Benedire il male è una contraddizione

di Costanza Miriano

In una delle prime interviste rilasciate dopo la sua nomina a Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Victor Manuel Fernàndez ha subito fatto una dichiarazione sulla questione della benedizione delle coppie omosessuali, sulla quale la Congregazione con Ladaria aveva dato parere negativo, un parere confermato dal Papa stesso (anche se c’è stata una scia polemica, qualcuno ha detto che al Papa la cosa era sfuggita; secondo queste persone peraltro la nomina di Fernàndez andrebbe appunto nella direzione opposta, di correggere quel pronunciamento).

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Il trionfo del male è coabitare col bene

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Ernest Hello (1828 – 1885), nell’opera L’homme del 1872, così scrive:

“Lo spirito del male dice: ‘Riposati. Che farai nella mischia? Altri combatteranno abbastanza. Tu che sei savio, non iscomodare le tue abitudini. Il male, continua il diavolo, è sempre esistito ed esisterà sempre nelle stesse proporzioni. I pazzi che vogliono combatterlo non guadagnano nulla e perdono il loro riposo. Tu che sei savio, dà ad ogni cosa la sua parte e non dichiarare a niente la guerra. È impossibile illuminare gli uomini. Perché dunque tentarlo? Fa pace con le opinioni che non sono tue. Non sono esse tutte ugualmente legittime?’. Continua a leggere “Il trionfo del male è coabitare col bene”

Impossibile annunciare il bene senza anche contrastare il male

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[…] La difesa e la promozione dei principi non negozibili esige una militanza. Ora, nella mente di tanti cristiani, questo concetto non c’è più. Si pensa, per esempio, che sia più giusto, opportuno e anche più cristiano, presentare la bellezza della fede cristiana piuttosto che prendere di petto le cose sbagliate. Si pensa che la fede, in questo modo, venga percepita come una opposizione, una negazione, un dire dei no a questo e a quello, più che un annuncio. Molti pensano che una coppia di genitori cristiani dovrebbe testimoniare la bellezza di esserlo, più che scendere in piazza per impedire agli altri di non esserlo.

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La tragica triade del male – dolore, colpa, morte – vista dall’Alto… della croce

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di Robert Cheaib

Nessuno ha potuto strappare la vita di Gesù, perché egli l’aveva già deposta. Gesù ha dato senso a quello che ha vissuto e patito esorcizzando il male e la morte con l’amore fino alla fine. La vita «deposta» con le vesti e il dono del corpo e del sangue hanno annientato la volontà di male contro Gesù. Gli uomini, di fatto, non sono più colpevoli, perché è Gesù che ha consegnato se stesso per loro.
L’unico che detiene la possibilità di giudizio dice a tutti gli uomini quello che disse alla donna colta in adulterio: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più» (Gv 8,11).
Balthasar evidenzia la doppia dinamica di consegna che Dio effettua. Il Padre consegna il Figlio per amore dell’uomo (cf. Rm 8,32). Non lo consegna agli uomini, ma per loro. Il Figlio a sua volta consegna se stesso al Padre: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46). Ogni altra consegna è terza e quindi superflua. Ogni tradimento è reso innocuo, è perdonato, perché l’Amore si è già donato! Continua a leggere “La tragica triade del male – dolore, colpa, morte – vista dall’Alto… della croce”

Quando Dio muore di cancro. Una lettera aperta a Umberto Veronesi (Prima Parte)

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di Robert Cheaib    theologhia

Caro e stimato prof. Veronesi,

Come tanti, ho letto l’articolo sul suo nuovo libro, dove fa l’affermazione che «il cancro, come Auschwitz, è diventato la prova della non esistenza di Dio» e dove dichiara che «non può pensare che un angelo custode guidi la sua mano quando incide e inizia l’operazione».

Ho letto e, per un primo momento, sono andato oltre. Mi ha fatto tornare sull’articolo la gentile provocazione di un’amica che mi ha scritto: «Un tema delicatissimo ed intenso che ci tocca tutti nel profondo. Sarebbe bello essere illuminati alla tua “maniera”». Continua a leggere “Quando Dio muore di cancro. Una lettera aperta a Umberto Veronesi (Prima Parte)”