di Paolo Pugni
Cara Marisa
che dono infinito mi hai fatto! Perché non solo mi hai dato la vita, ma l’hai caricata di quella gravità che tocca solo ai sopravvissuti, agli scampati. A chi esce da un massacro per un colpo di fortuna, perché l’hanno creduto morto, o qualcuno s’è preso le pallottole per lui.
Oggi ho rubato un sussurro che m’ha gelato il cuore, prima di accenderlo. Parlavano di santi e beati e s’è fatto il nome di quella Gianna che fece il gran rifiuto per muovere il cielo e le altre stelle. E si diceva che nell’accettare la vita eterna per offrire quella terrena alla nascitura, stava proteggendo i figli già nati, che se avesse scelto la sua di esistenza a costo di sopprimere l’altra, che eredità avrebbe lasciato? Non avrebbe forse affermato che la sua vita era più importante della loro? E che era solo un caso che loro fossero vivi e non soppressi dai colpi di una battaglia di sopravvivenze. Continua a leggere “Cara Marisa…”