C’è chi è più pazza di me!

Ho mandato un figlio a scuola senza giacca. L’ho fatto. Verrò radiata dall’Albo Supremo delle Madri Decenti. Mi sembrava che fosse caldo, e che potesse farne a meno.

Come se non bastasse, doveva uscire in cortile alle dodici per cantare l’inno nazionale. E un rigurgito di coscienza materna si è affacciato in me solo intorno alle dodici meno cinque, quando era tardi per la povera nonna non automunita per arrivare a scuola con la giacca. E io cosa facevo in quel momento, mentre il mio povero figlio tremava come il piccolo fiammiferaio (in realtà nel video che mi ha mandato la mia amica cantava a squarciagola tutto contento) ? Lavoravo, è vero, ma probabilmente pensavo, anche, alla discussione nata in questo blog.

Riflettevo sui massimi sistemi, io, la madre degenere. Siccome i miei sensi di colpa non avevano ancora raggiunto il livello massimo consentito – le radiazioni assorbibili inun giorno –  due ore dopo mi chiama la scuola: mio figlio ha mal di testa.

E lascia stare che al ritorno l’ho trovato tra gli amici del fratello grande

che si sganasciava dalle risate, intanto ormai il posto nell’albo l’ho perso.

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