Peccato originale e macchie di sugo

Data una maglietta a righe bianche e verdi, macchiata di sugo per un’estensione di tessuto pari più o meno alla Patagonia, com’è che le altre mamme riescono a farla tornare impeccabile, mentre io lascio sempre un inquietante alone rosa di ex sugo, e nel contempo ingrigisco il bianco e scoloro il verde?

E poi, perché la calza si smaglia solo quando non ne ho un paio di scorta in borsa?

E, infine, il più scontato ma inquietante dei quesiti, che meriterebbe da sé una puntata di Voyager: per quale principio della fisica la fetta si tuffa in terra sempre dalla parte della marmellata?

D’altra parte San Paolo lo dice: adesso vediamo confusamente, come in uno specchio (gli specchi dell’epoca facevano pena, e forse la cosa aveva i suoi vantaggi), un giorno arriveremo alla verità tutta intera.

Un giorno scoprirò che viso ha l’omino che abita sotto il mio divano, e come faccia a produrre una tal quantità di briciole e di carte di caramelle annidate tra i cuscini. Caramelle che io, ne sono certa, non ho mai comprato né introdotto in casa.


Un giorno comprenderò in che modo la mia macchina nell’immenso parcheggio rai di Saxa Rubra venga inghiottita da una specie di Triangolo delle Bermude, rendendosi introvabile per decine di minuti, e costringendomi a vagare disperata, a tentare di aprire macchine altrui molto simili alla mia (per me basta il colore, sono tutte uguali), a studiare piani B per la mia vita, che prevedano il pernottamento nel parcheggio e l’affido dei miei figli abbandonati alla protezione civile.

Quando la verità tutta intera ci verrà rivelata capiremo anche a fondo il mistero dei misteri, la presenza del male nel mondo, segnato in modo tanto evidente dal peccato originale. Una realtà talmente chiara che solo un’ideologia feroce potrebbe tentare di negarla.

Una realtà che inquina tutti i nostri rapporti, anche i più puri e pieni di amore. Anche quelli con i figli, quegli esseri irresistibili che, per quanto uno non lo direbbe mai, è difficile amare senza egoismo, in modo puro e sempre generoso. Lo stesso per l’uomo o la donna che si è scelto per tutta la vita.

Questo ragionamento avrei voluto fare alle donne che, scrivendo di me o a me, mi obiettano che loro amare sì, amano, ma stare sotto non se ne parla. Nessuno deve stare sotto, dicono: siamo alla pari e non vogliamo essere sottomesse.

Beate loro che hanno rapporti guariti dalla ferita del peccato. Quando le persone ci sono ancora dentro, invece, ci sarà sempre bisogno che uno dei due faccia per primo un passo indietro, che metta avanti l’altro. Che sostenga e che guarisca.

Io volevo spiegare tutte queste cose, ma non ci sono riuscita, forse. E’ che ero troppo presa a cercare la mia macchina, a smacchiare magliette, a pulire sotto al divano (ma di notte che farà l’omino?).

22 pensieri su “Peccato originale e macchie di sugo

  1. azzurra

    prova a lasciare cadere la fetta di marmellata da un’altezza superiore, questo le permetterà di girare su se stessa e di cadere a pancia in su (esperimento visto con i miei occhi in non su più quale programma americano – di chi se no?).
    per le macchie: premesso che, signora mia, non ci sono più le lavatrici di una volta, o inquini l’orbe terracqueo oppure ti rassegni a qualche ombreggiatura della serie tanto-ci- metto-il-piatto-sopra-quando-apparecchio :))

  2. veronica

    premesso che ti ho contestato il termine sottomessa circa mille volte, quando mi sono resa conto di quello che volevi intendere, un pò lo ammetto, mi sono ricreduta…e alla fine devo convenire con te: se ami una persona, se la ami dal profondo, un passo indietro per evitare lo scontro ogni volta,lo faccio sempre. Con mia figlia, con mio marito e spesso anche con mia madre e mio padre, che rompono all’infinito, mi sfiniscono, ma che amo profondamente. Contunuo a credere che sottomessa non sia il termine migliore per indicare il “nostro” modo i vivere l’amore, ma siccome non me ne viene in mente una migliore l’accetterò, per amicizia e per quieto vivere. A tutte coloro che oppongono resistenze – di ogni genere – consiglio solo di legger eil libro -che è divertentissimo e allegro,come te… un bacio

  3. Alberto Conti

    La fetta cade dalla parte della marmellata perchè quest’ultima ha un peso specifico superiore (per quel che ricordo di Fisica 1).
    Per quanto riguarda, invece, il rigetto della realtà volevo riportare un pezzo di Chesterton segnalatomi da un amico:
    «La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà.
    Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo.
    È una posizione ragionevole negare le pietre della strada;diventerà un dogma religioso riaffermarle.
    È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno;sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli.
    Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.
    Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.
    Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana,ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto.
    Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio.
    Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.»
    (da “Eretici”, Chesterton)

  4. Caro Alberto, mi hai ‘rubato’ la citazione (il cui spunto, tra l’altro, veniva dal Card. Biffi), che calza a pennello!!! :-D.
    Continuiamo pure a sostenere Costanza, che credo che, al di là di tutte le possibili strumentalizzazioni, nel suo intento sia perfettamente riuscita.
    Se c’è persecuzione, ne è la conferma …

    1. raffaella

      Il termine persecuzione mi sembra decisamente un po’ forte per definire eventualmente qualche posizione di dissenso dalle teorie dell’Autore così come non lo vedo applicabile alla condizione dei Cristiani in genere nella nostra società. Se a volte c’è scarsa considerazione forse lo dobbiamo anche alla nostra poca capacità di testimoniare in modo convincente e insieme rispettoso delle idee altrui

      1. elisabetta

        evviva Raffaella! 🙂
        ora che ti ho conosciuta di persona mi posso scatenare…

  5. La fetta di pane e marmellata è un fenomeno che non riguarda la Fisica, ma la Sfighica, ovvero la scienza che studia la distribuzione della cattiva sorte sull’orbe terracqueo. Ovviamente come tutte le scienze è basata su presupposti o principi, in particolare la ormai notissima legge n.1 di Murphy che recita pressappoco così: “Se una cosa può andar male, lo farà” seguita dal semplice corollario: “Se esistono più modi in cui qualcosa può andar male, sarà seguito il peggiore”… e via dicendo 😉

    Tale scienza descrive bene anche la recente soppressione del gruppo facebook del libro (anche se non era prevista genialità di Costanza, che è stata capace di trovare l’aspetto positivo anche in questo fatto grandemente riprovevole, si veda a tal proposito il post “Forme esagerate di latria e oscuramenti di pagine “)

    Chapeau!

  6. Simpatica e intelligente. Fresca, nonostante 4 figli e un marito “classico”! Complimenti! La sto leggendo con estrema attenzione e le faccio volentieri pubblicità (anche perchè è raro trovare una chiarezza simile!), a due passi da Perugia (Cortona), stando nel santuario di una santa antica ma modernissima (S. Margherita), cattolica e perugina come lei!
    Buon lavoro.
    fr. david, francescano

  7. … però occorre dire che la sottomissione è atteggiamento che contraddistingue non solo la donna nella matrimonio, ma, in generale, ogni cristiano, maschio o femmina che sia.
    La sottomissione è reciproca, il fondamento ultimo ne è l’obbedienza a Dio.
    Il cristiano promuove e valorizza l’altro e sta alla sua volontà a prescindere, perché sa che nei fatti e nell’altro, se a Lui ci si affida, opera la Grazia di Dio.
    Non solo la donna, come moglie, è chiamata alla sottomissione, ma anche il marito, quando dà la vita per la moglie.
    Che, concretamente, vuol dire che ne accetta le richieste, il modo di essere e di pensare, normalmente diametralmente opposto al suo, le aspirazioni, le volontà che essa esprime.
    Il collante nel matrimonio è l’amore, che richiede prima di tutto la logica del dono di sé, più che di autoaffermazione personale (che pure, nel dono, si realizza in pienezza), di appartenenza possessiva, di dominio e di soggezione.
    Anche se siamo tutti un po’ egoisti 8io molto), il dono di sé preferisce a sé l’altro, sia esso maschio o femmina.
    Come dice, così bene, Costanza, lo promuove, lo valorizza.
    Allora il problema è quello dei ruoli, se cioè si riconosca che più che di obbedienza in senso militare e gerarchico di una all’altro, o viceversa, si tratta di vedere se ciascuno sia, o meno, disposto a riconoscere all’altro un suo peculiare ruolo, come la dimensione corporea, prima di ogni altra, insegna con immediata evidenza: la donna matrice della vita, l’uomo un po’ selvaggio e cacciatore, le straordinarie ma diverse ricchezze di due spiriti fatti per comporre, insieme, un’unica carne.
    Gli sposi che si amano in questa logica del dono, che parte prima di tutto da Dio, pur tirandosi magari, quando occorre, i piatti, si chiedono poi perdono, e gareggiano nello stimarsi e valorizzarsi a vicenda.
    Sono disposti a morire ciascuno per l’altro, come Cristo per i peccatori.
    Nella nostra società questo inestimabile valore dei ruoli, legati alla sessualità, nel matrimonio e nella famiglia, un po’ resiste ancora, come humus, alle ferree logiche femministe – relativiste, ed è per questo che qualche donna … ‘comunista’, come si legge anche in questo blog, può dichiararsi felicemente sottomessa al marito.
    Ma non bisogna dimenticare che questa concezione di matrimonio e famiglia (che le varie ideologie vogliono soffocare …) viene dal giudaismo ed è retaggio, soprattutto, del cristianesimo.
    Senza l’esperienza dell’amore di Dio è difficile, forse impossibile, da capire.
    Forse è questo che Costanza ci ha voluto dire.
    E, comunque, lei ci presenta un modello pratico di vita matrimoniale e cristiana che ciascuno, nella sua libertà, è libero di contestare.
    Salvo poi vedere, all’atto pratico, di quale luce brilleranno i tuoi occhi …
    Scusate la prolissità …

  8. francesca scatozza

    Invece forse è arrivata. Forse ti sei fregata ambientando la tua teoria in ambito matrimoniale. Forse andrebbe vista in senso universale. Forse evitando baluardi femministi troppo solleciti arriverebbe meglio il messaggio.Forse facendosi venire dei dubbi…Forse avere i dubbi “fa intelligente” adesso, come dici tu, però sapessi che fatica… Forse se non avessi sempre dubbi non ti sarei mai stata a sentire. Forse. 🙂

    1. raffaella

      Anche secondo me il concetto di sottomissione come lo intende Costanza è bellissimo se inteso in senso generale come impegno a sostenere e a sorreggere l’altro così come egli è. In questo senso bisognerebbe “tendere” ad essere sottomessi al compagno, ai figli ai genitori, agli amici ed anche ad accettare a volte di aver bisogno che altri ci sostengano

    2. paulbratter

      infatti il problema non è avere dubbi, tutti li abbiamo ed è giusto che sia così, quello che non va bene è il dubbio elevato a stile di vita, mettere sempre tutto in discussione rendere tutto opinabile. giusto avere dubbi però bisogna scioglierli i dubbi ogni tanto, mettere un punto e andare avanti, costruire qualcosa

  9. francesca scatozza

    P.S. per le macchie: detersivo per i piatti (tanto anche noi aspiranti ecologisti lo dobbiamo usare!) una strofinatina e poi butti in lavatrice. Magari tu puoi aggiungere una preghierina a qualche santo protettore del bianco che non ingrigisce e dei colori splendenti, non so un tipo un po’ flower power, uno coi sandali, nato di marzo: ce l’avrete no? Un additivo spirituale. E comunque la patacca si abbina bene al low profile a mio avviso!

  10. francesca scatozza

    si vede che non ho mai scritto su un blog? Volevo solo suggerirti i cartelli con le lettere alfabetiche che contrassegnano i settori del parcheggio di Saxa Rubra :-))

  11. giovanni

    Notizia di servizio: un editoriale di Avvenire di oggi parla benissimo del tuo libro!
    A presto, a Milano!

  12. Se può interessare c’è un certo R. Matthews che nel 1995 ha scritto e pubblicato su una rivista scientifica internazionale un articolo che spiega perché la fetta imburrata (variante della marmellata) cade sempre sul lato del burro. Nel 1996 ha pure vinto il premio IG-Nobel…

  13. Mary

    Cara signora Miriano, lei cosa ne pensa da donna sottomessa delle donne che vengono violentate, uccise o picchiate?

    1. paul bratter

      per quegli individui c’è, spero ci sia, il codice penale e la galera come dovrebbe essere per pedofili, assassini, stragisti, pirati della strada corruttori di minorenni etc.

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