Il triangolo no

La fedeltà è superata. Bisogna ridefinire nuove regole.

Era questo più o meno il senso della risposta data dalla Aspesi a una lettrice in crisi matrimoniale nell’ultima puntata della Posta del cuore, mia settimanale lettura culto sul Venerdì di Repubblica.

Dopo che ho smesso di lacrimare dalle risate – anche il grottesco può essere esilarante – mi chiedo: che regole vuoi definire se togli la fedeltà? “Caro, sappi che da oggi vado a letto con altri uomini il martedì e il venerdì. Gli altri giorni no, perché io sono una donna onesta. Il venerdì me ne serve uno esperto di cinema iraniano.

 Con lui sì che posso parlare di quelle belle inquadrature fisse di una macchia di muffa ripresa per quindici minuti. Poi me ne serve uno biondo come il maestro di tennis di cui ero invaghita da piccola, potrai capirmi, a dodici anni subii un trauma, fui rifiutata. L’analista mi suggerisce di esplorare a fondo la mia identità repressa (?) senza negarmi alcuna esperienza” “E che capperi, per carità, ci mancherebbe. Non ti reprimere. Fai pure, cara, io mi prendo il giovedì come giorno libero. Devo guarire il mio legame con la figura materna congiungendomi con donne che portano la sesta, ma puramente per motivi terapeutici.”

Ci mancherebbe, ecchecavolo, tutto nel rispetto delle regole, porca Svizzera!

Io proporrei di fare un ruolino di marcia, che prevede volendo anche effusioni con il legittimo consorte, ma solo dopo le 23, dopo avere pagato il mutuo, buttato la spazzatura nella differenziata e anche dopo essersi regolarmente indignati per la mancanza di regole nel nostro paese.

I non credenti in genere sono un po’ fissati con le leggi.

Ora non vorrei impelagarmi in un discorso più grande di me, un po’ perché non sono in grado, un po’ perché quel poco che potrei tentare di ragionare è obnubilato dalle canzoni che mio marito spande a tutto volume nell’abitacolo dell’auto – stiamo tornando da Perugia – essendo lui dell’idea che “la musica se non la senti bene è inutile sentirla”, laddove io preferirei un discreto sottofondo da ambulatorio (a meno che non si tratti di opere pregiate come le canzoni di Barbie).

Comunque, per quello che i Pearl Jam mi consentono, la spiegazione che mi viene in mente è che la perdita del senso dell’esistenza, e ancora di più la non ammissione della presenza attiva del male dentro e fuori di noi, rende urgente una continua ridiscussione delle regole, nella vana speranza che fragili paletti riescano a puntellare un edificio che fa acqua da tutte le parti.

Purtroppo le regole non funzionano se non partono dall’uomo, dalla sua profonda comprensione, come è venuto a spiegarci l’Unico che di questo mistero che siamo noi ci ha capito qualcosa, dicendoci per esempio che la legge è per l’uomo, non l’uomo per la legge.

E cosa vuol dire comprendere l’uomo profondamente? Dico l’uomo come essere umano, che il maschio ci ho rinunciato da tempo (perché sta guardando con tanto interesse per la dodicesima volta il replay di Balotelli? Quali gocce di saggezza potrà mai distillare dal suo labiale? Quella era una parolaccia all’allenatore o gli avrà detto “per me era sbronzo”, riferendosi a una precedente appassionante conversazione su Hemingway?)

Quanto all’essere umano, anche lì ci capisco poco, ma tendo a fidarmi di quello che ci dice la Chiesa, perché ho visto che le sue parole funzionano davvero. Siccome è nostra madre, se ci dice che da quella parte è meglio non andare perché ci si fa male, io mi fido, io che di voli ne so qualcosa – le mie ginocchia sembrano quelle di un teppista di strada, e c’è stato un periodo che gli infermieri del pronto soccorso del Fatebenefratelli se non mi vedevano arrivare ogni quindici giorni per tranciare qualche brandello di pelle penzolante si preoccupavano (sarà morta?).

Se la Chiesa si accora tanto a parlarci di indissolubilità del matrimonio lo fa perché sa che l’unione profonda, totale esclusiva ed eterna è quello che desideriamo tutti, e non solo noi femmine adepte de Le pagine della nostra vita (come illustra meravigliosamente la vignetta di Maitena). Quell’unione che è figura dell’unione con Dio per la quale, come dice sant’Agostino, siamo fatti e senza la quale siamo inquieti.

Il problema non è sbagliare – io personalmente mi sono messa tranquilla: non sbagliare è impossibile – il problema è chiamare diritto l’errore, chiamarlo “nuove regole”. (Io propongo come nuova legge che il lunedì sia facoltativo andare al lavoro, e che ogni giorno successivo alla festa sia considerato lunedì. La regola non vale per le maestre, le professoresse e la mia tata).

Lo si può fare solo dimenticando che, fino a che “la creazione geme come nei dolori del parto”, il nostro cuore è inaffidabile e mutevole, e se lo seguiamo come cagnolini che vanno dietro all’osso finiamo per diventare randagi. Finiamo per perdere le radici, e la nostra vera e profonda realizzazione. Finiamo per mendicare da tutte le parti la soluzione ai nostri problemi che solo Uno può risolvere. Cerchiamo di scappare dalle persone e dalle situazioni ma è dal nostro inaffidabile cuore che scappiamo. Solo che quello ci insegue. Se proprio dovete correre, comunque, occhio ai pali. Ve lo dice una che ne sa qualcosa.

33 pensieri su “Il triangolo no

  1. “Il piano originale del disegno della salvezza concepito da Dio era quello di una coppia simbolica. Con questa immagine davanti a lui, Dio creò l’uomo e la donna, affinché essi rappresentassero e preparassero, nella loro relazione reciproca, la coppia finale e archetipica del Cristo e della Chiesa. Questa relazione d’alleanza tra Dio e l’uomo rivela, inoltre, il senso profondo del matrimonio. Questa relazione coniugale così profonda si compie al di là del livello della sessualità, ed essa dona al matrimonio la sua vera finalità, il suo senso profondo e tutta la sua dimensione salvifica”.
    Non sono parole mie.
    E’ H.U. Von Balthasar.
    Buona notte!

  2. Buongiorno a tutti e buona settimana…è ancora presto ma mi sa che oggi per me è comunque troppo difficile, come il fine settimana che ho appena passato con l’Adolescente inquieto.
    Però volevo fare gli auguri a Eaffaella
    🙂

  3. Per degli imprevisti, ho potuto fare ritorno a casa e sono di nuovo qui a guardare il post.
    Però più lo mando giù e più mi torna su. Il pezzo che preferisco è quello finale :

    Lo si può fare solo dimenticando che, fino a che “la creazione geme come nei dolori del parto”, il nostro cuore è inaffidabile e mutevole, e se lo seguiamo come cagnolini che vanno dietro all’osso finiamo per diventare randagi. Finiamo per perdere le radici, e la nostra vera e profonda realizzazione. Finiamo per mendicare da tutte le parti la soluzione ai nostri problemi che solo Uno può risolvere. Cerchiamo di scappare dalle persone e dalle situazioni ma è dal nostro inaffidabile cuore che scappiamo. Solo che quello ci insegue. Se proprio dovete correre, comunque, occhio ai pali. Ve lo dice una che ne sa qualcosa.

    Però, non riesco a non dire che la soluzione ai nostri problemi ce l’abbiamo noi, ciascuno per i suoi. Dio ci ha dato la vita per farceli risolvere, per confermare il nostro modo di scegliere, per cambiare strada anche, per darci modo di far vedere cosa sappiamo fare. Ci ha fatto a Sua immagine e somiglianza, addirittura e sta ogni giorno a noi: Lui ci conforta, si pone a nostro rifugio, ci offre la sua spalla, e anche il Paradiso, alla fine di tutto. Ma siamo noi a dover risolvere, se ce la facciamo.
    A me personalmente, i problemi non me li ha risolti, casomai me li ha dati e grazie a ciò, ho da fare tutti i giorni, anche se non lavoro, anche se non ho impegni.
    Altrimenti, mi sembra un atto di delega troppo serio e forte.

  4. paulbratter

    i nostri problemi, le nostre paure, le angoscie, sono come le falle in una barca. Ci sforziamo di togliere l’acqua ma se non ripariamo la falla è tutto inutile.
    I cristiani sanno che esiste una falla e chi li può aiutare a chiuderla, gli altri vedono solo l’acqua salire, e con terrore.

  5. Alessio Pesaro

    Per intervenire sul post di oggi tiro fuori una citazione della mia arma segreta n°1: «La questione del giusto rapporto fra l’uomo e la donna affonda le sue radici dentro l’essenza più profonda dell’essere umano e può trovare la sua risposta soltanto a partire da qui. Non può essere separata cioè dalla domanda antica e sempre nuova dell’uomo su se stesso: chi sono? che cosa è l’uomo?». (Benedetto XVI 06/06/2005 discorso convegno su famiglia e comunità cristiana).
    Io dico sempre alle mie amiche (le mie sciure) che si lamentano del proprio uomo: “Guarda che il marito non ti risolve la vita!!”. In questo caso si può aggiungere che neanche 3 o 4 uomini possono bastare (uno al martedì, uno al venerdì e un altro x il resto).
    Citazione n°2 : “Raggio divino al mio pensier apparve, Donna, la tua beltà” (“Aspasia” di Giacomo Leopardi).
    Qual’è il segno + grande dell’esistenza di Dio? Il mio maestro di montagna si ostina a dire che sono le montagne, ma io (per quanto ami la montagna) non ho dubbi che è la donna.
    Il punto è che la donna x l’uomo (e viceversa l’uomo x la donna) sono un segno di un amore + grande che Unico risponde al desiderio infinito di ognuno.
    Se non si capisce questo tutto diventa una gran confusione e l’unica alternativa quando l’altro ci delude è di cambiarlo con un altro ancora (o fare un bel mix di 3 o + nella speranza che colmi il vuoto).
    Lascio il link della mia arma segreta n°1 http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2005/june/documents/hf_ben-xvi_spe_20050606_convegno-famiglia_it.html

  6. Laura

    La chiamata alla fede è infatti personale e soli saremo al momento della morte ma su cosa saremo giudicati? Sull’amore? Ovviamente non su quanti mariti o compagni abbiamo amato,ma se abbiamo amato.Il problema è che per amare devi avere amore dentro di te e l’amore chi te lo da’? Certamente Dio ,chi altri è in grado di amarci totalmente e riempire quel buco nero che abbiamo dentro?Ma per accettare questo amore occorre farci piccoli, guardare noi stessi,vedere quello che siamo senza paura.Non so se avete mai provato ad aprirvi con qualcuno che non è proprio amico intimo,e se avete scoperto che anche quella persona ha poi le stesse problematiche che avete voi.Quante volte ci nascondiamo pensando che l’altro sia pronto solo a sbranarci.Che brutta e triste visione si ha del mondo e del genere umano a volte.Come diceva Costanza in un post passato solo chi è cattolico può guardare con serenità al proprio verminaio interno, e anche a quello altrui, perché sa che Dio si è fatto uomo ed è morto proprio per questo.Oggi non alziamo piu’ la testa verso il cielo ,ma siamo completamente ripiegati su noi stessi a pensare come soddisfare ogni nostro desiderio, a cercare di placare tutte le nostre ansie interiori, e cosi’ sperimentiamo di tutto e di piu’ ,amore a tre ,a quattro di squadra come se il numero dei partner possa calmarci.Eppure sempre piu’ soli camminiamo nel mondo.Non c’è politica,filosofia ,carma o che dir si voglia che ci plachi.E diventiamo a questo punto dei muli con i paraocchi che continuano a tentare di andare avanti percorrendo sempre la stessa strada in tondo.Che cosa è l’uomo perche’ te ne ricordi,il figlio dell’uomo perche’ te ne curi?Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli,di gloria e di onore l’hai coronato,gli hai dato potere sull’opera delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi.(salmo 8).

    1. Alejandro

      Laura,

      “Quante volte ci nascondiamo pensando che l’altro sia pronto solo a sbranarci.”

      Questo sono io. Gli altri mi fanno davvero paura. Ovviamente non intendo i miei amici, ma ad esempio, le mie colleghe di lavoro atee di sinistra, se metto in discussione l’aborto, la democrazia, i diritti ed un altro centinaio di argomenti, mi guardano come se fossi un mostro. E mi guardano solo perchè mi fermo subito, perchè mi accorgo che tocco argomenti che per loro sono intoccabili. Sono cattolico, e cerco di essere un buon cattolico (ovviamente senza successi): come faccio ad aprire il mio cuore di pietra e perdere la paura delle mie colleghe?

  7. Velenia

    Più di un uomo? Per carità!Uno solo basta ed avanza!
    Già è impresa ardua prendersi cura di un marito,figuriamoci un amante…
    Una tizia una volta mi ha detto:-ma dai, all’ amante mica devi stirare le camicie…-
    – Beh, le camicie si possono anche portare in lavanderia-
    ho risposto io.
    Sarà che sono cresciuta con 5 zie nubili e sono una zitella mancata anch’io,ma l’unico uomo che riesco a tollerare è mio marito,e ci riesco,dopo 16 anni di matrimonio,proprio perchè non riesco a pensare a Gesù senza pensare a lui,e non riesco a pensare a lui senza pensare a Gesù.
    Ops,sono stata troppo seria,mi è sfuggito!

    Velenia
    P.s. Ho fatto di meglio che ordinare il libro su internet,ho esercitato l’arte del”matriarcato occulto” e l’ho commissionato a mio marito!

  8. Alberto Conti

    Di fronte a storie di amanti e gente che lascia la famiglia per “rifarsi una vita” mi viene sempre in mente il versetto di Geremia “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, che pone nella carne il suo sostegno e il cui cuore si allontana dal Signore.” (Ger 17,5).
    In altre parole: come fai a pensare che con un’altra donna (uomo) potrai essere felice se non riesci ad essere felice con tua moglie (marito)? Pensi che possa bastare l’innamoramento verso questa nuova persona cge ti eccita così tanto, non eri innamorato allo stesso modo di tua moglie? Forse la risposta è qualcosa di più che scappare; concordo con Costanza: è quel “Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia,Egli è come un albero piantato lungo l’acqua,
    verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi; nell’anno della siccità non intristisce, non smette di produrre i suoi frutti.” (Ger 17,7-8).
    Riporto anche uno stralcio di una lettera di mia moglie ad un amico che se ne andato di casa che esprime, meglio, il concetto:
    “Però ti dico che qui c’è da alzare il tiro delle domande, bisogna passare dal chiedersi: “come posso fare a risolvere qs casino, a convincerla a farmi vedere i bambini, a levarmi di dosso i miei suoceri, ecc.” a “come posso stare di fronte a queste circostanze che vivo in questo momento senza rimanerne schiacciato, senza cadere nella disperazione…”.
    Questo è il livello a cui bisogna arrivare, credo, non solo per te, ma anche per me: come si fa, come posso vivere le circostanze che mi sono date senza esserne schiacciato? Come posso andare a fondo della domanda, dell’urgenza di senso, che mi ha addirittura portato ad andarmene da casa lasciando la mia famiglia? Oppure – che è la stessa cosa – come posso vivere pienamente?
    Secondo la mia esperienza ti dico che da soli non si può fare. Non è possibile salvarci da soli da noi stessi, come – credo – non è possibile che due sposi, da soli, riescano a far funzionare un matrimonio (funzionare, non durare, cioè vivere un matrimonio degno di qs nome…).
    Se vuoi, nel mio piccolo, un po’ di compagnia in questo te la posso fare….ma da me non avrai pacche sulle spalle, non ti appoggerò nelle tue lamentele sulla M.
    E allora ti vorrei invitare a conoscere gli amici che aiutano me a tenere desta la mia domanda di senso della vita, a vivere le circostanze che mi vengono incontro nella giornata senza sentirmi schiacciata.”

  9. saim

    ma qual è il problema? vuoi essere monogama, sii monogama. hai bisogno di biodiversità? fruiscine. perché voler imporre le proprie regole agli altri? il mondo è complesso, e penso che ognuno abbia il diritto di fare come gli pare.

    1. guido

      Oddio devi aver scambiato questo Blog per la Gazzetta Ufficiale…
      ( biodiversità???)

    2. Alessandro

      Sì, ognuno fruisca la sua biodiversità. Stasera sedani e carote, domani timballo di riso, mercoledì anatra all’arancia che poi venerdì cinghia per quaresima, fruisco solo pane e acqua. Sale quanto basta: poco ma che sia sale (altrimenti è buono solo per essere gettato a terra e calpestato). Il vino lo porto io, se restiamo senza ci pensa Lui, che ormai la Sua ora è giunta eccome.

      1. saim

        bah, non so cosa sia questo blog, passo per caso. l’articolo mi sembra uno strenuo tentativo di autoconvincersi. è lodevole, ma la vita a volte è beffarda e crudele, spero non lo sia con voi come lo è con me.
        siate felici.

  10. Francesca Miriano

    Solo due righe per mancanza di tempo ma volevo mandare un saluto a Raffaella che mi ha tirato su il morale dopo che già sentivo le fiamme dell’inferno che mi lambivano le natiche per lo ‘zot’lanciato dal mio cardinale di riferimento. grazie Raffa ti sento vicina al mio sentire e spero di conoscerti prima o poi.

    1. Solo una riga per salutare, con affetto, Francesca.
      Avere del tempo, magari potremmo anche conversare un po’, pacatamente, partendo dai fondamenti, ed essere così, forse, lambiti in due.
      Ma le fiamme siano, almeno, quelle, pur forti, del Purgatorio…
      Un saluto anche a Raffaella …

    2. Velenia

      Fiamme dell’inferno che lambiscono le natiche? cos’è un nuovo metodo anticellulite? e funziona?

    3. raffaella

      Grazie Francesca, anche a me farebbe molto piacere incontrarti e se dovessi capitare dalle parti di Roma non mancare di chiedere a Costanza il mio telefono e di farti sentire. Così, se proprio siamo destinate alle fiamme (ma ho fiducia nella misericordia di Dio) almeno insieme una persona che sentiamo amica. Ciao

  11. giovanni dm

    Un plauso per Salm! Però dicci dove ci si deve fermare, non vorrei fraintenderti: poligamia legale? Pedofilia? Incesto? Ci sai dire?
    Grazie

    1. Velenia

      Io voto per la poligamia legale,così gli uomini imparano che avere 4 mogli significa anche avere 4 suocere!!!

  12. Daniela Corbellini

    A chi dice “Va’ dove ti porta il cuore dico “porta il cuore dove vuoi tu se non vuoi essere come una bandiera al vento”…

    1. Alberto Conti

      Io risponderei: “va dove ti porta veramente il Cuore” (e per evitare fraintendimenti: il Cuore della Bibbia)

  13. wilfred

    le corna non sono una bella cosa, nessuno ne va fiero, ma possono capitare, a tutti, o anche no.
    ma la cosa che invece mi chiedo è come si concilia tutto questo col sostegno ecclesiastico a un vecchio depravato che va con le minorenni.

    1. paulbratter

      il “vecchio depravato” immagino che regolerà i suoi conti con Dio. come tutti noi del resto…

      1. Come anche quelli che andavano (e vanno …) a rugar negli uteri pregni con il cucchiaio. Bisognerebbe chiedere a wilfred questo con cosa si concilia, ma credo che scoppierebbe un bel putiferio e allora è meglio lasciare stare. Che ognuno si tenga le sue idee, alle mie sono molto affezionato …

    2. paulbratter

      Io sto parlando di vita eterna . ma tu se vuoi wilfred scaglia pure la prima pietra.

      1. wilfred

        se proprio deve entrarci l’evergreen “per la vita” il vecchio depravato in questione ha fatto abortire la moglie incinta di sette mesi. ma questo non conta. lui deve rendere conto solo in separata sede. tutti gli altri invece, no.

      2. paulbratter

        vuoi dire che tenterà la carta della prescrizione anche per il Giudizio Universale? Ho paura che là non ci sara Ghedini che tenga….

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