive del genere umano, sempre più emancipato dai suoi limiti di creatura. E’ stata consenziente almeno al momento della firma del contratto, diranno. Ma, mi chiedo: quale necessità aveva (girano cifre a parecchi zeri)? E soprattutto, si rendeva conto a cosa sarebbe andata incontro?

Qui non si tratta di schiavismo, è molto peggio. E’ servirsi del bisogno economico di qualcuno non per svolgere un lavoro, perché portare un bambino non è come portare uno zaino sulle spalle, ma per vendere una parte di sé, e la più preziosa. La capacità di trasmettere la vita.

Sapeva, quella donna che ha firmato il contratto che la sua carne si sarebbe fusa con quella carne? Sapeva che il suo sangue avrebbe alimentato un uomo? Sapeva che la sua voce e il suo battito lo avrebbero cullato per nove mesi? Sapeva che il suo corpo poi abbandonato, devastato, non si sarebbe mai più ripreso? Si ricordava che l’utero non è un sacchetto ma è parte integrante di una persona vera, unita alla mente, al cuore, allo spirito?

Sono sicura, voglio credere, che non sapeva che poi quel “prodotto del concepimento” (sic!) non lo avrebbe potuto stringere, annusare, attaccare al seno. Che glielo avrebbero preso prima che potesse calmare il primo impaurito vagito.

All’improvviso, separati. Divisi per sempre. Questo prevedono di solito i contratti.

Se questo non porti a impazzire, mi domando cosa. E mi stupisco che non sia già successo più volte davvero, magari senza che la notizia finisca in pagina.

Già, perché i giornali sono tutti impegnati a celebrare i padri o le madri che hanno coronato i loro sogni pur essendo omosessuali come Ricky Martin, Miguel Bosé ed Elton John, o troppo avanti con gli anni Nicole Kidman o Sarah Jessica Parker, o per chissà quali motivi come Robert De Niro o Dennis Quaid.

Nessuno qui condanna il desiderio di maternità o paternità, ci mancherebbe. Ma i figli non sono un diritto, sono un dono, e se la scienza ci può aiutare è chiaro che deve avere dei limiti. I figli devono avere un solo padre e una sola madre (un aggravante per l’orribile spettacolo degli omosessuali che abbracciano il loro figlio peluche), e dover dimostrare la cosa è talmente ridicolo che davvero sembra siano arrivati i tempi – direbbe Chesterton – in cui “tutto diventerà un credo… fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro, spade sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”…

Un ultimo pensiero, tanto che aspettiamo che le femministe organizzino le manifestazioni per la difesa della donna, va al bambino. Chissà cosa lascerà nella sua mente, nel suo sangue, negli angoli più reconditi della sua mente un rapporto così intenso e totale interrotto per sempre. E mentre da un lato i reparti maternità più evoluti si attrezzano per non spezzare la sacra diade mamma bambino dai primi giorni (quando, credetemi, una mamma stremata dal parto la interromperebbe anche, almeno per qualche oretta, la sacra diade), sullo stesso pianeta si permette qualcosa di così paurosamente non umano.

63 pensieri su “I figli peluche

  1. giuliana zimucci

    Molto politically-scorrect! i miei complimenti per esserti addentrata su questo insidioso terreno: desideri diventati diritti. Nell’epoca in cui tutti cercano la fettina biologica e si scandalizzano dell’OGM, si reputa cosa buona e giusta fare figli in provetta e infilare embrioni qua e là. La cosa pare normale perchè in fondo si parla di teneri fagottini abbracciati da aspiranti genitori con buone intenzioni. Ma come si dice, di buone intenzioni è lastricata la strada per quel posto lì (nessuno lo nomina, c’è chi dice che non esiste…).

  2. STB

    Ormai stanno venendo meno anche le più solide certezze: hanno cambiato perfino il colore del sacro Rocci!!!

  3. ICA

    Io non so come certe donne possano approdare ad una scelta del genere. Ma di un fatto sono certa: non hanno la minima idea di cio’ che succederà dopo, del dolore immenso, incurabile che si porteranno dentro per il resto della vita.
    E’ un cancro che si creano da sole. Per leggerezza, per disperazione, per follia. E questo cancro col tempo crescerà. Forse cambierà forma, ma di sicuro non sparirà.
    Che le femministe si attivino: che lavorino per le altre “femmine”, per risparmiare loro un dolore che non sanno.
    “L’utero è mio e lo gestisco io!”. Mai falsità più grande fu propinata alle donne.E cosa peggiore, da altre donne.

  4. Daniela Corbellini

    Cara Giuliana,
    Che sia politically-scorrect la nostra Costanza lo sappiamo già! E la cosa che, credo, darà più fastidio a certe femministe è che lo è simpaticamente, è bella come il sole, lavora, corre, prega e se ne occupa con maestria della sua chioma che pare sia indomabile. E’si, perché in questo nostro mondo l’immagine è importante, e fino ad ora non si erano accorti che ce ne sono donne come la Costanza in giro (e noi cosa siamo???), che sono cattoliche ma non sanno di naftalina, pensano (incredibile!), studiano, lavorano, portano avanti la casa e trovano tempo per pregare e curare l’aspetto. E’ si, la Costi darà molto fastidio.
    Lei dice le cose come stanno, le chiama per nome perché ormai dobbiamo “dimostrare che le foglie sono verdi in estate” (a parte le mie, è chiaro, visto il mio proverbiale pollice verde).
    Volevo fare un appunto a quanti pensano che certe cose vanno lasciate alla coscienza di ogni individuo, che la legge dovrebbe lasciare fare certe cose, poi se non sei d’accordo ti regoli di conseguenza.
    In Brasile l’aborto è legalizzato. In effetti c’è una grande pressione per cambiare la legge che, grazie a Dio, tiene (anche se alcune sentenze spingono i limiti più in là). Infatti, l’aborto viene chiamato per nome e, almeno fino a qualche anno fa, è considerato come una cosa molto brutta dalla maggior parte della gente. C’è anche una grande pressione mediatica che piano piano cerca di cambiare le tendenze, e lo si sa, dalle tendenze alle idee, dalle idee si passa ai fatti.
    Che sia chiaro, non è che non lo si pratichi l’aborto, lo si fa illegalmente. Allora dicono: perché mettere a rischio le donne, ecc., ecc.
    La differenza è semplice: uno che commette un reato, un crimine, un omicidio lo deve fare in sicurezza??? Applichiamo la 626 agli scassinatori? No signora, niente vetri sulla finestra che posso farmi male se devo entrare a casa sua…
    Vi assicuro che le cliniche clandestine sono dei posti orribili e squallidi, dove uno va con la piena consapevolezza di compiere un reato e di rischiare, e di doverlo fare di nascosto. Anche questo è un deterrente.
    E’ questa la molla che scatta nella testa della gente: quello che è legale è giusto, se la legge consente allora è moralmente accettato. Come diceva Al Pacino nei panni del diavolo “Il senso di colpa, è come un sacco pieno di mattoni. Non devi fare altro che scaricarlo”. Una legge che consente una certa cosa ci aiuta a scaricare un sacco di mattoni. E poi non ci pensiamo più, cambiamo il nome e chiamiamo “interruzione di gravidanza”, il figlio diventa feto, e non ci rendiamo conto di come cambiano i costumi, di come diventa tutto naturale…
    Io rimasi scioccata quando finalmente incinta dopo tre anni di matrimonio (a me in dieci anni di matrimonio mi è arrivato un solo figlio) vado dalla ginecologa e lei tranquillamente mi chiede: “e cosa vuole fare?”, io non capisco la domanda e allora rincara “lo vuole tenere?”. LO VUOLE TENERE???? Ma dove sono, al mercato??? Signora, lo prenda, nuovo appena usciti dall’utero in affitto!!!
    Come lo vuole signora: biondo con gli occhi azzurri o castano con gli occhi verdi? Gemelli in saldo, prenda due paghi uno!!!!
    E tutto è così normale, così naturale e non ci pensiamo più… E in tele fanno vedere i figli in affitto dei VIP, è un sottofondo sottile, e i nostri bimbi ascoltano e assimilano e non ce ne rendiamo neanche conto di quanto…
    Dio benedica Costanza per il coraggio di annunziare che ha!!!!

    1. giuliana zimucci

      Concordo pienamente con te Daniela! ce ne fossero davvero come Costanza, che mette nero su bianco le cose nude e crude! la cosa che mi indispettisce ancora di più in tutta ‘sta storia di uteri in affitto, provette e via dicendo è che molti si lamentano del fatto che solo i vip e i ricchi se lo possono permettere, che non è democratico… dico, ma ci rendiamo conto???

  5. Daniela Corbellini

    Mi son informata:
    in Brasile il consenso alla modifica della legge sull’aborto attuale (che depenalizza soltanto l’aborto nel caso di stupro e di pericolo di vita per la donna) è sempre minore. Soltanto 10% della popolazione vorrebbe una legge che consente l’aborto come scelta “autonoma” della donna (12% la percentuale tra i maschi, 8% tra le donne). E questo consenso, che era di 30% negli anni 90, è in calo. Infatti da anni non si pubblicavano i dati delle ricerche perché di solito vengono promosse da movimenti “femministi” a favore della legalizzazione dell’aborto.
    Esiste una grande lobby appoggiate da organizzazioni internazionali come ONU e UNESCO per cambiare la legge…

    Fonte: http://www.pesquisasedocumentos.com.br/PesquisaIbope2003.pdf

  6. Luigi

    E’ spaventoso quello che ho letto, mi fa star male dentro. Io credo che questa verità dovrebbe sferzare come un’aria gelida le nostre menti e soprattutto questa è evangelizzazione da fare nelle prediche, le donne e gli uomini di buona volontà devono saperle queste cose affinché ci assumiamo le nostre responsabilità attraverso anche le scelte di chi appoggiare politicamente.

  7. anna

    All’elenco aggiungerei Cristiano Ronaldo, che pur essendo giovane, bello, ricco, o ferse proprio per questo, si è comprato un figlio a 12 milioni di euro.

    1. Luigi

      Forse mi sbaglio ma Ronaldo è il papà naturale del bambino, lo ha riconosciuto dopo che la madre ne ha sbandierato la paternità e si è fatta liquidare.
      Non che sia una bella storia ma forse è storia antica.

  8. LA VITA DELL’OMO

    Nove mesi a la puzza: poi in fassciola
    tra sbasciucchi, lattime e llagrimoni:
    poi p’er laccio, in ner crino, e in vesticciola,
    cor torcolo e l’imbraghe pe ccarzoni.

    Poi comincia er tormento de la scola,
    l’abbeccé, le frustate, li ggeloni,
    la rosalia, la cacca a la ssediola,
    e un po’ de scarlattina e vvormijjoni.

    Poi viè ll’arte, er diggiuno, la fatica,
    la piggione, le carcere, er governo,
    lo spedale, li debbiti, la fica,

    er zol d’istate, la neve d’inverno…
    E pper urtimo, Iddio sce bbenedica,
    viè la Morte, e ffinisce co l’inferno

    1. Luigi

      Che tristezza questa poesia. Riduzione dell’immensità della vita a quattro rime.

    1. Daniela Corbellini

      Nasci bello, perfetto, biondo con gli occhi azzurri e figlio unico. X prima ancora di produrre hai due genitori e quattro nonni che attendono da te il meglio… Se non sei schiacciato dalle attese, produci. Di sicuro consumi, perché siamo in pochi c’è da inventarsi di tutto per tirare su l’economia… Crepa, perché se c’è una cosa sicura è questa…
      Se oltre a essere un consumatore sei pure un prodotto… Aiuto
      Il mondo nuovo è qui

  9. chiara m

    Riguardo all’argomento del post di oggi, volevo segnalarvi un articolo di Nicoletta Tiliacos, giornalista del Foglio che si occupa di problemi di bioetica.

    http://www.ilfoglio.it/soloqui/6494

    Qualcuno potrà ribattere che si tratta di casi estremi. Credo però che occorra ormai interrogarsi, anche da laici, se non in nome di Dio, se di fronte alla vita o alla morte non siano tutti casi estremi

      1. chiara m

        E’ vero, ma è un po’ colpa tua. Adesso torno alla mia tesi, altrimenti finisco disoccupata!

      2. Luigi

        Costanza porca pipetta, mia moglie è nata a Basilea.
        (speriamo che non ci sia nessuno nato a Pipetta)

    1. giuliana zimucci

      il caso è considerato estremo finchè il confine non viene spostato un po’ più in là ed ecco che non è più estremo, ma lecito e magari legalizzato. Che aberrazione! andando avanti così finiremo come nel film “gattaca” dove gli esseri umani nati in modo tradizionale sono perseguitati perchè non conformi….

      1. Velenia

        Consiglio a tutti la lettura di un libro scritto da 2 femministe storiche si intitola :”madri selvagge” è una denuncia della rapina che la tecnoscienza fa del corpo delle donne e si apre con una profezia simile a quella del film che hai appena citato Giuliana,che non è poi tanto lontana dalla realtà,basta pensare cosa è accaduto in Francia con il caso Perruche.

  10. Chiarastella

    Cara Costanza,
    non ti conosco personalmente, ma ti sento amica…perciò lascio anch’io un mio piccolo contributo alla spinosa discussione…perchè non possiamo essere noi le femministe che organizzano manifestazioni di piazza oceaniche contro l’uso inumano del corpo della donna, contro la sua dignità e bellezza?…perchè ci aspettiamo sempre tutto dagli altri e alla fine le nostre restano solo belle discussioni tra amici, conoscenti e blogger?
    Mi sa che ci dobbiamo svegliare un po tutte e tutti(parlo anche dei maschietti di buona volontà)…..

    Proprio da qualche giorno ho riletto una lettera meravigliosa scritta dal Beato Giovanni Paolo II: Lettera alle donne…la consiglio vivamente a tutti. Riappriopriamoci della nostra coscienza, facciamo propri i problemi sociali e morali sul rispetto della dignità…dobbiamo passare ai fatti…le cose si cambiano facendole…

  11. Heilà !!! 🙂
    Non vi preoccupate che ci sono anche io!!
    L’argomento è così importante, però, che prima ho dovuto gestire delle cose “secondarie” ( la spesa, due ore di marito che è potuto stare a casa, la ricerca di creme solare per una figlia che va in gita scolastica al mare, regalo e biglietto per una nipotina che fa la Prima Comunione…), prima di individuare un momento, diciamo, ideale per rispondere al post di oggi.
    Cara Costy, mi ci tiri per i capelli e, comunque, mi conterrò.
    Come ho già detto, io nella vita mi occupo (ci provo, e non è PER NIENTE facile), di Educazione. Gestisco settimanalmente e in prima persona, per quando sia per nome e per conto di.., uno sportello per Genitori.
    Ho notato che il post, in origine, si chiamava La fabbrica dei Figli, poi cambiato in I Figli Peluche : ebbene io userò un termine ben più forte di quello tenero utilizzato da Costy, e cioè Pupazzo, il Figlio Pupazzo. Ovverossia non fatto per lui, ma fatto per se’, per curare le proprie ferite. Tremendo. La mia mente va immediatamente ad una notizia di anni fa in cui una signora, ben più che attempata, aveva potuto fare un figlio con procedure assistite similari a quelle riferite da Costanza, perchè il suo unico figlio era purtroppo deceduto. Orrendo.
    AVERE un figlio
    ESSERE madre o padre
    DIVENTARE genitori……
    Vogliamo, per favore, riflettere sulla differenza fra queste espressioni, fra, ancora una volta, Avere ed Essere, dove solo nell’essere è permesso anche al Figlio di essere e diventare qualcosa e qualcuno?
    Voglio dire che i figli pupazzi nascono anche con le procedure naturali ma che l’accanimento scientifico contribuisce a caricare la nascita di un bambino di ben altre cose oltre al naturale piacere e senso di dare la vita ad un individuo, amarlo e vederlo crescere e andare per la sua strada.
    Poi, per carità, magari il calvario delle procedure crea e fortifica una motivazione di ferro, ma secondo me è molto rischioso per la serenità di chi viene al mondo e non chiede nulla se non di essere rispettato.
    Personalmente, ritengo di essere stata graziata nell’aver avuto due figli quando li ho voluti e mi sento una privilegiata a non avere avuto nemmeno una mezza minaccia di aborto. Sono stata proprio fortunata!
    Nelle mie condizioni di salute, poi, i miei figli hanno anche significato una prova superata e di un mio valore di persona non intaccato dalla malattia, per quanto poi i medici hanno cercato di confondermi in tutti i modi.
    Proprio di recente , uno dei miei carissimi cognati mi ha fatto sapere che ha un collega (quindi maschio) che, nelle mie stesse identiche condizioni, fa le scalate.
    Eh! Caro mio : io ho fatto 2 figli.
    E scalo tutti i giorni!!!

    PS
    Un baciottolone a Filippo!

    1. mi piace “Figlio pupazzo” ma che ne dici di estendere ancora di più il concetto?
      Oltre alle aberrazioni dei figli nati in modo artificiale o comunque contro natura (per qualsiasi cosa questo voglia effettivamente significare) mi sembra che in alcune situazioni ci sia quasi un accanimento da parte di alcune donne nel voler avere figli a tutti i costi.
      Posso intuire come l’avere dei figli possa essere una sorta di “completamento” della donna…è vero questo?
      E se è vero mi chiedo se in quei casi non si faccia un figlio per soddisfare più un proprio egoismo che altro…

      1. Ci sono anche dei papà accaniti, credimi…Un figlio, comunque, “ancora” la donna e anche l’unione….

      2. paulbratter

        è un po’ riduttivo parlare solo di egoismo: c’è anche l’istinto materno.

      3. Certo, ci saranno anche dei papà accaniti, non era quello il punto; quello che mi chiedevo (ma non essendo io una donna non lo posso sapere veramente) è quanto l’avere un figlio possa essere vissuto da una donna come un “completamento” della propria esistenza.
        Io figli ne ho due e so perfettamente quanto “ancori” un unione…

  12. STB

    Mi pare (più) appropriato quest’altro sonetto del Belli

    Cqua non ze n’esce: o ssemo ggiacubini,
    o ccredemo a la legge der Ziggnore.
    Si cce credemo, o mminenti o ppaini,
    la morte è un passo cche vve ggela er core.
    Se curre a le commedie, a li festini,
    se vva ppe l’ostarie, se fa l’amore,
    se trafica, s’impozzeno quadrini,
    se fa dd’ogni erba un fasscio… eppoi se more!

    E doppo? doppo vienghieno li guai.
    Doppo sc’è ll’antra vita, un antro monno,
    che ddura sempre, e nun finissce mai!

    E’ un penziere quer mai, che tte squinterna!
    Eppuro, o bbene o mmale, o a galla o a ffonno,
    sta cana eternità ddev’esse eterna!

  13. Luigi

    Secondo me qui si va oltre i desideri di ma-paternità.
    Qui stiamo parlando di scienza che sperimenta tecniche sugli uomini. Scienziati che sfidano Dio.

    1. Carissimo Luigi, ciao!
      Personalmente, alla scienza devo la vita, e con me una cagnetta che nel 1929 risorse perchè il suo padrone scienziato aveva inventato il farmaco che salvò la vita dell’animale da una morte imminente e sicura.
      Allora come si fa ?
      🙁 🙂

      1. Luigi

        Ciao Paola,
        secondo me la vita la dobbiamo sempre a Dio, è questione di punti di vista, nulla di personale.
        Dio che si manifesta anche attraverso la sapienza dell’uomo che si esprime con la scienza eticamente responsabile.
        Buon fine settimana

  14. Alessandro

    Siamo in un Paese in cui passa per essere un grande intellettuale, un maestro di pensiero uno che pensa e scrive queste scempiaggini:
    “dopo aver generato i doverosi figli e averli allevati, il suo compito [dell’essere umano] è finito, occupa spazio destinato ad altri, bisognerebbe che le persone a cinquanta o sessant’anni sparissero” [ndr: si noti che il luminare ha già abbondantemente prolificato e ha già superato l’ottantina, ma non accenna a “sparire”, anzi sta in pianta stabile su giornale e televisioni]
    “E perché non provare a immaginare per i tempi futuri piccoli gruppi che si riproducono e si diffondono per clonazione?”
    “Dopotutto non pochi esseri viventi primordiali si perpetuano per autofecondazione. Perché mai dovremmo per principio vietare alle donne di clonare se stesse?”
    “il desiderio sessuale cesserebbe così di essere uno dei maggiori elementi di competizione e nessuno sarebbe più ossessionato dalla ricerca del partner”. “[Cesserebbe] quell’ansia di bisessualità che è profondamente radicata in noi, avremmo davanti a noi il Paradiso terrestre”
    “credo che sia altrettanto legittimo accordare la possibilità di adottare anche alle coppie gay, in quanto sono un modello del nuovo concetto di amore a cui ho accennato. Esiste indubbiamente un amore che va oltre quello eterosessuale, ed è composto dalla solidarietà, dall’empatia, dall’affinità, dal desiderio di aiutarsi reciprocamente. È il sentimento che troviamo per esempio tra fratelli o tra amici: un bene assoluto che non conosce condizioni”.
    “La specie umana si va evolvendo verso un «modello unico», dove le differenze tra uomo e donna si attenuano, e dunque anche la famiglia è destinata ad assumere una nuova fisionomia, dove non sarà più vincolante né il numero né l’identità sessuale dei suoi componenti, ma piuttosto l’amore e la responsabilità reciproci”

    Quindi adesso con mio fratello e tre o quattro amiche/i, con i quali siamo uniti da amore fatto di “solidarietà empatia affinità” fondiamo una bella cooperativa… no, “famiglia”, e adottiamo un figlio, che avrà quindi 6 o 7 o più (come chiamarli?) “genitori modello unico”, che possono anche cambiare o aumentare di numero, perché alcune amicizie possono finire e altre nascere.
    L’autore di queste perle di pensiero è l’esimio scienziato UMBERTO VERONESI:
    http://www.libertaepersona.org/dblog/articolo.asp?articolo=117
    http://salute.leiweb.it/sesso-psicologia/11_a_pensieri-veronesi-adozioni-single.shtml

  15. alvise

    2
    L’ADUCAZZIONE

    Fijjo, nun ribbartà mmai tata tua:
    Abbada a tté, nnun te fà mmette sotto.
    Si cquarchiduno te viè a ddà un cazzotto,
    Lí ccallo callo tu ddàjjene dua.

    Si ppoi quarcantro porcaccio de ua
    Te sce fascessi un po’ de predicotto,
    Dijje: «De ste raggione io me ne fotto:
    Iggnuno penzi a li fattacci sua».

    Quanno ggiuchi un bucale a mmora, o a bboccia,
    Bbevi fijjo; e a sta ggente bbuggiarona
    Nu ggnene fà rrestà mmanco una goccia.

    D’èsse cristiano è ppuro cosa bbona:
    Pe cquesto hai da portà ssempre in zaccoccia
    Er cortello arrotato e la corona.

    Roma, 14 settembre 1830

    1. Velenia

      @Alvì
      ‘U putiaru abbannia ‘nzoccu ha.
      trad.Il bottegaio reclamizza la sua merce.

  16. alvise

    Er romito
    «Quanno te lo dich’io càchete er core»
    Me disceva jer l’antro un bon romito;
    «In sto monnaccio iniquo e ppeccatore,
    Nun ze trova più un parmo de pulito.
    Co ttre sguartrine io fascevo l’amore
    E je servivo a ttutte de marito;
    E ppe un oste, uno sbirro e un decrotore
    Ste porche tutt’e ttre mm’hanno tradito.
    Ma io pe ffà vvedé cche mme ne caco,
    Tutte le sere vado all’osteria,
    E ffo le passatelle, e mm’imbriaco.
    E ssi la tentazzione m’aripìa,
    Me lo cuscio pe ddio cor filo e ll’aco
    Quant’è vvero la Vergine Mmaria.»

  17. Daniela Corbellini

    Alvi, tu che sei toscano, culla dell’italiano, aiuta questa mamma extracomunitaria con i compiti del figlio: Come si divide cuoio??? E coscienzioso???

  18. alvise

    Insomma, in conclusione, uno ve la deve venire a chiedere a voi l’autorizzazione a avere figlioli con queste nuove tecniche “infernali”,a voi, che, mi sembra,
    avete avuto, dite, la benedizione dei figlioli, ma quegl’altri cazzi loro, quegl’altri no, se Iddio non gli ha dato questa benedezione, che a voi sì, cazzi loro…

    1. Alessandro

      Sì, è giusta Alvise!
      Cuo-io. “uo” e “io” sono due dittonghi ascendenti.

  19. Alberto Conti

    E’ da ieri sera che ‘sto post non mi va proprio giù come un “Ovo sodo”, mi ha fatto arrabbiare nella sua verità e per i limiti che l’umanità continua a superare ed i macelli che compie in questo assurda pretesa di sostituirsi al Creatore (non è una questione di scienza buona o scienza cattiva ma di Superbia umana che è il peggiore tra i peccati capitali).
    Odio dover “accendere fuochi per testimoniare che due più due fa quattro” o “sguainare spade per dimostrare che le foglie sono verdi in estate” soprattutto perchè mi sembra di combattere contro i mulini a vento.
    Mi limito a ringraziare Costanza e le donne che sono intervenute (che loro hanno pieno titolo per lanciare strali contro certi ABOMINI, sarò un integralista veterotestamentale ma non mi viene proprio un altro termine).

    http://www.youtube.com/watch?v=9vvWJf-SYzY

    Ecco tutto si ridurrebbe alla frase finale del film se Qualcuno non avesse salvato anche la mia e altrui superbia.

    Trattengo alcuni spunti veramente significativi sia positivamente che negativamante (ma comunque Salvati):

    “Se oltre a essere un consumatore sei pure un prodotto… Aiuto
    Il mondo nuovo è qui”

    “il caso è considerato estremo finchè il confine non viene spostato un po’ più in là ed ecco che non è più estremo, ma lecito e magari legalizzato”

    “Voglio dire che i figli pupazzi nascono anche con le procedure naturali ma che l’accanimento scientifico contribuisce a caricare la nascita di un bambino di ben altre cose oltre al naturale piacere e senso di dare la vita ad un individuo, amarlo e vederlo crescere e andare per la sua strada”

    1. giuliana zimucci

      sto cercando tracce nel Sensini, ma ho il dubbio sul dittongo -io-… nelle parole composte e derivate si puo’ dividere….pare, ma ho ancora dubbi…

  20. Daniela Corbellini

    Grazie a tutti per i consigli ortografici… Non trovo più un post che ho fatto, ma oggi intervengo col telefonino ed è un’impresa!!!!

  21. Onoratissimo della citazione (noi chestertoniani siamo così: quando citano il Nostro ci sentiamo come se avessero citato babbo!) e del link!
    Complimenti per il libro e la tenacia chestertoniana.

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